Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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31.05.2013 Views

254 Daniela Secondo […] abbandonare l’illusione che i fatti sociali sieno esposti all’arbitrio degli uomini e convincersi che, come tutti gli altri, devono avere delle cause che agiscono con perfetta regolarità, guardarsi sopra tutto dal portare nella scienza le proprie aspirazioni pratiche, facendone altrettanti principii, da cui dedurre le norme sociali, e finalmente sforzarsi di avvicinare tra loro i fatti sociali e osservarli in complessi considerevoli per poterne meglio cogliere le relazioni […] 17 . Basso sostiene che il sapere può essere di due specie. Se i fatti vengono considerati individualmente sotto il profilo di spazio e tempo, avremo la storia; se questi possono essere legati tra loro in relazione di causa e di effetto avremo la scienza. Vi è in Basso la convinzione che i fatti sociali e le leggi che ne derivano non sono relazionabili tra loro completamente e in modo costante, ma ciò non impedisce di considerarla scienza, perché si tratta sempre di cognizioni e spiegazioni che vanno allargandosi e coordinandosi. Ciascuna scienza ha un proprio metodo dipendente dal carattere dei fatti che essa studia. Per es. le matematiche seguono il metodo deduttivo, le scienze fisiche il metodo sperimentale. Così Basso può dire: […] È dunque necessario esaminare quali sieno a questo proposito i caratteri dei fenomeni che la scienza sociale si propone di studiare, perché da questi caratteri risulterà evidente il metodo da seguirsi. I fatti sociali sono in ogni modo fatti umani, e l’uomo non opera se non spinto da impulsi che sono nella sua natura. Sembrerebbe quindi che bastasse analizzare questa natura psicologica dell’uomo e dai moventi che questa analisi rivelasse dedurre i fatti umani […] 18 . Anche se poi ammette che la natura psicologica non è una cosa completa fin dal principio. Il Basso enumera molteplici forze, che vivono nei popoli e hanno parte nella costituzione e nei mutamenti sociali. Tra esse, troviamo lo spirito religioso, l’interesse individuale o sociale, l’aspirazione alla libertà, alla nazionalità, all’uguaglianza, ecc. Se queste forze sono opposte l’una all’altra, oppure agiscono insieme, condizionandosi tra loro in vario modo, ciò comporta il fatto che i fenomeni sociali, rispetto ad altri, si mostrano più difficili da spiegare scienti- 17 Cit. da ivi, p. 548. 18 Cit. da ivi, p. 550.

La stele e lo stile di Antonio Labriola ficamente. Da questa constatazione deriva che, per la scienza sociale, non è possibile usare i due metodi, ossia quello deduttivo matematico e quello sperimentale. Secondo Basso, per ciò che concerne i fatti sociali occorre accontentarsi dell’osservazione, perché non è possibile maneggiare la società facendo esperimenti artificiali: un po’, per il fatto che non si potrebbe tener conto di tutte le circostanze, e poi perché, nei tempi lunghi gli effetti potrebbero modificarsi radicalmente. 5. Chi è Luigi Basso? Nato a Feltre (Belluno) il 20 febbraio 1862, figlio di un medio proprietario feltrino, dopo la laurea in lettere e filosofia 19 , che aveva conseguito brillantemente a Padova, soggiornò alcuni anni a Roma dove frequentò i circoli repubblicani e radicali aperti ai nuovi motivi del socialismo e del positivismo: fu segretario del comitato per il monumento a Giordano Bruno e membro del Comitato centrale del «patto di Roma» […] Nel clima di grandi speranze del dopoguerra B. divenne il primo deputato socialista del Feltrino: sempre più staccato dalle vicende del reale movimento socialista di massa, di cui intendeva con profondo senso umano le difficoltà e i problemi quotidiani, ma di cui non riusciva a intendere e interpretare le esigenze più schiettamente politiche, B. anche al parlamento, e poi come collaboratore di Critica sociale e, dopo la nascita del Partito socialista unitario, della Giustizia, continuò ad occuparsi prevalentemente di argomenti economico–tributari. F. Turati ne stimava la probità e la serietà, anche se nell’ambito del PSU le sue scarse doti di oratore e la mancanza di diplomazia nello sfumare l’ultrariformismo nelle sue posizioni erano affettuosamente note. Dopo la morte di G. Matteotti toccò a lui, «semplice spulciatore di bilanci», come lo definiva il giornale di B. Mussolini, raccoglierne l’eredità come segretario del partito, cosa che seppe fare con coraggiosa umiltà. La sua relazione al convegno nazionale del marzo 1925 ebbe una vasta, anche se discorde, risonanza: la stampa liberale ampliò l’eco della sua accorata difesa delle libertà statutarie, il suo appello, di fronte alla barbarie fascista, per una società più serena e 19 La prima laurea che consegue Luigi Basso è quella in Giurisprudenza (cfr. il par. 1 del presente lavoro). 255

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Daniela Secondo<br />

[…] abbandonare l’illusione che i fatti sociali sieno esposti all’arbitrio degli uomini<br />

e convincersi che, come tutti gli altri, devono avere delle cause che agiscono con<br />

perfetta regolarità, guardarsi sopra tutto dal portare nella scienza le proprie aspirazioni<br />

pratiche, facendone altrettanti principii, da cui dedurre le norme sociali,<br />

e finalmente sforzarsi <strong>di</strong> avvicinare tra loro i fatti sociali e osservarli in<br />

complessi considerevoli per poterne meglio cogliere le relazioni […] 17 .<br />

Basso sostiene che il sapere può essere <strong>di</strong> due specie. Se i fatti vengono<br />

considerati in<strong>di</strong>vidualmente sotto il profilo <strong>di</strong> spazio e tempo, avremo<br />

la storia; se questi possono essere legati tra loro in relazione <strong>di</strong> causa<br />

e <strong>di</strong> effetto avremo la scienza.<br />

Vi è in Basso la convinzione che i fatti sociali e le leggi che ne derivano<br />

non sono relazionabili tra loro completamente e in modo costante, ma<br />

ciò non impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> considerarla scienza, perché si tratta sempre <strong>di</strong> cognizioni<br />

e spiegazioni che vanno allargandosi e coor<strong>di</strong>nandosi.<br />

Ciascuna scienza ha un proprio metodo <strong>di</strong>pendente dal carattere dei<br />

fatti che essa stu<strong>di</strong>a. Per es. le matematiche seguono il metodo deduttivo,<br />

le scienze fisiche il metodo sperimentale. Così Basso può <strong>di</strong>re:<br />

[…] È dunque necessario esaminare quali sieno a questo proposito i caratteri<br />

dei fenomeni che la scienza sociale si propone <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are, perché da questi caratteri<br />

risulterà evidente il metodo da seguirsi. I fatti sociali sono in ogni modo<br />

fatti umani, e l’uomo non opera se non spinto da impulsi che sono nella sua natura.<br />

Sembrerebbe quin<strong>di</strong> che bastasse analizzare questa natura psicologica<br />

dell’uomo e dai moventi che questa analisi rivelasse dedurre i fatti umani […] 18 .<br />

Anche se poi ammette che la natura psicologica non è una cosa completa<br />

fin dal principio.<br />

Il Basso enumera molteplici forze, che vivono nei popoli e hanno parte<br />

nella costituzione e nei mutamenti sociali. Tra esse, troviamo lo spirito<br />

religioso, l’interesse in<strong>di</strong>viduale o sociale, l’aspirazione alla libertà, alla<br />

nazionalità, all’uguaglianza, ecc.<br />

Se queste forze sono opposte l’una all’altra, oppure agiscono insieme,<br />

con<strong>di</strong>zionandosi tra loro in vario modo, ciò comporta il fatto che i fenomeni<br />

sociali, rispetto ad altri, si mostrano più <strong>di</strong>fficili da spiegare scienti-<br />

17 Cit. da ivi, p. 548.<br />

18 Cit. da ivi, p. 550.

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