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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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264<br />

Daniela Secondo<br />

L’esame che il Torre fa del materialismo storico come filosofia della storia e<br />

come spiegazione e giustificazione speciale del movimento socialista è tutta una<br />

serie densa e profonda <strong>di</strong> osservazioni critiche.<br />

Il Torre pone quin<strong>di</strong> il problema: se possa esistere quella società futura la<br />

quale Engels e <strong>Labriola</strong> annunziano come la necessaria risultante e soluzione<br />

della crisi della società moderna. E <strong>di</strong>mostra per quali ragioni Engels e <strong>Labriola</strong><br />

si ingannavano su questo punto.<br />

Accenna infine ai germi <strong>di</strong> una filosofia della praxis che si trovano negli ultimi<br />

scritti del Professore dell’Università romana.<br />

Questa filosofia avrebbe dovuto essere il completamento del materialismo<br />

storico.<br />

Quin<strong>di</strong> conclude:<br />

Un’ultima questione: i legami tra materialismo storico e socialismo sono tali,<br />

che se il materialismo non fosse vero, il socialismo non sarebbe giustificato nella<br />

sua base?<br />

Non tutti i socialisti rispondono in modo affermativo. Jaurès, per esempio,<br />

crede, come Kant, che vi sia una <strong>di</strong>rezione intelligibile, un senso ideale della<br />

storia: egli crede in un ente umanità che cerca ed afferma se stessa nella storia ed<br />

è l’anima del <strong>di</strong>ritto. E per conseguenza ritiene che si può essere socialisti senza<br />

accettare il materialismo storico.<br />

La concezione idealistica della storia espressa da Jaurès è, come può derivarsi<br />

da quello che abbiamo detto, una teoria insostenibile al lume dei processi storici<br />

delle varie società: ma non per questo si può conchiudere che il socialismo<br />

mancherebbe <strong>di</strong> classe se il materialismo storico non fosse perfettamente vero in<br />

tutte le sue parti.<br />

Il <strong>Labriola</strong> ha limitato il problema in questi termini: «Se il materialismo storico<br />

non regge, vuol <strong>di</strong>re che l’aspettativa del socialismo è caduca, e che il nostro<br />

pensiero della società futura è creazione da utopisti».<br />

Ma <strong>Labriola</strong> medesimo insegna che «il futuro non può costituire il criterio<br />

pratico <strong>di</strong> ciò che noi dobbiamo fare al presente».<br />

Ora la storia e la logica ci <strong>di</strong>cono che il socialismo è una grande forza: che è<br />

la risultante dello sviluppo economico, politico, giuri<strong>di</strong>co e morale della società<br />

moderna; che questa forza potrà adattarsi ad essere adattata in parte nello svolgimento<br />

libero della società borghese; ma che è una forza in<strong>di</strong>struttibile nei<br />

fondamenti e nella sua ragion d’essere.<br />

E questa constatazione basta all’assunto sociologico che il <strong>Labriola</strong> s’è proposto.<br />

Bisogna riconoscere inoltre che la storia è il fatto dell’uomo, del suo lavoro,<br />

della sua produzione, dei suoi bisogni, delle sue figurazioni ideali, della sua po-

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