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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Il «punto <strong>di</strong> vista» del recensore tra storiografia e educazione<br />

b) Che cosa mi ha salvato dal <strong>di</strong>ventare completamente un cencio inamidato?<br />

L’istinto della ribellione, che da bambino era contro i ricchi, perché non potevo<br />

andare a stu<strong>di</strong>are, io che avevo preso <strong>di</strong>eci in tutte le materie nelle scuole<br />

elementari, mentre andavano il figlio del macellaio, del farmacista, del negoziante<br />

in tessuti. Esso si allargò per tutti i ricchi che opprimevano i conta<strong>di</strong>ni<br />

della Sardegna ed io pensavo allora che bisognava lottare per l’in<strong>di</strong>pendenza<br />

nazionale della regione: «Al mare i continentali!» Quante volte ho ripetuto queste<br />

parole. Poi ho conosciuto la classe operaia <strong>di</strong> una città industriale e ho capito<br />

ciò che realmente significavano le cose <strong>di</strong> Marx che avevo letto prima per curiosità<br />

intellettuale. Mi sono appassionato così alla vita, per la lotta, per la classe<br />

operaia.<br />

Ma quante volte mi sono domandato se legarsi a una massa era possibile<br />

quando non si era mai voluto bene a nessuno, neppure ai propri parenti, se era<br />

possibile amare una collettività se non si era amato profondamente delle singole<br />

creature umane. Non avrebbe ciò avuto un riflesso sulla mia vita <strong>di</strong> militante,<br />

non avrebbe ciò isterilito e ridotto a un puro fatto intellettuale, a un puro calcolo<br />

matematico la mia qualità <strong>di</strong> rivoluzionario? 21<br />

c) Giustificazione delle autobiografie. Una delle giustificazioni può essere questa:<br />

aiutare altri a svilupparsi secondo certi mo<strong>di</strong> e verso certi sbocchi. Spesso le<br />

autobiografie sono un atto <strong>di</strong> orgoglio: si crede che la propria vita sia degna <strong>di</strong><br />

essere narrata perché «originale», <strong>di</strong>versa dalle altre, perché la propria personalità<br />

è originale, <strong>di</strong>versa dalle altre, ecc. L’autobiografia può essere concepita<br />

«politicamente».<br />

Malvezzi e G. Pirelli, Prefazione <strong>di</strong> E. Enriques Agnoletti, Torino. Einau<strong>di</strong>, 1952. Di<br />

quest’ultimo libro cfr. quin<strong>di</strong> la recensione, nella rubrica «Un libro per voi», a cura<br />

<strong>di</strong> chi scrive in «il Sentiero», perio<strong>di</strong>co del Liceo «P. Galluppi» <strong>di</strong> Catanzaro, del 24<br />

novembre 1961 (tra gli altri collaboratori e recensori, nello stesso numero, Gianni Amelio,<br />

Maria Donzelli).<br />

21 A. GRAMSCI, 2000 pagine <strong>di</strong> Gramsci. Volume secondo. Lettere e<strong>di</strong>te e ine<strong>di</strong>te<br />

(1912–1937), a cura <strong>di</strong> G. Ferrata e N. Gallo, Milano, Il Saggiatore, 1964, pp. 32–33<br />

(una lettera a Julca, da Vienna, 6 marzo 1924). Cfr. quin<strong>di</strong>, in rapporto “<strong>di</strong>alettico”<br />

con la medesima esperienza <strong>di</strong> Gramsci le due recensioni <strong>di</strong> N. Siciliani de Cumis:<br />

<strong>di</strong> A. VISALBERGHI, Educazione e con<strong>di</strong>zionamento sociale, Bari, Laterza, 1964, su «Riforma<br />

della scuola», maggio 1964, p. 39, e <strong>di</strong> F. PITIGLIANI, Metodologia della programmazione.<br />

Piano pilota per le scuole secondarie inferiori in Calabria, Roma, Istituto <strong>di</strong><br />

rilevazioni statistiche e <strong>di</strong> ricerca economica, 1964, in «Scuola e Città», aprile 1965,<br />

pp. 295–296.<br />

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