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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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<strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> e la multime<strong>di</strong>alità<br />

che integri <strong>di</strong>mensioni spirituali e variabili “tecniche”, in vista <strong>di</strong> una<br />

“formazione del vivo senso delle cose, in quanto capaci <strong>di</strong> muovere lo<br />

spirito interessandolo”. La prospettiva con cui il <strong>Labriola</strong> si pone <strong>di</strong> fronte<br />

alla <strong>di</strong>acronia è quin<strong>di</strong> decisamente sincronica, ancora una volta inter<strong>di</strong>sciplinare<br />

e critica sull’analisi e sulla progressione delle variabili» 7 .<br />

È, tuttavia, nel configurare il profilo del maestro che <strong>Labriola</strong> — così<br />

come emerge dalla visione proposta, in queste pagine, da Boncori — delinea<br />

i tratti essenziali <strong>di</strong> un ideale (destinato a realizzarsi soltanto dopo<br />

molto tempo 8 ) <strong>di</strong> sperimentazione pedagogica: «[…] il maestro è l’elemento<br />

critico che, maturata egli stesso una motivazione e un interesse per la storia<br />

formativa del fanciullo, è in grado <strong>di</strong> stabilire un profondo legame<br />

formativo, “simpatetico”, “spirituale” che gli consente <strong>di</strong> porre in atto<br />

un intervento <strong>di</strong>dattico realistico e capace <strong>di</strong> produrre gli sviluppi ipotizzati;<br />

questi verranno perseguiti attraverso meto<strong>di</strong>, strumenti, tecniche,<br />

interventi razionali e sempre verificati» 9 . La rilevanza assegnata al contesto<br />

metodologico corrisponde, in Boncori, al delinearsi <strong>di</strong> una pedagogia<br />

contrassegnata, fin dall’inizio del Novecento, da un’attitu<strong>di</strong>ne scientifica<br />

e sperimentale: a cominciare dalle esperienze <strong>di</strong> Alfred Binet (la<br />

“Scala metrica dell’intelligenza”, ideata dallo psicologo francese, risale al<br />

1909) si assiste, infatti, a una progressiva ascesa delle nuove tendenze e<br />

all’instaurarsi <strong>di</strong> prospettive strettamente connesse con il progresso tecnico;<br />

lo sforzo <strong>di</strong> rispondere sempre meglio alle esigenze formative della<br />

società conduce — come ricorda Boncori all’inizio del proprio scritto —<br />

a costruire «strumenti progressivamente sempre più perfezionati, con<br />

tecnologie per una più rapida e sicura acquisizione dei dati (per esempio<br />

attraverso scanner ottici), elaborazione (per esempio attraverso test statistici<br />

fattoriali e multivariati) e comunicazione (per esempio attraverso<br />

7 Ivi, p. 211. Il riferimento labrioliano compreso nella citazione è tratto da: A. LA-<br />

BRIOLA, Dell’insegnamento della storia (1876), nella raccolta degli Scritti pedagogici, cit.,<br />

p. 267.<br />

8 «Pur senza riferirsi ad un concetto formale <strong>di</strong> sperimentazione, cosa peraltro<br />

fuori del contesto storico e culturale in cui opera il <strong>Labriola</strong>, ci sembra tuttavia <strong>di</strong><br />

riscontrare nella descrizione professionale del maestro da lui elaborata un’aderenza<br />

a qualità che, qualche decennio più tar<strong>di</strong>, porteranno a <strong>di</strong>stinguere l’esperienza<br />

dall’esperimento» (ivi, pp. 213–214).<br />

9 Ivi, p. 213.<br />

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