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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Il «punto <strong>di</strong> vista» del recensore tra storiografia e educazione<br />

sviluppo. Ed è appunto qui che prende corpo e consistenza durevole l’idea <strong>di</strong><br />

ricerche originali da parte degli studenti: qui l’idea del «vantaggio» <strong>di</strong> una formazione<br />

in<strong>di</strong>viduale e <strong>di</strong> gruppo progressiva, sperimentalmente rinnovabile<br />

nella duplice ottica del presente e del passato a concorso, in vista della soluzione<br />

<strong>di</strong> un problema dell’oggi.<br />

Tutto ciò significa, nel farsi concreto <strong>di</strong> un’educazione, confronto sistematico<br />

<strong>di</strong> linguaggi, <strong>di</strong> situazioni, <strong>di</strong> idee; vuol <strong>di</strong>re approssimazione razionale alle<br />

questioni e abbinamento controllato, per somiglianza e per <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> circostanze<br />

problematiche antiche e recenti sul piano <strong>di</strong> una selezionata «contemporaneità».<br />

Da questo punto <strong>di</strong> vista, l’uso in classe <strong>di</strong> sepolte effemeri<strong>di</strong><br />

e <strong>di</strong> giornali <strong>di</strong>menticati, in parallelo e a confronto con le gazzette quoti<strong>di</strong>ane<br />

ancora fresche <strong>di</strong> stampa (la hegeliana «preghiera del mattino») può comportare<br />

qualche vantaggio <strong>di</strong>dattico, che val la pena <strong>di</strong> rilevare.<br />

A parte il non sottovalutabile esercizio collaborativo <strong>di</strong> studenti e insegnante<br />

per verificare quoti<strong>di</strong>anamente o almeno perio<strong>di</strong>camente il ritmo del<br />

proprio passo con quello del mondo, ciò che più conta è la possibilità e la continuità<br />

dell’accertamento, nel contesto sociale soggettivo che è la classe, delle «accelerazioni»<br />

e dei «ritar<strong>di</strong>» dei processi sociali oggettivi in corso, alla luce <strong>di</strong> una crescita<br />

globale <strong>di</strong> interessi in<strong>di</strong>viduali e <strong>di</strong> gruppo. Il che comporta <strong>di</strong> fatto il superamento,<br />

anche, <strong>di</strong> certe barriere linguistiche; l’acquisto <strong>di</strong> una più elevata<br />

consapevolezza storica e politica; e quin<strong>di</strong> una maggiore padronanza critica<br />

<strong>di</strong> sé e della propria cultura, dall’interno <strong>di</strong> un determinato ma non immo<strong>di</strong>ficabile<br />

contesto civile ed esistenziale.<br />

In tal senso, a seconda dell’argomento, a seconda del problema, le esperienze<br />

ora riferite vanno viste come i momenti trainanti <strong>di</strong> una azione scolastica<br />

complessiva. Esse sembrano pertanto essere servite anzitutto a recuperare<br />

e a non <strong>di</strong>ssipare energie, ad aggregare e a chiarire, nelle varie classi, i<br />

compiti e i ruoli <strong>di</strong> ciascuno. Hanno anche contribuito, in qualche caso, a<br />

saldare positivamente, una volta evitata la contrapposizione, un curricolo<br />

scolastico «normale» con un curricolo scolastico «straor<strong>di</strong>nario», «parallelo».<br />

ecc. E, a proposito, va detto almeno questo: che le ricerche <strong>di</strong> cui si <strong>di</strong>scorre<br />

hanno avuto quasi sempre la capacità <strong>di</strong> sollecitare negli studenti — nel caso<br />

che non fossero stati già questi ultimi a prendere l’iniziativa e a stimolare<br />

essi stessi l’insegnante — una maggiore adesione, un’attenzione più critica,<br />

consapevole e «necessaria», ai programmi previsti dagli or<strong>di</strong>namenti: e ciò,<br />

paradossalmente, proprio nel momento in cui le stesse ricerche venivano<br />

presentate (in un certo senso lo erano anche) come qualcosa <strong>di</strong> «alternativo».<br />

Acquistando i ragazzi fiducia nelle loro capacità <strong>di</strong> ricercatori e ottenendo<br />

da sé la certezza <strong>di</strong> svolgere un’attività intelligente, impegnativa e «seria»<br />

oltre che autogratificante, essi hanno finito con lo scegliere più che col subire<br />

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