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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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La stele e lo stile <strong>di</strong> <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong><br />

luzionaria che appartenne nel secolo XVIII e nella prima parte del XIX secolo<br />

alla borghesia, è passata ora al proletariato. […]<br />

Di quale Stato si parla? Se si parla dello Stato socialista, noi rispon<strong>di</strong>amo che<br />

lo vogliamo non forte ma fortissimo. Ma lo Stato socialista non sarà “per la contrad<strong>di</strong>zione<br />

che nol consente”, liberale. Vi si oppone lo stesso fine che persegue:<br />

la <strong>di</strong>struzione cioè dell’attuale or<strong>di</strong>ne sociale, l’espropriazione degli espropriatori,<br />

la <strong>di</strong>spersione della classe borghese (della classe, <strong>di</strong>ciamo noi, dei singoli).<br />

Tutto questo sarà sempre giu<strong>di</strong>cato antiliberale e tirannico. Ogni rivoluzione fu<br />

accusata <strong>di</strong> tirannia. […]<br />

Ond’è che ritornando alle “eccellenti note” del segretario del Partito unitario,<br />

non resta a noi che riconfermare in pieno come alla luce delle sue teorie —<br />

“Stato forte”, ”libertà che non si trasforma in licenza”, “tutto lecito nei limiti<br />

della legge” — siano ampiamente giustificate le reazioni passate, presenti e future.<br />

Ci si poteva aspettare qualche cosa d’altro.<br />

E qui potrebbe arrestarsi la nostra polemica. In fondo ciò che sorprende nella<br />

relazione Basso sono certe affermazioni <strong>di</strong> tono apertamente conservatore che si<br />

preferirebbe trovare nelle colonne del Corriere. Quanto al fenomeno in sé della<br />

definitiva adesione degli unitari alle tesi democratico–liberali, quanto al loro inserirsi<br />

nell’orbita monarchica e costituzionale, era cosa prevista, logica, in certo<br />

senso fatale. Per questo avvenne la scissione <strong>di</strong> Roma. Questa è la funzione che i<br />

riformisti si sono assunta e che devono assolvere.<br />

6. Prelezione su: I problemi della filosofia della storia<br />

Prelezione letta nell’Università <strong>di</strong> Roma il 28 febbraio del 1887, per<br />

presentare i corsi che il <strong>Labriola</strong> terrà dal 1887 in poi, riguardo all’insegnamento<br />

<strong>di</strong> Filosofia della storia.<br />

Questo scritto, da un certo punto <strong>di</strong> vista è più importante dei saggi<br />

<strong>di</strong> tutto un lungo periodo <strong>di</strong> tempo. Ciò che emerge, e che è <strong>di</strong> notevole<br />

interesse, è il fatto che, per la prima volta in tutta la sua storia, <strong>Labriola</strong><br />

mette ra<strong>di</strong>calmente in <strong>di</strong>scussione la propria formazione sicuramente<br />

hegeliana. È lo scritto dell’incertezza, della crisi, della critica della necessità<br />

storica, della tensione teoretica, in special modo della contrad<strong>di</strong>zione<br />

teoretica tra particolare e generale.<br />

Egli, negli altri suoi scritti tendeva soprattutto a cogliere un’unità del<br />

sapere, una formalizzazione, una compattezza, una necessità; con la prelezione<br />

vi è la presenza <strong>di</strong> un’inquietu<strong>di</strong>ne molto forte, una messa in cri-<br />

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