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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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206<br />

Federico Ruggiero<br />

vono a dolorose riflessioni su i casi non infrequenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>saccordo fra il merito<br />

ed il successo 2 .<br />

Metodologicamente e contenutisticamente viene evidenziato un innesto<br />

della <strong>di</strong>mensione emotiva nella prospettiva della presa <strong>di</strong> coscienza<br />

e, contemporaneamente, un germinare dell’aspetto “razionale” a partire<br />

dal terreno emotivo della curiosità orientata dall’interesse nascente.<br />

La forza della pedagogia consiste, per <strong>Labriola</strong>, proprio nel sapere<br />

mettere in conveniente rapporto lo sviluppo evolutivo naturale e sponta-<br />

2 A. LABRIOLA, Dell’insegnamento della storia, in ID., Scritti <strong>di</strong> pedagogia e politica scolastica,<br />

a cura <strong>di</strong> D. Bertoni Jovine, Roma, E<strong>di</strong>tori Riuniti, 1961, p. 60. Vygotskij spiega<br />

in termini <strong>di</strong> ricerca più avanzata, quasi a rendere specifiche e psicologiche le affermazioni<br />

pedagogiche <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>: «Un concetto isolato, questa cellula che abbiamo<br />

staccato dal tessuto vivente, unitario, come è intrecciato ed intessuto nel sistema<br />

dei concetti infantili, all’interno del quale soltanto può vivere e svilupparsi? In effetti<br />

i concetti non compaiono nella mente del bambino come dei piselli che si versano<br />

in un sacco, non stanno accanto l’uno all’altro o uno sopra l’altro senza alcun legame<br />

o senza alcun rapporto. Altrimenti non sarebbe possibile nessuna operazione <strong>di</strong><br />

pensiero, che richiede una correlazione tra concetti, non sarebbe possibile nessuna<br />

visione del mondo nel bambino: in breve, tutta la vita complessa del suo pensiero.<br />

Inoltre, senza rapporti determinati con gli altri concetti non sarebbe neppure possibile<br />

l’esistenza <strong>di</strong> un singolo concetto, poiché l’essenza stessa del concetto e della<br />

generalizzazione presuppone, nonostante la teoria della logica formale, non un impoverimento,<br />

ma un arricchimento della realtà rappresentata nel concetto rispetto<br />

alla percezione e all’intuizione semplici e imme<strong>di</strong>ate <strong>di</strong> questa realtà. Ma se la generalizzazione<br />

arricchisce la percezione imme<strong>di</strong>ata della realtà, è chiaro che ciò non<br />

può trovare altro mezzo psicologico se non quello <strong>di</strong> stabilire dei legami complessi,<br />

delle <strong>di</strong>pendenze e delle relazioni tra gli oggetti, rappresentati nel concetto, e il resto<br />

della realtà. Così, la natura stessa <strong>di</strong> ciascun concetto isolato implica <strong>di</strong> per sé<br />

l’esistenza <strong>di</strong> un sistema determinato <strong>di</strong> concetti […]» (L.S. VYGOTSKIJ, Pensiero e linguaggio,<br />

a cura <strong>di</strong> L. Mecacci, Roma–Bari, Laterza, 2003 7 , p. 295). Similmente il <strong>Labriola</strong><br />

del 1896, già materialista storico, indaga gli aspetti della complessità<br />

nell’acquisizione ideologica dei contenuti appresi: «Comprendere l’intreccio ed il<br />

complesso nella sua intima connessione e nelle sue manifestazioni esteriori; <strong>di</strong>scendere<br />

dalla superficie al fondo, e poi rifare la superficie dal fondo; risolvere le passioni<br />

e i <strong>di</strong>segni nei moventi loro, dai più prossimi ai più remoti, e poi ricondurre i<br />

dati delle passioni, dei <strong>di</strong>segni e dei moventi loro ai più remoti elementi […] ecco<br />

l’arte <strong>di</strong>fficile, che deve esemplificare la concezione materialistica» (A. LABRIOLA,<br />

Saggi sul materialismo storico, a cura <strong>di</strong> V. Gerratana e A. Guerra, Roma, E<strong>di</strong>tori Riuniti,<br />

1977, p. 153).

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