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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Poe, <strong>Labriola</strong>, tre mamozii e il Ro<strong>di</strong>mčik <strong>di</strong> Makarenko<br />

Di modo che risulta<br />

affatto erroneo l’in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong>dattico <strong>di</strong> coloro, che applicandosi agli stu<strong>di</strong> storici,<br />

si danno gran pensiero d’impadronirsi soltanto degli ovvii mezzi istrumentali<br />

della critica, e sperano che la cognizione reale della materia debba venir da sé.<br />

Ma dove manchi la cultura teoretica, poniamo dell’economia e del <strong>di</strong>ritto; o dove<br />

faccia <strong>di</strong>fetto l’intelligenza della funzione psicologica p. e. della lingua o della<br />

religione, è inutile che altri si travagli nell’esercizio della critica <strong>di</strong>plomatica o<br />

filologica: l’uso anche corretto degl’istrumenti non affida <strong>di</strong> nulla 9 .<br />

Ecco perché Miccolis — per <strong>di</strong>rla ancora con <strong>Labriola</strong> — procedendo<br />

«per soli gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> eru<strong>di</strong>zione», non fa che offrire, con la sua recensione<br />

(ma non solo con questa), un proprio ulteriore mamozio… Un mamozio,<br />

che il prof. <strong>Labriola</strong> avrebbe probabilmente bocciato o, al più, trattato<br />

con sufficienza: forte della persuasione, che una cosa è leggere con gli<br />

occhi un autore e contribuire a restituirne <strong>di</strong>ligentemente i testi; un’altra<br />

cosa (per usare la stessa terminologia labrioliana) è intenderne con la testa<br />

il «pensiero» e il «motivo», la «genesi» e lo «sviluppo», il rapporto, in<br />

ultima analisi, tra gli «elementi della formazione» e «la cosa formata».<br />

3. Del terzo mamozio<br />

Tertium datur: ed è un mamozio, quello che su tale presupposto Miccolis<br />

riesce a produrre <strong>di</strong> suo, che si colloca ben oltre il Mamozio Primo <strong>di</strong><br />

cui parla <strong>Labriola</strong> per Gentile e sicuramente al <strong>di</strong> là del mamozio secondo<br />

a me attribuito. Un mamozio del mamozio, se così posso <strong>di</strong>re, che denominerei<br />

per l’appunto mamozio terzo, per <strong>di</strong>fferenziarlo qualitativamente<br />

dai due precedenti. E so bene che, già per il solo fatto <strong>di</strong> occuparmene,<br />

non rendo forse il giusto merito all’insegnamento <strong>di</strong> un grande<br />

maestro <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> labrioliani, che proprio a proposito del mamozietto<br />

acrimonioso <strong>di</strong> un altro logografo degli anni ‘70, sempre su <strong>Labriola</strong>, così<br />

si esprimeva:<br />

Caro Siciliani […]. Ho l’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> non leggere, per principio, attacchi che<br />

non contengono critiche precise, o <strong>di</strong> fatto. Solo a queste rispondo, per ricono-<br />

9 Ibidem.<br />

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