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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Appren<strong>di</strong>mento spontaneo e interesse razionale<br />

pirico una materia capace d’ingenerar nell’animo qualunque maniera <strong>di</strong> conoscenza<br />

riflessa 18 .<br />

Ovviamente necessita un orientamento dove si stabilisce la messa a<br />

fuoco degli interessi spontanei sulla base degli obiettivi <strong>di</strong>dattico–pedagogici<br />

che si vogliono raggiungere 19 . Il termine “ingenerare” per <strong>Antonio</strong><br />

<strong>Labriola</strong> è un termine che ha un significato scientificamente non speculativo<br />

e filosoficamente antiidealistico; potremmo <strong>di</strong>re che “ingenerare”<br />

assume l’importanza <strong>di</strong> una responsabilità pedagogica e psicologica<br />

simili al significato <strong>di</strong> “produrre geneticamente” 20 .<br />

Vygotskijanamente <strong>Labriola</strong> è consapevole <strong>di</strong> come<br />

tra i processi dell’appren<strong>di</strong>mento e dello sviluppo non vi è un antagonismo, ma<br />

vi sono dei rapporti <strong>di</strong> carattere infinitivamente più complesso e più positivo.<br />

Ci dovremmo attendere che l’appren<strong>di</strong>mento debba rivelarsi, nel corso dell’indagine<br />

speciale, come una delle fonti fondamentali dello sviluppo dei concetti<br />

infantili e la forza più potente che <strong>di</strong>rige questo processo. Per avanzare questa<br />

ipotesi, ci fon<strong>di</strong>amo sul fatto universalmente noto che in età scolare l’istruzione è<br />

18 <strong>Labriola</strong>, Dell’insegnamento della storia, cit., p. 84. Corsivi nostri.<br />

19 Didattici nel senso curricolare del termine, pedagogici nel senso per cui “pedagogia”<br />

è l’intero stu<strong>di</strong>o degli elementi <strong>di</strong> crescita del <strong>di</strong>scente: cultura, emozioni,<br />

interessi espliciti, attitu<strong>di</strong>ni in trasformazione, atteggiamenti, capacita <strong>di</strong> elaborare<br />

le informazioni scolastiche, comportamenti <strong>di</strong> fronte allo stu<strong>di</strong>o, persistenza negli<br />

impegni, ecc. Anche <strong>Labriola</strong> cerca una continuità <strong>di</strong> metodo e <strong>di</strong> merito tra elementi<br />

dello sviluppo ed elementi dell’appren<strong>di</strong>mento: «D’altra parte, poi, come la possibilità<br />

dell’educazione suppone la conoscenza della natura umana nel suo normale<br />

svolgimento, procede da ciò che la psicologia debba in<strong>di</strong>care quali sieno nella materia<br />

subiecta le forme e i mo<strong>di</strong> d’essere su cui l’azione educativa può spiegarsi con sicurezza. Determinato<br />

il fine e <strong>di</strong>chiarata la possibilità dell’educazione, il concetto <strong>di</strong> essa assume<br />

contorno preciso, e partizione naturale. Il contorno e la partizione ricadono entro<br />

certi limiti <strong>di</strong> età, che non si può cambiare a capriccio; e ciò riduce nei giusti confini<br />

l’azione educativa, che in conseguenza piglia natura <strong>di</strong> compito, e non <strong>di</strong> attività<br />

che si continui indefinitivamente».<br />

20 Il <strong>di</strong>scorso rimanda più o meno <strong>di</strong>rettamente a tematiche filosofiche che investono<br />

la trasformazione del pensiero idealistico dopo Hegel. Basti riflettere sul rapporto<br />

tra coscienza della sensibilità e sensazioni che vengono recepite dalla coscienza (dalla<br />

Critica della ragion pura in poi), all’uso che ne fa un certo Hegel, alla critica herbartiana<br />

ad Hegel, alle modalità <strong>di</strong> utilizzo svolte da <strong>Labriola</strong> (attraverso fonti herbartiane) e<br />

alle modalità <strong>di</strong> utilizzo svolte da Vygotskij (su fonti marxiane e marxiste).<br />

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