Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia
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226 Antonio Santoni Rugiu piaciuto pensarlo così, credo non del tutto arbitrariamente: uno che porta in scena se stesso e non per esibizionismo, non per cercare l’applauso ma per persuadere, per interagire con il pubblico, un uomo che anche fisicamente è sempre in movimento («omnimoventesi») e che non monologa ma dialoga, non sentenzia ma discute, si rappresenta il male mai scisso del tutto dal bene (neppure nello “obbrobrio” delle scuole normali ispezionate) non può, secondo me, non sentire come congeniale la rappresentazione drammatica. Se il cinema fosse stato ai suoi tempi così popolare come diverrà dopo di lui, sono convinto che Labriola avrebbe trovato «schietta umanità» anche nelle sale di cinema muto, con il pianista che strimpellava per sottolineare i momenti di maggiore tensione romantica o drammatica. È suggestiva la proposta di un film su Labriola che Siciliani de Cumis avanza in una lettera a Garin. Proposta quanto mai stuzzicante e intrigante, sebbene l’epoca del reality show odierna temo sia poco disponibile per un film impegnato del genere. Mani esperte e creative potrebbero certo ricavarne un trattamento e una sceneggiatura pregevoli. Lo scoglio sarebbe per il protagonista. Ci vorrebbe un attore del calibro e della versatilità inventiva di Robin Williams, per dire, altrimenti si correrebbe il rischio di ricadere nel cliché del chiarissimo professore ottocentesco. Niente di più inappropriato: Labriola non era un chiarissimo professore qualunque.
Antonio Labriola, in prospettiva ∗ Alessandro Sanzo Dal 26 al 30 settembre 1887 si svolge a Milano il primo Congresso dei Professori universitari italiani. Il primo e l’ultimo, almeno fino ad oggi. Promosso dal Consiglio direttivo del periodico bolognese «L’Università», il Congresso si presenta, fin dalla sua preparazione, come un momento importante per la vita accademica e culturale italiana. Nelle intenzioni del Comitato organizzatore, l’adunanza ha lo scopo di dar conto all’opinione pubblica dell’operosità didattica dei docenti universitari e di promuovere la riforma dell’insegnamento superiore; essa, inoltre, ha l’ambizione di esprimere l’esigenza di un incontro e di un’unificazione tra i vari rami del sapere, in un clima assolutamente nuovo per l’Italia. Per la complessità degli argomenti da affrontare, la dimensione scientifica e la risonanza internazionale, il Congresso si configura, insomma, come un evento di indubbia rilevanza e di notevole difficoltà. Non deve sorprendere, pertanto, né che esso susciti una massiccia mobilitazione di intellettuali, né che la sua preparazione, prima ancora del suo svolgimento, sia decisamente laboriosa. Se a ciò si aggiungono gli esiti poco prevedibili e la “bocciatura” del Ministro dell’Istruzione Michele Coppino ― che una parte non irrilevante dei partecipanti si rifiuta di eleggere per acclamazione alla presidenza onoraria dell’assise congressuale ― si comprende appieno l’attesa vivissima che precede e accompagna i lavori. Un’attesa ampiamente giustificata, dal momento che in occasione del Congresso si compie, con Antonio Labriola in un ruolo da protagonista, anche un provvisorio bilancio delle condizioni della ricerca scientifica nel nostro paese e della sua organizzazione nell’Università, nonché una ricognizione e una verifica del rapporto esistente tra la filosofia, le scienze e i possibili campi di attività professionali. Bilancio, ricognizione e verifica che prendono le mosse dalla proposta labrioliana di conferire «la laurea in filosofia […] agli studenti di qualunque Facoltà, compresa la ∗ In corso di stampa su «I problemi della pedagogia».
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<strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong>, in prospettiva ∗<br />
Alessandro Sanzo<br />
Dal 26 al 30 settembre 1887 si svolge a Milano il primo Congresso dei<br />
Professori universitari italiani. Il primo e l’ultimo, almeno fino ad oggi.<br />
Promosso dal Consiglio <strong>di</strong>rettivo del perio<strong>di</strong>co bolognese «L’Università»,<br />
il Congresso si presenta, fin dalla sua preparazione, come un momento<br />
importante per la vita accademica e culturale italiana. Nelle intenzioni<br />
del Comitato organizzatore, l’adunanza ha lo scopo <strong>di</strong> dar conto<br />
all’opinione pubblica dell’operosità <strong>di</strong>dattica dei docenti universitari<br />
e <strong>di</strong> promuovere la riforma dell’insegnamento superiore; essa, inoltre,<br />
ha l’ambizione <strong>di</strong> esprimere l’esigenza <strong>di</strong> un incontro e <strong>di</strong> un’unificazione<br />
tra i vari rami del sapere, in un clima assolutamente nuovo per<br />
l’Italia.<br />
Per la complessità degli argomenti da affrontare, la <strong>di</strong>mensione scientifica<br />
e la risonanza internazionale, il Congresso si configura, insomma,<br />
come un evento <strong>di</strong> indubbia rilevanza e <strong>di</strong> notevole <strong>di</strong>fficoltà. Non deve<br />
sorprendere, pertanto, né che esso susciti una massiccia mobilitazione <strong>di</strong><br />
intellettuali, né che la sua preparazione, prima ancora del suo svolgimento,<br />
sia decisamente laboriosa. Se a ciò si aggiungono gli esiti poco preve<strong>di</strong>bili<br />
e la “bocciatura” del Ministro dell’Istruzione Michele Coppino ―<br />
che una parte non irrilevante dei partecipanti si rifiuta <strong>di</strong> eleggere per acclamazione<br />
alla presidenza onoraria dell’assise congressuale ― si comprende<br />
appieno l’attesa vivissima che precede e accompagna i lavori.<br />
Un’attesa ampiamente giustificata, dal momento che in occasione del<br />
Congresso si compie, con <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> in un ruolo da protagonista,<br />
anche un provvisorio bilancio delle con<strong>di</strong>zioni della ricerca scientifica<br />
nel nostro paese e della sua organizzazione nell’Università, nonché una<br />
ricognizione e una verifica del rapporto esistente tra la filosofia, le scienze<br />
e i possibili campi <strong>di</strong> attività professionali. Bilancio, ricognizione e verifica<br />
che prendono le mosse dalla proposta labrioliana <strong>di</strong> conferire «la<br />
laurea in filosofia […] agli studenti <strong>di</strong> qualunque Facoltà, compresa la<br />
∗ In corso <strong>di</strong> stampa su «I problemi della pedagogia».