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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Poe, <strong>Labriola</strong>, tre mamozii e il Ro<strong>di</strong>mčik <strong>di</strong> Makarenko<br />

al fine <strong>di</strong> restituire <strong>Labriola</strong>, tutto <strong>Labriola</strong>, secondo l’or<strong>di</strong>ne, la molteplicità<br />

e l’unitarietà dei suoi pensieri (filosofici, storiografici, pedagogici,<br />

politici, ecc.). Ma a chi la racconto? Al Salieri in <strong>di</strong>ciottesimi, <strong>di</strong> un qualche<br />

Mozart collettivo inesistente?<br />

2) Risulta pertanto pressoché inutile l’esagerata messa a punto <strong>di</strong><br />

Miccolis contro la semplice frase, solo genericamente informativa, dedotta<br />

da un’affermazione <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> e riportata in uno dei pannelli della<br />

mostra, a proposito del fatto che <strong>Labriola</strong>, nel 1876, «comincia a dar lezioni<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti e doveri agli operai romani, <strong>di</strong>staccandosi dalla Destra<br />

storica».<br />

È inutile, perché è ad<strong>di</strong>rittura un luogo comune la convinzione, che il<br />

<strong>di</strong>stacco <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> dalla Destra storica fu comunque un processo lungo,<br />

laborioso, intimamente contrad<strong>di</strong>ttorio: e perciò stesso assai <strong>di</strong>fficile da<br />

circoscrivere ad un “momento”, ad un “anno” preciso, per un “motivo”<br />

soltanto, in presenza <strong>di</strong> un unico “dato <strong>di</strong> fatto”. La stessa proclamata e<br />

tuttavia filosoficamente con<strong>di</strong>zionata (in senso hegeliano) adesione <strong>di</strong><br />

<strong>Labriola</strong> allo herbartismo (che per lui non è una «prigione») la <strong>di</strong>ce lunga<br />

sulla sua forma mentis anche in politica.<br />

Senza contare che, con il ‘76, è proprio lo hegelismo labrioliano <strong>di</strong> fondo<br />

a suggerire, che la caduta della Destra storica (da una lato) e la Sinistra<br />

al potere (dall’altro lato), al <strong>di</strong> là dei necessari <strong>di</strong>stinguo, non siano<br />

altro che momenti della medesima «lezione delle cose» con cui fare <strong>di</strong>aletticamente<br />

i conti… Ed è nel ‘76, che <strong>Labriola</strong> prende posizione contro talune<br />

decisioni ufficiali della propria parte politica (per es. a proposito<br />

dell’abolizione delle Facoltà teologiche), senza per questo tagliare i ponti<br />

con essa, tra linearità, <strong>di</strong>scontinuità, contrad<strong>di</strong>zioni… Non per niente,<br />

ancora nel 1903, <strong>Labriola</strong> sarà pur sempre lui, a suo <strong>di</strong>re, quel «socialista<br />

in partibus infidelium», cui piacerà ricordare non senza nostalgia, quei<br />

«moderati — che i loro illegittimi ere<strong>di</strong> <strong>di</strong> ora fan ritenere per dei conservatori,<br />

ma che furono invece dei rivoluzionari temperati» 11 .<br />

È poi inutile, l’acribiosa messa a punto <strong>di</strong> Miccolis, perché il primo ad<br />

essere convinto delle ovvie verità che egli polemicamente mi sostiene<br />

contro con eccessivo spreco <strong>di</strong> veleno, sono proprio io. E mi parrebbe<br />

11 A. LABRIOLA, L’opposizione al <strong>di</strong>vorzio, in <strong>«La</strong> Tribuna», 31 gennaio 1903, in ID.,<br />

Scritti politici 1886–1904, a cura <strong>di</strong> V. Gerratana, Bari, Laterza, 1970, p. 503.<br />

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