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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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336<br />

Nicola Siciliani de Cumis<br />

tratto–<strong>di</strong>–unione tra le indagini compiute, da un autore in una certa<br />

opera e <strong>di</strong> cui si dà conto da un qualche punto <strong>di</strong> osservazione, e le<br />

indagini che si stimolano nei lettori il più possibile funzionalmente<br />

ad una ulteriorità orientata, tendenzialmente finalizzata a produrre<br />

nuove conoscenze <strong>di</strong> merito ed un ampliamento della pratica recensiva.<br />

E ciò, senza altre limitazioni che quelle derivanti dalla competenza<br />

del recensore “in atto” o “potenziale”: dove, per «competenza»,<br />

si deve intendere sia la formazione e l’esplicazione <strong>di</strong> capacità<br />

tecniche (in forza <strong>di</strong> cultura, esperienza, sapere specifico), sia la genesi<br />

ed il costituirsi originario <strong>di</strong> abilità <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio (sulla base <strong>di</strong><br />

propensioni, attitu<strong>di</strong>ni, impulsi dell’intelligenza).<br />

In questo or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> idee occorre recensire i recensori. E auto–<br />

recensirsi: ed intanto, collocandosi criticamente e autocriticamente<br />

nel bel mezzo del lavorìo in<strong>di</strong>viduale e sociale che la recensione come<br />

genere alla sua maniera storiografico comporta, contribuire forse<br />

alla costruzione del documento ed al suo ipotetico successivo produrre<br />

documenti (variamente <strong>di</strong>dattico–storici). Cioè recensioni. Ma<br />

da dove incominciare? Evidentemente, da «punto <strong>di</strong> vista»: dal punto<br />

<strong>di</strong> vista che eleggiamo a «nostro» e che, in quanto tale, può essere <strong>di</strong>chiarato,<br />

spiegato, posto in <strong>di</strong>scussione. Nei suoi elementi e nell’insieme;<br />

nelle sue posizioni <strong>di</strong> principio, e nelle sue conseguenze, come frutto <strong>di</strong><br />

riflessioni pregresse, e come traccia del «nuovo» da stu<strong>di</strong>are in futuro.<br />

Di qui, per l’appunto, il senso del successivo promemoria tra cronaca e<br />

storia , tra «indagini scientifiche» e «senso comune»:<br />

a) Il «punto <strong>di</strong> vista» del recensore tra storiografia e educazione ha, in quanto<br />

tale, una storia ed un rilievo educativo che può essere a sua volta storicizzato<br />

e, non<strong>di</strong>meno. essere oggetto <strong>di</strong> una azione pedagogico–<strong>di</strong>dattica eventuale. Un<br />

buon inizio <strong>di</strong> ricerca, tra gli altri possibili: la “scoperta” e l’”uso” del primo dei<br />

recensori, <strong>di</strong> chi «inventò l'arte della recensione» ovvero dell’«antenato degli<br />

stroncatori», probabilmente — in senso tecnico — il patriarca <strong>di</strong> Costantinopoli<br />

Fozio, vissuto nel nono secolo dopo Cristo (820 circa – 899 circa): ed autore, tra<br />

l’altro, della Bibliotheca o Myriobiblion, che consiste in una rassegna <strong>di</strong> 279 opere<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>verso argomento (in parte perdute) da lui lette, riassunte ed esaminate criticamente<br />

(cfr. Fozio, Biblioteca, trad. it. <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Bevegni, a cura <strong>di</strong> Nigel Wilson,<br />

Milano, Adelphi, 1992, pp. 461). Problema: interferisce o non, nell’attività<br />

del Fozio recensore, il suo punto <strong>di</strong> vista polemico verso la Santa Sede, che lo

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