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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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256<br />

Daniela Secondo<br />

civile. Dal novembre 1926 al <strong>di</strong>cembre 1927 fu confinato a Lipari: ritornato a Feltre<br />

abbandonò qualsiasi attività politica e pubblica (A. Rosada) 20 .<br />

Per conoscere più a fondo Luigi Basso, come persona e come politico,<br />

inserisco l’estratto da un articolo <strong>di</strong> giornale del 1925 (Gli unitari dal socialismo<br />

allo stato liberale. Le “note eccellenti” dell’on. Basso) 21 . Il pezzo è importante,<br />

perché sembra convalidare l’ipotesi <strong>di</strong> un’affinità con il <strong>Labriola</strong><br />

per quanto riguarda il sentire politico–morale, sottolineata soprattutto<br />

nelle ultime righe.<br />

La Giustizia è scesa in campo per la <strong>di</strong>fesa delle “note eccellenti” dell’on.<br />

Luigi Basso. Benone. Per ora la Giustizia ferma la sua attenzione ad una nota<br />

romana del nostro giornale in cui era posto in evidenza l’elogio a Noske e<br />

l’invocazione dello Stato forte. Ma c’è ben altro nelle “note eccellenti” del segretario<br />

del Partito unitario. C’è in pieno, senza sottintesi, senza equivoci (e <strong>di</strong> ciò<br />

va data lode all’on. Basso) l’accettazione non solo del metodo democratico per<br />

la conquista del potere, ma dello Stato liberale. E questo è veramente il colmo.<br />

Finora noi avevamo imparato — sia negli opuscoletti da pochi centesimi in<br />

ven<strong>di</strong>ta anche alla Giustizia, sia nei poderosi e ponderosi volumi <strong>di</strong> Marx e degli<br />

altri teorici del socialismo — che lo Stato è lo strumento della dominazione<br />

borghese, così come l’esercito ed i vari corpi <strong>di</strong> polizia sono gli strumenti della<br />

repressione borghese. Tutto questo cessa <strong>di</strong> essere vero. Dalle “note eccellenti”<br />

dell’on. Basso salta fuori la figura <strong>di</strong> uno Stato ideale, imparziale amministratore<br />

della giustizia, imparziale custode della libertà, superiore ai Partiti, superiore<br />

alle classi.<br />

Orbene se un tale Stato potesse esistere, tutta la critica socialista sarebbe un<br />

impasto <strong>di</strong> errori e <strong>di</strong> menzogne.<br />

Ma un tale Stato non può esistere. Sia liberale, democratico, reazionario lo<br />

Stato è uno strumento della conservazione e della dominazione della classe al<br />

potere. Sempre esso giu<strong>di</strong>ca la libertà tramutata in licenza, e quin<strong>di</strong> legittima la<br />

repressione, ogni qual volta il proletariato forte del numero e del suo <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />

classe soggetta, intende valersi della libertà per la propria riven<strong>di</strong>cazione sociale.<br />

Ciò rende inevitabile, prima o poi, il cozzo violento fra le due classi, così come<br />

fu inevitabile il cozzo violento fra le vecchie caste feudatarie e le aristocrazie<br />

nobiliari e clericali con la moderna borghesia. In questo senso la funzione rivo-<br />

20 F. ANDREUCCI – T. DETTI, Il Movimento Operaio Italiano. Dizionario biografico<br />

1853–1943, vol. I, Roma, E<strong>di</strong>tori Riuniti, 1975, pp. 201–203.<br />

21 Da «Avanti!», 27 marzo 1925.

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