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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Poe, <strong>Labriola</strong>, tre mamozii e il Ro<strong>di</strong>mčik <strong>di</strong> Makarenko<br />

della sortita “filologistica” è un bene pedagogico prezioso, per <strong>di</strong>fferenza.<br />

Che tra l’altro, in un gruppo <strong>di</strong> lavoro con un certo grado <strong>di</strong> affiatamento,<br />

si presta ad essere vissuto umoristicamente e a fare, per così <strong>di</strong>re,<br />

da colla sociale e da stimolo ulteriori.<br />

E se Miccolis, ha preferito rifarsi all’immagine <strong>di</strong> un <strong>Labriola</strong>–<br />

mamozio (che vuol <strong>di</strong>re fantoccio, bamboccio, ritratto d’uomo mal riuscito),<br />

la cosa sembra in realtà riguardare la mostra e il catalogo solo fino<br />

ad un certo punto. Sollecita invece ad appuntare l’attenzione sul <strong>Labriola</strong><br />

“altro”, che è stato ed è oggetto <strong>di</strong> documentazione e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o alla<br />

«<strong>Sapienza»</strong>; e <strong>di</strong> riprendere il <strong>di</strong>scorso su temi e problemi labrioliani <strong>di</strong><br />

maggiore interesse, spererei, per gli stu<strong>di</strong>osi seriamente impegnati a cogliere<br />

l’unitarietà dell’opera <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>; e, dunque, sul grado <strong>di</strong> novità<br />

dei contributi in tal senso, proprio a partire dal «mamozio» evocato<br />

trionfalmente dal recensore, come inconsapevole autocaricatura, finzione<br />

del sé, svuotamento della propria funzione critica. Insomma, un mamozio<br />

anche lui.<br />

A parte il <strong>di</strong>sappunto che mi produce il fatto che, per risultare più efficace<br />

nella stroncatura, Miccolis si sia voluto servire proprio <strong>di</strong> quel<br />

«Mamozio», che rimanda sinistramente allo strazio degli ultimi giorni <strong>di</strong><br />

<strong>Labriola</strong>, è tuttavia anche vero che — anche alla luce degli ine<strong>di</strong>ti esposti<br />

nella mostra e stampati nel catalogo — proprio il Mamozio <strong>di</strong> labrioliana<br />

memoria, assume una grande importanza per capire <strong>Labriola</strong>, sia in<br />

quanto tale, sia nel quadro dei suoi rapporti con Benedetto Croce 4 ; e, ancora<br />

<strong>di</strong> più, con Giovanni Gentile:<br />

Caro Benedetto […] Di Gentile non m’importa d’approfon<strong>di</strong>re più nulla.<br />

Faccia il comodo suo… e invochi il perdono <strong>di</strong> Hegel per gli spropositi che gli<br />

attribuisce… Giu<strong>di</strong>zi analitici! È un modo <strong>di</strong> servirsi delle formule kantiane per<br />

ispiegarsi. E poi hai capito… perché neghi la comprensione filosofica della natura<br />

e della storia… E ti pare poco? Quello Spirito che non ha niente che fare con la<br />

4 A. LABRIOLA, Epistolario 1896–1904, introduzione <strong>di</strong> E. Garin, a cura <strong>di</strong> V. Gerratana<br />

e A. A. Santucci, Roma, E<strong>di</strong>tori Riuniti, 1983, p. 1004 (una lettera del 5 gennaio<br />

1904).<br />

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