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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Sergio Cicatelli<br />

sofiche o ai sistemi tra<strong>di</strong>zionali, come ebbe a <strong>di</strong>re, fra l’altro, nella celebre<br />

prolusione del 1896 su L’università e la libertà della scienza 4 .<br />

Alcune intuizioni o acquisizioni metodologiche labrioliane non sfigurerebbero<br />

accanto ai teorici delle più recenti riforme scolastiche italiane,<br />

anche <strong>di</strong> segno <strong>di</strong>verso, non perché <strong>Labriola</strong> sia un autore buono per tutte<br />

le stagioni ma perché la sua possibile trasversalità testimonia la bontà e la<br />

sensatezza delle sue affermazioni, precedenti alla stagione dei tecnicismi<br />

<strong>di</strong>dattici e della politicizzazione delle riforme scolastiche. A puro titolo <strong>di</strong><br />

esempio, è questo il caso del richiamo alla centralità dell’alunno e alla<br />

molteplicità degli universi formativi in cui si sviluppa la sua vita, che oggi<br />

ci viene proposto in termini <strong>di</strong> personalizzazione degli appren<strong>di</strong>menti<br />

dalla riforma Moratti con la ben nota metafora dell’ologramma lanciata da<br />

Morin 5 , ma che nelle parole <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> acquista la valenza <strong>di</strong> una raccomandazione<br />

dettata più dal buon senso pedagogico che da scelte ideologiche:<br />

«In ogni questione pedagogica non bisogna mai <strong>di</strong>menticare che il<br />

punto d’incidenza dell’azione <strong>di</strong>dattica è nell’in<strong>di</strong>vidualità dell’educando;<br />

e che questa per essere in istato <strong>di</strong> continuo sviluppo entra in sempre<br />

nuovi e sempre variati contatti col mondo circostante, per via del conoscere<br />

e del sentire, il che porta una continua variazione negli addentellati che<br />

il moto interiore dell’animo offre all’opera dell’istruire e dell’educare» 6 .<br />

Con il che si apre la strada alla feconda collaborazione tra psicologia e pedagogia<br />

che <strong>Labriola</strong> all’epoca poteva solo intuire ma che oggi è alla base<br />

della pedagogia sperimentale e <strong>di</strong> qualsiasi ricerca educativa 7 , al punto <strong>di</strong><br />

ritrovare tra gli allievi <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> la stessa Maria Montessori 8 .<br />

4 Cfr. I. VOLPICELLI, <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong>: cento anni dopo (1904–2004), in <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong><br />

e la sua Università, cit., pp. 42–46.<br />

5 Cfr. E. MORIN, La testa ben fatta. Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero,<br />

trad. it. <strong>di</strong> S. Lazzari, Milano, Raffaello Cortina, 2000, p. 97.<br />

6 A. LABRIOLA, Scritti pedagogici, a cura <strong>di</strong> N. Siciliani de Cumis, Torino, UTET,<br />

1981. p. 266.<br />

7 Cfr. G. BONCORI, Metodologia sperimentale e ricerca educativa: intuizioni negli Scritti<br />

pedagogici <strong>di</strong> <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong>, in <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> e la sua Università, cit., pp. 208–216.<br />

8 Cfr. G. RECCHIA, <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> e Maria Montessori: un incontro possibile, in <strong>Antonio</strong><br />

<strong>Labriola</strong> e la sua Università, cit., pp. 217–223 e A. MATELLICANI, Dati e documenti<br />

sul rapporto tra Maria Montessori e <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong>, in <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> e la sua Università,<br />

cit., p. 224.

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