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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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La stele e lo stile <strong>di</strong> <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong><br />

tenza. E questa constatazione spiega e giustifica il realismo nella [nello, nel testo]<br />

dottrina filosofica della storia sostenuta dal <strong>Labriola</strong>.<br />

Egli cammina, dunque, col suo tempo, e all’avanguar<strong>di</strong>a: come guida, come<br />

<strong>di</strong>rigente, come portatore della lampada della vita.<br />

Perché la sua filosofia non è una esercitazione accademica più o meno dotta,<br />

ma è un fattore <strong>di</strong> azione: e i suoi insegnamenti, i suoi scritti non sono stati invano:<br />

essi sono stimolo e pungolo ad operare, sono arma per combattere, sono l<br />

seme sparso sul terreno, che noi dobbiamo far sì che non rimanga infecondo.<br />

Ricordate le sue parole?<br />

«È del filosofo appunto questa doppia figura: il filosofo, o signori, è <strong>di</strong> solito,<br />

e per abito e per ufficio suo, critico della conoscenza, critico del pensiero, critico<br />

della società, critico dei pregiu<strong>di</strong>zi. Ma, quando si elevi dentro <strong>di</strong> sé medesimo,<br />

e per un istante si rappresenti come in compen<strong>di</strong>o, e anzi in forma <strong>di</strong> poesia, la<br />

somma delle convinzioni che si sia andato facendo per critica <strong>di</strong> ragione, il filosofo,<br />

per poco che spinga lo sguardo <strong>di</strong> là dalla cerchia della mente dei volgari,<br />

può <strong>di</strong>ventare e parere augure e profeta. Ed io vorrei per un’istante solo vivere,<br />

come per immagine dentro <strong>di</strong> me, della vita della futura Italia, che, penetrata<br />

tutta della coltura e costituita in forma <strong>di</strong> verace democrazia, parlerà <strong>di</strong> noi e<br />

del nostro stato presente, come <strong>di</strong> infanti ciechi per errore».<br />

Egli vive e vivrà in mezzo a noi sotto l’aspetto da lui stesso descritto.<br />

Egli ha designate le forze e i valori che si agitano nel tempo nostro e fanno la<br />

storia, e ci ha ad<strong>di</strong>tato il cammino che si può utilmente percorrere.<br />

Io sento ora e sempre la sua voce che mi <strong>di</strong>ce, che <strong>di</strong>ce a noi tutti: Avanti e in<br />

alto!<br />

*<br />

* *<br />

Il <strong>di</strong>scorso ascoltato con attenzione vivissima, in religioso silenzio, è durato<br />

un’ora. Prolungati applausi hanno coronata la sua chiusa. Il ministro Boselli; gli<br />

on. Credaro, Chimienti, Pierantoni, De Amicis, i professori dell’Università e<br />

gran parte del pubblico hanno fatto le più vive congratulazioni all’oratore, che<br />

ha ottenuto un vero grande successo.<br />

7.2. La commemorazione <strong>di</strong> <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> all’università 26<br />

Il Consolato romano della Corda Fratres aveva preso l’iniziativa della commemorazione<br />

<strong>di</strong> <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> che avrebbe dovuto avere luogo nel II° anni-<br />

26 Da <strong>«La</strong> Vita», 19 marzo 1906.<br />

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