Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia
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218 Roberto Sandrucci Antonio Labriola e la sua Università è un catalogo voluminoso: ricco di contributi, di punti di vista, di spunti di riflessione, di indirizzi di ricerca. Basta scorrere l’indice per riceverne l’impressione di opera generosa e complessa, capace di tenere insieme l’ortodosso, l’eterodosso e persino l’audace; capace di far convivere, accanto allo studioso di prim’ordine, l’apprendista o l’allievo. Siciliani, d’altronde, è quello stesso infaticabile professore universitario, alla «Sapienza» di Roma dal 1982, che ha fatto della sua professione l’occasione per tanti studenti di fare ricerca di prima mano; da sempre impegnato nella promozione dei giovani intelletti, come testimoniano anche i volumi Laboratorio Labriola (La Nuova Italia, 1994), L’università, la didattica, la ricerca. Primi studi in onore di Maria Corda Costa (Salvatore Sciascia, 2001), o la collana Diritto di stampa per l’editore Aracne. Poco fumo e molta carne già a partire dalle Presentazioni e dagli Ingressi ― i luoghi dell’avvio ― con la presenza, tra gli altri, del preside della Facoltà di Filosofia Olivetti, di Volpicelli e dello stesso Siciliani de Cumis; dove si assaggia, per così dire, e si comincia a masticare: il “morfologico” come concetto attraverso il quale comprendere “intuitivamente” l’assunto teorico–pratico dei Saggi sul materialismo storico, e grazie al quale confrontarsi con tutto Labriola; Labriola nelle grandi scuole della facoltà di lettere e filosofia romane (dove è presente, dove assente, e perché); Labriola e Credaro («Carissimo Credaro, di quel lavoro su “L’insegnamento della storia” (1876) non ho che l’unica copia che ti mando in prestito. A quel 1° studio […] non tenne dietro nessun altro perché non trovai pubblico. Poi dopo qualche anno quello studio divenne ricercatissimo»; 1902)… Con il seguito della Parte prima dedicata alle giornate del “Seminario di approfondimento in occasione delle Celebrazioni in Parlamento per i cento anni dalla morte di Antonio Labriola” (Roma, Facoltà di Filosofia, Villa Mirafiori, 2 e 3 febbraio 2004), dove sono ospitate le relazioni e gli interventi di Tessitore, Cotroneo, Giarrizzo, Sasso, Bellerate, Boncori, Cives, Fattori, Kajon, Miccolis, Spadafora, Veggetti, solo per citarne alcuni. Biografia e opera, uomo reale e filosofo, nei loro intrecci naturali e indissolubili, costituiscono il filo conduttore (e se si vuole: la tesi comune) dei saggi che formano la Parte seconda del Catalogo. Con le pagine di Spinelli
Labriola a tutto tondo, a cuore aperto sul socratismo (“Tra Labriola, Calogero e Giannantoni”), ad esempio; o con quelle di Mastroianni (“Antonio Labriola fra Croce e Gentile”), o dello stesso Siciliani (“Il principio ‘dialogico’ in Antonio Labriola”); con Orsomarso (“L’educazione come ‘accomodazione sociale’”), de Liguori (“Antonio Labriola e Arturo Graf. Principio e fine di un sodalizio di vita e di pensiero”), Pangrazi (“La storiografia della Rivoluzione francese nella formazione di Antonio Labriola: recensione della tesi di laurea di Roberto Donini”). Dentro e fuori il solco della tradizione degli studi labrioliani, si affrontano i temi del materialismo storico, dello herbartismo, della rivisitazione fascista di una parte dell’opera di Labriola (Mussolini lo cita a più riprese dal 1908 al ‘22), del Positivismo francese, della Montessori, delle intuizioni sperimentali come appaiono in alcuni passaggi degli Scritti pedagogici (così Labriola: «Il maestro deve essere […] preparato per fare imparare, in guisa che la didattica diventi tecnica. Egli deve far entrare la nozione in tutti i gradi dello spirito, e perciò studiare questa tecnica, lasciando da parte le astruserie»)… Tanta prolificità, che è la caratteristica propria delle indagini storiografica e filologica quando condotte con passione, interrogando cioè gli autori, non accontentandosi di soltanto chiosare, (e questa intenzione si rinviene per tutto il Catalogo) non si esaurisce nella Parte terza: “Percorsi: la Mostra, le Mostre su Antonio Labriola e la sua Università”, dove il Catalogo rende conto della Mostra ospitata (per il periodo 8 marzo – 25 aprile 2005) nelle tre sedi romane dell’Archivio Centrale dello Stato all’Eur, dell’Archivio di Stato di Roma di corso Rinascimento e della biblioteca di Villa Mirafiori (Facoltà di Filosofia). Si tratta di 80 pagine a colori di buona resa grafica e di una certa suggestione, ma soprattutto di grande ricchezza tematica: dagli anarchici alle donne («A Milano ― scriveva ad Engels ― non c’è che un uomo, che viceversa è una donna, la Kuliscioff»), dal carnevale di Roma al socialismo; i tribunali, le aule dell’ateneo romano, i caffè, la strada; i colleghi professori, i ministri, i maestri, gli operai, gli studenti, la figlia Teresa… Le carte (manoscritte e non; diverse inedite), i testi, le fotografie, le illustrazioni: tutto a riprova di una università, quella nella testa partoriente di Labriola (e quale nella testa partoriente di Siciliani), traboccante, vivente ben oltre le mura della «Sapienza», mai dimentica del mondo, in grado anzi di farsi essa stessa mondo. 219
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<strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> e la sua Università è un catalogo voluminoso: ricco <strong>di</strong><br />
contributi, <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> vista, <strong>di</strong> spunti <strong>di</strong> riflessione, <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> ricerca.<br />
Basta scorrere l’in<strong>di</strong>ce per riceverne l’impressione <strong>di</strong> opera generosa e<br />
complessa, capace <strong>di</strong> tenere insieme l’ortodosso, l’eterodosso e persino<br />
l’audace; capace <strong>di</strong> far convivere, accanto allo stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> prim’or<strong>di</strong>ne,<br />
l’appren<strong>di</strong>sta o l’allievo.<br />
Siciliani, d’altronde, è quello stesso infaticabile professore universitario,<br />
alla «<strong>Sapienza»</strong> <strong>di</strong> Roma dal 1982, che ha fatto della sua professione<br />
l’occasione per tanti studenti <strong>di</strong> fare ricerca <strong>di</strong> prima mano; da sempre impegnato<br />
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i volumi Laboratorio <strong>Labriola</strong> (La Nuova Italia, 1994), L’università, la<br />
<strong>di</strong>dattica, la ricerca. Primi stu<strong>di</strong> in onore <strong>di</strong> Maria Corda Costa (Salvatore<br />
Sciascia, 2001), o la collana Diritto <strong>di</strong> stampa per l’e<strong>di</strong>tore Aracne.<br />
Poco fumo e molta carne già a partire dalle Presentazioni e dagli Ingressi<br />
― i luoghi dell’avvio ― con la presenza, tra gli altri, del preside<br />
della Facoltà <strong>di</strong> Filosofia Olivetti, <strong>di</strong> Volpicelli e dello stesso Siciliani de<br />
Cumis; dove si assaggia, per così <strong>di</strong>re, e si comincia a masticare: il “morfologico”<br />
come concetto attraverso il quale comprendere “intuitivamente”<br />
l’assunto teorico–pratico dei Saggi sul materialismo storico, e grazie al<br />
quale confrontarsi con tutto <strong>Labriola</strong>; <strong>Labriola</strong> nelle gran<strong>di</strong> scuole della<br />
facoltà <strong>di</strong> lettere e filosofia romane (dove è presente, dove assente, e perché);<br />
<strong>Labriola</strong> e Credaro («Carissimo Credaro, <strong>di</strong> quel lavoro su “L’insegnamento<br />
della storia” (1876) non ho che l’unica copia che ti mando in<br />
prestito. A quel 1° stu<strong>di</strong>o […] non tenne <strong>di</strong>etro nessun altro perché non<br />
trovai pubblico. Poi dopo qualche anno quello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>venne ricercatissimo»;<br />
1902)… Con il seguito della Parte prima de<strong>di</strong>cata alle giornate<br />
del “Seminario <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento in occasione delle Celebrazioni in<br />
Parlamento per i cento anni dalla morte <strong>di</strong> <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong>” (Roma, Facoltà<br />
<strong>di</strong> Filosofia, Villa Mirafiori, 2 e 3 febbraio 2004), dove sono ospitate<br />
le relazioni e gli interventi <strong>di</strong> Tessitore, Cotroneo, Giarrizzo, Sasso, Bellerate,<br />
Boncori, Cives, Fattori, Kajon, Miccolis, Spadafora, Veggetti, solo<br />
per citarne alcuni.<br />
Biografia e opera, uomo reale e filosofo, nei loro intrecci naturali e in<strong>di</strong>ssolubili,<br />
costituiscono il filo conduttore (e se si vuole: la tesi comune) dei<br />
saggi che formano la Parte seconda del Catalogo. Con le pagine <strong>di</strong> Spinelli