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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Roberto Toro<br />

L’influenza della filosofia hegeliana su <strong>Labriola</strong> è stata, peraltro, esaminata<br />

più recentemente da Gian Piero Orsello, il quale — ripercorrendo,<br />

sulla traccia della lettura <strong>di</strong> Eugenio Garin, le principali tappe della<br />

formazione labrioliana — si esprime come segue:<br />

L’approfon<strong>di</strong>mento intorno alla caratterizzazione del pensiero <strong>di</strong> <strong>Antonio</strong><br />

<strong>Labriola</strong> e al processo <strong>di</strong> enucleazione <strong>di</strong> un suo autonomo in<strong>di</strong>rizzo filosofico è<br />

stato considerato spesso in termini eccessivamente semplicistici sia quando si è<br />

voluto sopravvalutare la pregnanza del suo iniziale hegelismo, sia quando ne<br />

sono state separate in modo troppo netto le singole fasi, a scapito della sua intima<br />

continuità <strong>di</strong> sviluppo 30 .<br />

È, forse, lecito <strong>di</strong>scutere — riprendendo quanto è stato detto più sopra<br />

— <strong>di</strong> un <strong>Labriola</strong> omnimoventesi, per così <strong>di</strong>re “sospeso” tra le ra<strong>di</strong>ci<br />

hegeliane e le prospettive <strong>di</strong> un <strong>di</strong>battito culturale “a più voci” con i succitati<br />

esponenti della cultura russa (un <strong>di</strong>battito, si intende, virtuale)? A<br />

tale interrogativo è possibile rispondere affermativamente, a con<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> assegnare alla <strong>di</strong>mensione pedagogica una funzione assimilatrice delle<br />

<strong>di</strong>verse “realtà” labrioliane. È, infatti, lo spessore pedagogico del “maestro<br />

perpetuo” <strong>Labriola</strong>, il suo essere — come è stato accennato — un<br />

pensatore <strong>di</strong>alettico, che rappresenta la con<strong>di</strong>zione e la premessa necessaria<br />

per relazionarsi (pur mantenendo sempre la propria specificità)<br />

CENTI, <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong>. Dalla filosofia <strong>di</strong> Herbart al materialismo storico, Bari, Dedalo,<br />

1984, pp. 76–77).<br />

30 G. P. ORSELLO, <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong>. Il pensiero del filosofo e l’impegno del politico, Milano,<br />

LED, 2003, p. 12. Particolarmente interessante appare (in vista, tra l’altro, <strong>di</strong><br />

un’adeguata comprensione del <strong>Labriola</strong> “pedagogico”) il successivo riferimento alla<br />

<strong>di</strong>alettica hegeliana, che viene espresso dall’autore nei termini seguenti: «Un ritorno<br />

a Kant, come proponeva lo Zeller, aveva un semplice valore filologico, ma soprattutto<br />

veniva a significare una pericolosa <strong>di</strong>menticanza dell’hegelismo nei suoi significati<br />

storico–fìlosofici. Perciò la via maestra era quella <strong>di</strong> sviluppare il pensiero <strong>di</strong><br />

Hegel nella sua parte più vera, cioè, in quella parte che considera l’unità del reale<br />

inteso nel suo svolgersi, lasciando da parte le astrazioni che, attraverso gli elaboratori<br />

dell’hegelismo, avevano corrotto la dottrina facendole perdere ogni contatto col<br />

mondo storico. <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> ebbe coscienza <strong>di</strong> questo importantissimo fatto,<br />

tant’è vero che la sua <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> Hegel fu rivolta a mantenere in vita ciò che<br />

dell’hegelismo era vivo — la <strong>di</strong>alettica — e perciò suscettibile <strong>di</strong> ulteriore sviluppo<br />

in quanto si inseriva nel moto storico, anzi era la storia stessa» (Ivi, p. 17).

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