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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Le parole <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> e quelle <strong>di</strong> Makarenko<br />

Egli fu innanzitutto professore, un insegnate sui generis, perché non<br />

convenzionale, anzi, fuori dagli schemi, non accademico, ma assolutamente<br />

particolare. <strong>Labriola</strong> era un grande comunicatore, che affascinava<br />

con il suo sapere, che aveva bisogno <strong>di</strong> manifestare i suoi giu<strong>di</strong>zi, <strong>di</strong> esprimere<br />

il suo pensiero o il suo <strong>di</strong>ssenso, le sue polemiche non erano<br />

mai fini a se stesse. Sono rimaste celebri le sue lezioni vive ed appassionate,<br />

durante le quali, da grande oratore, incantava i suoi studenti. Personalità<br />

affascinante, un <strong>Labriola</strong> sorprendente e avvincente è quello che<br />

emerge dalla coinvolgente lettura del catalogo. Si illustra l’immagine <strong>di</strong><br />

un intellettuale vero, completo, sincero; nel cui pensiero coesistono riflessione<br />

filosofica, pedagogica, politica e sociale.<br />

Nel volume affiorano frequenti tracce bibliografiche che ci permettono<br />

<strong>di</strong> ricostruire la vita dell’autore, nonché <strong>di</strong> provare a comprendere<br />

l’origine del peculiare temperamento che lo caratterizza.<br />

Il deca<strong>di</strong>mento delle fortune familiari, le insod<strong>di</strong>sfatte ambizioni <strong>di</strong><br />

un ottimo padre, Francesco Saverio, insegnante nelle Scuole Me<strong>di</strong>e, riversate<br />

sull’unico figlio. Le qualità morali, ma anche intellettuali, <strong>di</strong> sua<br />

madre. Sono questi i primi aspetti che definiscono l’educazione del piccolo<br />

<strong>Antonio</strong>, iniziata sotto la guida paterna e poi proseguita nell’Abbazia<br />

<strong>di</strong> Montecassino, dove in età giovanile <strong>Labriola</strong> comincia ad acquisire<br />

le basi della sua cultura, nonché della sua personalità. Nel rigoroso<br />

clima del monastero nasce il suo modo <strong>di</strong> essere, quel non adattarsi alle<br />

chiusure, alle rigi<strong>di</strong>tà, agli standard, per cercare strade ulteriori, vie proprie<br />

alternative. Terminati gli stu<strong>di</strong> inferiori si trasferisce a Napoli, per<br />

frequentare l’Università e, a causa delle ristrettezze economiche, per lavorare;<br />

con l’aiuto degli Spaventa, viene assunto come applicato <strong>di</strong> polizia,<br />

solo successivamente si de<strong>di</strong>cherà a quello che sarà il lavoro della<br />

sua vita: l’insegnamento. A Napoli comincia la vita intellettuale <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>;<br />

scrive, collabora, come cronista o e<strong>di</strong>torialista, con vari giornali,<br />

frequenta circoli culturali e personaggi influenti. È il 1874 quando <strong>Labriola</strong><br />

<strong>di</strong>venta professore straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> filosofia morale e pedagogia<br />

all’Università <strong>di</strong> Roma.<br />

Ed eccolo, nella sua università, <strong>«La</strong> <strong>Sapienza»</strong> non solo come sede architettonica<br />

o fisica, ma luogo mentale–ideale e pratico–educativo dove nella<br />

quoti<strong>di</strong>anità si esercita la formazione del sé e la critica del circostante.<br />

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