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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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<strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> e la multime<strong>di</strong>alità ∗<br />

Roberto Toro<br />

1. Introduzione<br />

La figura <strong>di</strong> <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> — così come essa si manifesta, all’inizio<br />

del ventunesimo secolo, alla nostra coscienza e alla nostra sensibilità —<br />

non appare (almeno ad uno sguardo sommario) contrad<strong>di</strong>stinta da una<br />

rilevante contiguità con la <strong>di</strong>mensione multime<strong>di</strong>ale. Sembra, infatti,<br />

possibile (e anzi necessario) riferirsi a <strong>Labriola</strong> — sia pure entro i limiti<br />

<strong>di</strong> una percezione estemporanea — come ad una personalità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oso<br />

scientificamente rigoroso; a un intellettuale capace, in definitiva, <strong>di</strong> guardare<br />

avanti meglio e più <strong>di</strong> altri nella rappresentazione del proprio pensiero,<br />

giungendo infine a esprimere un punto <strong>di</strong> vista ben definito e pienamente<br />

consapevole sulla realtà 1 . Tutto ciò non sembra, sulle prime,<br />

potersi conciliare appieno con taluni aspetti del sentire multime<strong>di</strong>ale, che<br />

è — anzitutto — un sentire plurivoco, consistente nella percezione scambievole<br />

e per così <strong>di</strong>re reversibile della realtà nel rapporto tra <strong>di</strong>mensioni<br />

<strong>di</strong>verse del comunicare. Da una parte, dunque, la personalità della quale<br />

<strong>Labriola</strong> dà prova, il rifiuto da parte del filosofo <strong>di</strong> ogni irragionevole<br />

supponenza; d’altra parte, il manifestarsi (nell’ambito multime<strong>di</strong>ale) <strong>di</strong><br />

linguaggi e co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>fferentemente articolati, perfino eterogenei, ma destinati<br />

— nella prospettiva dei potenziali utenti — a interagire nel contesto<br />

<strong>di</strong> un’informazione moltiplicata e “arricchita” rispetto ai dati iniziali.<br />

∗ Pubblicato in «Slavia», n. 2, aprile–giugno 2006, pp. 93–108.<br />

1 «<strong>Labriola</strong> fu il primo marxista teorico in Italia, forse il maggiore: il primo autore<br />

che nei Saggi sul materialismo storico […] abbia tradotto l’ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> Marx ed Engels<br />

su un piano alto e originale. <strong>Labriola</strong> <strong>di</strong>venta marxista a cinquanta anni, cioè dopo<br />

aver pensato e scritto per decenni come non–marxista. È un marxismo che risente<br />

del suo precedente liberalismo» (<strong>Labriola</strong> e la sua Sapienza, intervista <strong>di</strong> G. Gaetano a<br />

N. Siciliani de Cumis, pubblicata in rete il 24 marzo 2004 su M@g – Quoti<strong>di</strong>ano online<br />

della Scuola <strong>di</strong> giornalismo dell’Università Cattolica. In rete all’in<strong>di</strong>rizzo: http://www-<br />

2.unicatt.it/pls/unicatt/mag_gestion_cattnews.ve<strong>di</strong>_notizia?id_cattnewsT=3887).

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