Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia
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210 Federico Ruggiero minciamento preciso ed assoluto, che possa essere puntualmente assegnato. In fatti quella che dicesi puntualità del cominciare è qualità esclusivamente logica delle scienze già bell’e fatte; delle scienze, cioè, in quanto vengon considerate in sé medesime, come esposizione rigorosa e come trattazione metodica dei concetti, che furono acquistati per mezzo della elaborazione intellettiva delle materie del conoscere. Ma nel campo della didattica non ha luogo cotesta maniera assoluta di cominciamento; perché alla cultura si dà principalmente secondo i casi, cioè secondoché le speciali condizioni della esperienza e della simpatia dei giovinetti da educarsi, offrano un diverso addentellato alle dichiarazioni metodiche della istruzione che si faccia con ordine 7 . Il Labriola evidenziato da Germana Recchia ci introduce negli “spazi” pedagogici della Montessori, la quale operava un uso specifico del termine “libertà” equiparandolo quasi a quello di “spontaneità”: Un cardine fondamentale della Pedagogia scientifica deve essere perciò la “libertà degli scolari”, tale che permetta lo svolgimento delle manifestazioni spontanee individuali del bambino. Se una pedagogia dovrà sorgere dallo “studio individuale dello scolaro”, sarà dallo studio inteso in questo modo cioè tratto dalla osservazione di bambini liberi 8 . Vygoskijanamente e, soprattutto, non aprioristicamente, il problema educativo si pone nei termini di una precisa responsabilità: occorre porsi il problema di come i discenti possano riuscire ad apprendere ancorando i contenuti nuovi alle loro precedenti esperienze emotive e cognitive. Sia che noi vogliamo fermare la nostra considerazione sul fatto che il bambino, nell’età pre– scolare, pensa per rappresentazioni generalizzate, sia che poniamo mente al fatto che i suoi interessi emotivi si associano con il senso e con il significato che egli ripone in una situazione data 9 , sia che vogliamo fermarci sul fatto che la sfera 7 Ivi, pp. 83–84. Corsivi nostri. 8 G. RECCHIA, Antonio Labriola e Maria Montessori: un incontro possibile, in Antonio Labriola e la sua Università. Mostra documentaria per i settecento anni della “Sapienza” (1303–2003). A cento anni dalla morte di Antonio Labriola (1904–2004), a cura di N. Siciliani de Cumis, Roma, Aracne, 2005, p. 222. 9 L’interesse si colloca tra il cognitivo e l’emotivo e sarebbe coinvolgente riuscire a riportare tale tema allo sviluppo dei concetti con la complessità di problemi che vi sono connessi; a questo proposito segnaliamo l’”interesse” come motivo di sviluppo, di apprendimento, di relazione. La storia delle funzioni psichiche è anche per
Apprendimento spontaneo e interesse razionale della comunicazione del bambino si allarga, in ogni caso, mi sembra, ne scaturirà una sola conclusione: il bambino, durante l’età pre–scolare, è, per le sue stesse caratteristiche psichiche, in grado di iniziare un nuovo ciclo di apprendimento che prima di tale età gli sarebbe stato inaccessibile. Egli è bensì capace di uniformare questo apprendimento ad un programma stabilito; al tempo stesso però, in conformità con la sua natura, con i suoi interessi, con il livello del suo pensiero, è in grado di assimilare il programma stesso soltanto nella misura in cui questo diviene anche il suo proprio programma 10 . L’esigenza pedagogica di un “programma” definito si riscontra specularmente con l’esigenza sempre pedagogica di fare sì che il “programma” sia per il bambino anche “il suo proprio programma”; esigenza che viene espressa chiaramente ed esplicitamente anche nello scritto sull’apprendimento nell’età scolare. Quanto Labriola dichiarava che la giusta angolazione per la messa a fuoco pedagogica era la prospettiva di meto- certi aspetti storia degli interessi psichici e della nostra responsabilità nel riuscire a farli scaturire orientandoli. Ma il discorso merita un approfondimento a parte. 10 L.S. VYGOTSKIJ, Sul problema dell’insegnamento e dello sviluppo mentale nell’età scolare; in ID., Storia dello sviluppo delle funzioni psichiche superiori, Firenze, Giunti– Barbera, 1975, pp. 288–289. Vygotskij lo sa bene che il punto è problematico e nonostante dichiari che spesso l’insegnamento delle materie innesti veri e propri processi fino a quel momento non presenti e anticipi l’uso consapevole e volontario di determinate funzioni (grammatica, scrittura, aritmetica, esprimono bene questa dinamica), affronta con rispetto la dimensione del presente attraverso la presa in carico da parte dello sviluppo prossimo del momento caratterizzato dai periodi sensitivi; «Ci resta soltanto da chiarire definitivamente la natura di questo periodo sensitivo. Si comprende chiaramente sin dall’inizio che nel periodo sensitivo condizioni determinate, in particolare un certo tipo di apprendimento, possono soltanto allora mostrare la loro influenza sullo sviluppo, quando i cicli corrispondenti di sviluppo non sono ancora maturi. Appena questi sono compiuti, allora queste condizioni possono dimostrarsi neutre. se lo sviluppo ha già detto la sua ultima parola in un dato campo, allora è già terminato il periodo sensibile in relazione a date condizioni. L’incompiutezza di determinati processi di sviluppo è la condizione necessaria affinché un dato periodo possa mostrarsi sensibile in relazione a precise richieste». Per nulla debole è il richiamo alle “condizioni” e la interazione necessaria dell’apprendimento da proporre con il fatto che può terminare «il periodo sensibile in relazione a date condizioni»; se ciò potrebbe sembrare un legame troppo forte di dipendenza allo sviluppo da parte dell’apprendimento, in realtà è sinonimo di una presa di coscienza non superficiale del problema dell’interazione stessa. 211
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Federico Ruggiero<br />
minciamento preciso ed assoluto, che possa essere puntualmente assegnato. In<br />
fatti quella che <strong>di</strong>cesi puntualità del cominciare è qualità esclusivamente logica<br />
delle scienze già bell’e fatte; delle scienze, cioè, in quanto vengon considerate in<br />
sé medesime, come esposizione rigorosa e come trattazione meto<strong>di</strong>ca dei concetti,<br />
che furono acquistati per mezzo della elaborazione intellettiva delle materie<br />
del conoscere. Ma nel campo della <strong>di</strong>dattica non ha luogo cotesta maniera assoluta<br />
<strong>di</strong> cominciamento; perché alla cultura si dà principalmente secondo i casi, cioè secondoché<br />
le speciali con<strong>di</strong>zioni della esperienza e della simpatia dei giovinetti da<br />
educarsi, offrano un <strong>di</strong>verso addentellato alle <strong>di</strong>chiarazioni meto<strong>di</strong>che della istruzione<br />
che si faccia con or<strong>di</strong>ne 7 .<br />
Il <strong>Labriola</strong> evidenziato da Germana Recchia ci introduce negli “spazi”<br />
pedagogici della Montessori, la quale operava un uso specifico del termine<br />
“libertà” equiparandolo quasi a quello <strong>di</strong> “spontaneità”:<br />
Un car<strong>di</strong>ne fondamentale della Pedagogia scientifica deve essere perciò la<br />
“libertà degli scolari”, tale che permetta lo svolgimento delle manifestazioni<br />
spontanee in<strong>di</strong>viduali del bambino. Se una pedagogia dovrà sorgere dallo “stu<strong>di</strong>o<br />
in<strong>di</strong>viduale dello scolaro”, sarà dallo stu<strong>di</strong>o inteso in questo modo cioè tratto<br />
dalla osservazione <strong>di</strong> bambini liberi 8 .<br />
Vygoskijanamente e, soprattutto, non aprioristicamente, il problema<br />
educativo si pone nei termini <strong>di</strong> una precisa responsabilità:<br />
occorre porsi il problema <strong>di</strong> come i <strong>di</strong>scenti possano riuscire ad apprendere ancorando i<br />
contenuti nuovi alle loro precedenti esperienze emotive e cognitive. Sia che noi vogliamo<br />
fermare la nostra considerazione sul fatto che il bambino, nell’età pre–<br />
scolare, pensa per rappresentazioni generalizzate, sia che poniamo mente al fatto<br />
che i suoi interessi emotivi si associano con il senso e con il significato che egli<br />
ripone in una situazione data 9 , sia che vogliamo fermarci sul fatto che la sfera<br />
7 Ivi, pp. 83–84. Corsivi nostri.<br />
8 G. RECCHIA, <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> e Maria Montessori: un incontro possibile, in <strong>Antonio</strong><br />
<strong>Labriola</strong> e la sua Università. Mostra documentaria per i settecento anni della “Sapienza”<br />
(1303–2003). A cento anni dalla morte <strong>di</strong> <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> (1904–2004), a cura <strong>di</strong> N. Siciliani<br />
de Cumis, Roma, Aracne, 2005, p. 222.<br />
9 L’interesse si colloca tra il cognitivo e l’emotivo e sarebbe coinvolgente riuscire<br />
a riportare tale tema allo sviluppo dei concetti con la complessità <strong>di</strong> problemi che vi<br />
sono connessi; a questo proposito segnaliamo l’”interesse” come motivo <strong>di</strong> sviluppo,<br />
<strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, <strong>di</strong> relazione. La storia delle funzioni psichiche è anche per