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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Poe, <strong>Labriola</strong>, tre mamozii e il Ro<strong>di</strong>mčik <strong>di</strong> Makarenko<br />

trano perfettamente nel quadro dell’importante problematica del Mamozio<br />

Primo, respingendo al mittente l’invenzione <strong>di</strong>strattiva del mamozio<br />

secondo (e del suo mentore):<br />

Il Gentile si professa rappresentante della rinascita dell’idealismo, e con ciò<br />

intende <strong>di</strong> <strong>di</strong>re che si torni ad Hegel sic et simpliciter. Così si manifesta nella<br />

sua produzione, nei proemii alle ristampe degli scritti dello Spaventa, e in qualche<br />

opuscolo <strong>di</strong> polemica segnatamente col Varisco. Del resto le sue pubblicazioni<br />

importanti sono <strong>di</strong> storia della filosofia; e in queste la preoccupazione speculativa<br />

cede il posto alla ricerca eru<strong>di</strong>ta, all’analisi delle fonti, alla esposizione<br />

obiettiva. Fra i titoli esibiti dal Gentile non ve n’è alcuno <strong>di</strong> strettamente dottrinale<br />

nel senso <strong>di</strong> ciò che occorre a documentare la preparazione <strong>di</strong>retta ad insegnare<br />

la filosofia teoretica.<br />

Un giu<strong>di</strong>zio, questo <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> su un Gentile sic et sipliciter “hegeliano”,<br />

che, come <strong>di</strong>cevo, risulta perfettamente coerente con la presa <strong>di</strong> posizione<br />

labrioliana sul Mamozio Primo della lettera a Croce. Un giu<strong>di</strong>zio,<br />

cioè, che anche e soprattutto alla luce dei pareri espressi dallo stesso <strong>Labriola</strong><br />

sugli altri concorrenti nel medesimo concorso palermitano (pareri<br />

anch’essi esposti nei pannelli della mostra e riproposti quin<strong>di</strong> nel catalogo)<br />

7 , chiarisce ulteriormente il quadro concettuale per esplicito hegeliano<br />

e anti–gentiliano <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>: e, quin<strong>di</strong>, la complessità della posizione teoretico–pratica<br />

labrioliana, tra «Spirito», «Natura», «Storia», che si contrappone<br />

alla semplificazione “mentalistica” gentiliana <strong>di</strong> Hegel, in<br />

quanto, secondo <strong>Labriola</strong>, non è che «analitica», nel significato restrittivamente<br />

kantiano del termine… E per l’appunto il «Mamozio», niente<br />

altro che il Mamozio Primo, nell’ottica <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> e del suo “anti–Gentile”.<br />

Un «Mamozio», dunque, che, se correttamente inteso, avrebbe potuto<br />

avvicinare all’intera materia labrioliana del catalogo e al suo effettivo<br />

contributo nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> un <strong>Labriola</strong> originalmente hegeliano a trecentosessanta<br />

gra<strong>di</strong>: <strong>di</strong>aletticamente, o meglio, come <strong>Labriola</strong> precisa, geneticamente<br />

hegeliano. Da sempre hegeliano: e, cioè, almeno da quando,<br />

dall’interno del «principio dello Hegellismo», egli arriva a Herbart, agli<br />

7 Ibidem.<br />

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