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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Il «punto <strong>di</strong> vista» del recensore tra storiografia e educazione<br />

collettivamente <strong>di</strong> svariate recensioni, e delle tecniche relative, nel<br />

quadro dello svolgimento <strong>di</strong> due corsi monografici per gli studenti<br />

<strong>di</strong> Pedagogia della stessa Università 13 . Infine (ma ciò esaurisce solo relativamente<br />

l’indagine), non sono mancati precisi riscontri <strong>di</strong> contesto<br />

anche fuori dell’ambito accademico <strong>di</strong> cui sopra, che varrà forse la pena<br />

<strong>di</strong> documentare a parte 14 .<br />

Può servire, a questo proposito, ripercorrere (si veda la nota che<br />

segue questo articolo) unitariamente l’andamento delle considerazioni<br />

svolte via via nel farsi delle successive occasioni <strong>di</strong> seminario,<br />

sottolineando preliminarmente la circostanza obiettiva dell’ambiente<br />

istituzionale, che per le sue stesse finalità ha favorito la riflessione sia<br />

personale sia collegiale: e cioè il Dipartimento <strong>di</strong> ricerche storico–filosofiche e<br />

pedagogiche della Prima università <strong>di</strong> Roma. Il «punto <strong>di</strong> vista» del recensire,<br />

e la recensione del «punto <strong>di</strong> vista» tra storiografia e educazione,<br />

non potevano non risentirne variamente. Di qui, pertanto, il senso della<br />

scelta del tema e dei mo<strong>di</strong> dello svolgimento <strong>di</strong> esso. Di qui lo stesso tono<br />

autorecensivo, e l’uso della prima persona, con motivazioni tecniche<br />

esplicite, per altro facilmente desumibili dal testo nella nota e dalle sue<br />

propaggini, cronologicamente successive ma logicamente sincrone.<br />

3. Una data, i «dati»: meglio, l’assunto, gli assunti del recensire<br />

secondo un determinato punto <strong>di</strong> vista, tra storiografia e educazione.<br />

In altri termini: la recensione che in via <strong>di</strong> ipotesi più serve, scrivendo<br />

<strong>di</strong> storia in un’ottica pedagogica ovvero insegnando/apprendendo<br />

in qualche modo il «mestiere dello storico», già a scuola (dalle elementari<br />

all’università, ed ovviamente cambiando le cose che sono<br />

da cambiare ai vari livelli d’età e <strong>di</strong> acculturazione), la recensione<br />

che più importa, è quella che restituisce i contenuti <strong>di</strong> un testo e<br />

contemporaneamente introduce problemi: quella, cioè, che funge da<br />

partecipazione <strong>di</strong> studenti e laureati <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse «annualità» e generazioni. Oltre che,<br />

talvolta, <strong>di</strong> qualche collega «ospite».<br />

13 Per gli studenti <strong>di</strong> prima annualità, su Anton S. Makarenko e il Poema pedagogico;<br />

per quelli <strong>di</strong> seconda annualità su Jean Piaget e l’Epistemologia genetica.<br />

14 Cfr. quin<strong>di</strong> taluni riscontri, ancora nella forma della recensione, soprattutto<br />

nelle riviste «Slavia», «Cinema Nuovo», «Scuola e Città», nel corso <strong>di</strong> questi anni<br />

Novanta.<br />

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