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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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<strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong>, a cuore aperto ∗<br />

Roberto Sandrucci<br />

La pubblicazione <strong>di</strong> un catalogo è sempre un evento felice. Vincolati,<br />

come sono, agli oggetti della catalogazione, ad un mondo materiale fatto<br />

<strong>di</strong> “cose” (altrove esposte e altrimenti sperimentabili al <strong>di</strong> là della pagina<br />

stampata) ― i cataloghi danno maggiori garanzie <strong>di</strong> opportunità rispetto<br />

ad altri libri <strong>di</strong> scienza che talvolta si vedono pubblicati: paghi <strong>di</strong> sé in<br />

relazione a se stessi, più maliziosi, gonfi eppure <strong>di</strong>sabitati.<br />

Marginalità dell’e<strong>di</strong>toria filosofica e pedagogica, i cataloghi, poi, che<br />

documentano queste <strong>di</strong>scipline presentano tratti <strong>di</strong> umanità preziosa:<br />

nello svestirsi, innanzitutto; nel ritornare cioè all’osso o all’anima <strong>di</strong> questioni<br />

e <strong>di</strong> ragionamenti, <strong>di</strong> fatti e <strong>di</strong> autori che la teoria e l’opinione corrente<br />

hanno fissato in fogge che si vorrebbero definitive, che sono <strong>di</strong>ventate<br />

prigioni.<br />

Nicola Siciliani de Cumis, ideatore e curatore sia della Mostra che del<br />

Catalogo <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> e la sua Università, e i suoi numerosi collaboratori<br />

(<strong>di</strong> varia formazione, <strong>di</strong> varia età, impegnati nel progetto a vario titolo),<br />

offrono, per l’appunto, la possibilità <strong>di</strong> riaprire il <strong>di</strong>battito, assopito<br />

da tempo, sulla figura e l’opera <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>: sull’attualità <strong>di</strong> alcune sue<br />

<strong>di</strong>samine sulla mala–scuola e sulla mala–università; sul mestiere o la<br />

missione dell’insegnante; sull’etica quale spazio <strong>di</strong> azione in cui cadono<br />

le barriere formali erette tra le <strong>di</strong>scipline: <strong>Labriola</strong> filosofo, pedagogista,<br />

storico, insegnante, politico… <strong>Labriola</strong> uno, pensatore vero («Io credo fermamente,<br />

― scriveva nel 1887 ― che, nel giro degli stu<strong>di</strong> universitarii,<br />

la filosofia abbia ad essere, non un complemento obbligatorio della storia e<br />

della filologia, ma un complemento, invece, facoltativo <strong>di</strong> qualunque cultura<br />

speciale: storica, giuri<strong>di</strong>ca, matematica, fisica, o che altro siasi. Alla filosofia<br />

ci si deve potere arrivare <strong>di</strong>datticamente per qualunque via, come<br />

per qualunque via ci arrivaron sempre i veri pensatori»).<br />

∗ In corso <strong>di</strong> stampa su «Il Contributo. Rivista del Centro per la Filosofia Italiana».

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