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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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<strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> e la multime<strong>di</strong>alità<br />

brioliana, me<strong>di</strong>ante un progressivo riconoscimento dei punti <strong>di</strong> vista a suo<br />

tempo espressi dallo stu<strong>di</strong>oso. Ad attestare la liceità <strong>di</strong> tale inten<strong>di</strong>mento<br />

si situa — così come ricorda lo stesso Sandrucci — la consapevolezza che<br />

«qualcuno ha continuato a lavorare convinto della necessità <strong>di</strong> mantenere<br />

vivo (in verità bisognerebbe <strong>di</strong>re: resuscitare) una possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito.<br />

Sicuri che <strong>Labriola</strong> possa essere ancora scientificamente — e appassionatamente<br />

— interrogato; che sia <strong>di</strong>sponibile a dare delucidazioni su<br />

singoli episo<strong>di</strong> e avvenimenti generali dell’Italia post–risorgimentale e<br />

del primissimo Novecento; a fornire spiegazioni su illustri e meno illustri;<br />

a parlare <strong>di</strong> identità nazionale» 21 . Tutto ciò sembra collimare con la<br />

possibilità che <strong>Labriola</strong>, davvero, sia già presente alla nostra coscienza,<br />

purché si abbia la sensibilità necessaria a saperlo interrogare; <strong>di</strong>versamente,<br />

si rischia <strong>di</strong> ricadere — come avverte Sandrucci — «nella ignoranza<br />

collettiva — o <strong>di</strong>menticanza o rimozione […] <strong>di</strong> <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong><br />

e delle questioni <strong>di</strong> cultura, <strong>di</strong> politica e <strong>di</strong> formazione, legate alla sua vita<br />

e alla sua riflessione» 22 .<br />

In quest’ottica non appare inutile riflettere — raccogliendo l’in<strong>di</strong>cazione<br />

precedentemente offerta da Sandrucci — sulla natura del <strong>di</strong>venire<br />

storico, che può assumere prospettive e <strong>di</strong>mensioni non agevolmente<br />

preve<strong>di</strong>bili 23 . La con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sostanziale incertezza rispetto al <strong>di</strong>venire<br />

ha trovato, in effetti, conferma nel verificarsi della rivoluzione multime<strong>di</strong>ale,<br />

apparsa — soprattutto nel corso degli ultimi decenni — come un<br />

evento capace <strong>di</strong> riflettersi sulla natura e sui medesimi presupposti <strong>di</strong><br />

svariate categorie umane (lavoro, formazione e informazione, comunicazione):<br />

<strong>Labriola</strong> non avrebbe potuto, ovviamente, prevedere il costituirsi<br />

<strong>di</strong> tale fenomeno, ma il carattere progressivo della sua ricerca non consente<br />

a posteriori <strong>di</strong> situarlo fuori dalla prospettiva labrioliana, sia pure nei<br />

termini alquanto generici <strong>di</strong> una variatio delle opere dell’uomo. Diversamente<br />

rilevante, tuttavia, è la <strong>di</strong>sponibilità della quale <strong>Labriola</strong> avrebbe<br />

dato prova (e, per quanto riguarda i “fatti umani” a lui contemporanei,<br />

ha effettivamente dato prova) nei confronti <strong>di</strong> tutto quanto potesse — in<br />

conformità <strong>di</strong> un atteggiamento <strong>di</strong>alettico — corrispondere a un punto <strong>di</strong><br />

21 Ivi, pp. 72–73.<br />

22 Ivi, p. 72.<br />

23 «[…] quello che del <strong>di</strong>venire una volta sembra svelato e fissato, in un successivo<br />

ricercare può traballare o franare senz’altro» (Ibidem).<br />

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