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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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<strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong>, in prospettiva<br />

I termini della questione, per quanto concerne sia il tema delle lauree<br />

in filosofia sia il <strong>di</strong>battito che esso suscita, nelle loro molteplici connotazioni<br />

e implicazioni (filosofiche, culturali, scientifiche, accademiche e politiche),<br />

sono stati egregiamente ricostruiti e analizzati, ormai trent’anni<br />

ad<strong>di</strong>etro, da Nicola Siciliani de Cumis nel volume Filosofia e università.<br />

Da <strong>Labriola</strong> a Vailati 1882–1902 (Urbino, Argalia, 1975); lavoro che ora<br />

viene opportunamente e meritoriamente riproposto al lettore dalla casa<br />

e<strong>di</strong>trice UTET nella collana “Teorie dell’educazione”. L’opera, in effetti,<br />

da tempo non più <strong>di</strong>sponibile in libreria, nonostante gli ormai tre decenni<br />

<strong>di</strong> vita, ha mantenuto integre tanto la rilevanza scientifica quanto la<br />

fecon<strong>di</strong>tà delle prospettive <strong>di</strong> ricerca.<br />

Rispetto alla precedente, questa nuova e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Filosofia e università<br />

presenta solo qualche integrazione, mo<strong>di</strong>fica e aggiornamento bibliografico.<br />

Poche, dunque, le variazioni <strong>di</strong> forma. Significative, invece, la redazione<br />

<strong>di</strong> un ricco e accurato In<strong>di</strong>ce analitico (per il suo valore <strong>di</strong>dattico e,<br />

soprattutto, per le stimolanti <strong>di</strong>rezioni <strong>di</strong> indagine che da esso scaturiscono)<br />

e l’ampliamento dell’Appen<strong>di</strong>ce, con l’aggiunta <strong>di</strong> alcune significative<br />

lettere <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>, a testimonianza dell’importanza che il cassinate<br />

attribuisce alle sue iniziative per il Congresso.<br />

Si tratta, in ogni caso, <strong>di</strong> cambiamenti marginali; il che si spiega ― afferma<br />

Siciliani de Cumis nella Premessa alla seconda e<strong>di</strong>zione ― alla luce<br />

della persistente vali<strong>di</strong>tà e attualità dei motivi che giustificavano la prima<br />

e<strong>di</strong>zione dell’opera. Ovvero, <strong>di</strong> «presentare ― nel quadro <strong>di</strong> uno<br />

stu<strong>di</strong>o sistematico della complessiva formazione intellettuale e politica<br />

<strong>di</strong> <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> ― un’esauriente esposizione delle proposte del cassinate<br />

sulle “lauree in filosofia”, e quin<strong>di</strong> delle ragioni, senz’altro, della<br />

filosofia, nell’ambito dell’intrapreso vivacissimo <strong>di</strong>battito sull’Università,<br />

nell’Italia del “positivismo trionfante”» (p. VII); <strong>di</strong> «circoscrivere, attorno<br />

al <strong>Labriola</strong> ed agli altri testimoni delle sue ipotesi filosofiche ed<br />

universitarie, un <strong>di</strong>namico campo <strong>di</strong> interferenze ideologiche, un moto<br />

<strong>di</strong> molteplici influssi, <strong>di</strong> fruttuose coincidenze d’opinioni, e d’intrecci,<br />

tra le varie tendenze dominanti nel clima della cultura post– risorgimentale»<br />

(p. VII); e, infine, <strong>di</strong> offrire «una pressoché ine<strong>di</strong>ta cronaca della filosofia<br />

italiana, nell’arco <strong>di</strong> un ventennio, dal 1882 al 1902» (p. VIII). Ragioni<br />

alle quali sono da aggiungersi, oggi, i «motivi d’occasione» delle<br />

celebrazioni per il centenario della morte <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> (1904–2004) e il fat-<br />

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