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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Nicola Siciliani de Cumis<br />

essere subito utili ad identificare i termini della questione: il «punto <strong>di</strong><br />

vista» del recensore tra storiografia e educazione. Il punto <strong>di</strong> vista, cioè,<br />

come documento <strong>di</strong> in–formazione: considerato proprio il fatto che, tra gli<br />

altri significati tra<strong>di</strong>zionali del documentare (da docere) c’è anche quello<br />

dell’informare e dell’insegnare («per lo più pratico, morale, ma talora<br />

anche intellettuale, teorico, speculativo»), del consigliare, dell’istruire,<br />

dell’ammaestrare, dell’ammonire, del fungere da esempio, da modello,<br />

e perfino da «contenuto dell’insegnamento» 2 .<br />

E ben sapendo che recensione, l’atto del recensire, all’origine vuol<br />

<strong>di</strong>re anzitutto affrontare «un’opera nuova, con giu<strong>di</strong>zio sul suo valore<br />

e pregio», «esaminare, considerare con attenzione», «a fondo», e non<strong>di</strong>meno<br />

«raccontare, narrare», passare in rassegna secondo una qualche<br />

cronologia 3 : e quin<strong>di</strong> in vario modo storicizzare, educare il senso<br />

storico, da un determinato punto <strong>di</strong> vista; espressione, quest’ultima,<br />

che pur rinvia alla questione del vedere come strettamente connessa<br />

alla storia, già sul piano etimologico; ed insieme alla questione della<br />

cronaca, dell’informazione formativa 4 .<br />

Scrive pertanto Gramsci (all’inizio degli anni Trenta) 5 :<br />

Riviste–tipo. Le recensioni. Ho accennato a <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> recensione, ponendomi<br />

dal punto <strong>di</strong> vista delle esigenze culturali <strong>di</strong> un pubblico ben determinato<br />

e <strong>di</strong> un movimento culturale, anch’esso ben determinato, che si vorrebbe<br />

suscitare: quin<strong>di</strong> recensioni «riassuntive» per i libri che si pensa non potranno<br />

essere letti e recensioni–critiche per i libri che si ritiene necessario in<strong>di</strong>care alla<br />

lettura, ma non così, senz’altro, ma dopo averne fissato i limiti e in<strong>di</strong>cato le defi-<br />

contare che essenziale è, per l’antipedagogico Gramsci, la stroncatura critica come<br />

momento “alto” del recensire.<br />

2 Cfr. S. BATTAGLIA, Grande <strong>di</strong>zionario della lingua italiana, vol. VI (DAH–DUU),<br />

Torino, UTET, 1966, pp. 894–896 (con attenzione anche alla parte storico–antologica,<br />

relativa alle definizioni dei termini (Documentare, Documentazione, Documento<br />

ecc.).<br />

3 Cfr. M. CORTELAZZO – P. ZOLLI, Dizionario etimologico della lingua italiana, vol. 4<br />

(O–R), Bologna, Zanichelli, 1985, p. 1041 (con significativa bibliografia).<br />

4 Cfr. ID., Dizionario etimologico della lingua italiana, vol. 5 (S–Z), Bologna, Zanichelli,<br />

1988, pp. 1278–1279; e N. SICILIANI DE CUMIS, L’educazione <strong>di</strong> uno storico, Pian<br />

<strong>di</strong> San Bartolo (Firenze, Manzuoli), 1989, pp. IX e 1–3, e pp. 165–197; ma già in precedenza,<br />

ID., Filologia, politica e <strong>di</strong>dattica del buon senso, cit., pp. 130–134.<br />

5 GRAMSCI, Quaderni del carcere, cit., p. 976.

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