Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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31.05.2013 Views

170 Vincenzo Orsomarso storiche ci sono relazioni ma non c’è alcun rapporto di dipendenza diretta, nessun nesso di causa–effetto 14 . Ma l’attenzione del Labriola al metodo delle scienze sociali si spiega alla luce della sua specifica considerazione della filosofia della storia che «non può né deve essere una storia universale narrata filosoficamente, ma anzi una semplice ricerca su i metodi, su i principi e sul sistema delle conoscenze storiche» 15 . Pertanto il Cassinate non poteva non misurarsi criticamente con la metodologia prodotta dalle scienze sociali e positive. In conclusione possiamo affermare che il continuo riproporsi nei testi e nell’impegno didattico del Labriola del suo punto di vista sulla laurea in filosofia dimostra come il Cassinate sia profondamente convinto della necessità, almeno a livello di istruzione superiore, di andare ad una ricomposizione tra cultura umanistica e scientifica, nonché conferma la sua concezione antiscolasticistica della filosofia e la necessità di validare le asserzioni filosofiche alla luce dei processi storici in corso. 4. Il «trapasso» A quanto finora detto vogliamo aggiungere che nella prelezione del 1887 un ruolo fondamentale nella sua considerazione dei fenomeni storici lo gioca la dottrina dei fattori; l’essere i fenomeni, come scrive Basso, «l’effetto di molte e varie» cause. Una concezione a cui succederà nei Saggi, in particolare in Del materialismo storico. Dilucidazione preliminare, sebbene solo «in ultima istanza», la spiegazione del «fatto storico per via della sottostante struttura economica»; affermazione che susciterà le obiezioni di Vilfredo Pareto. 14 Oltre la concezione epigenetica della storia, categoria fondamentale è quella di metodo genetico che ad avviso del Labriola sostituisce in Italia quello di dialettico, termine ridotto nel nostro paese all’arte retorica, ed indica il pensiero che considera i fenomeni nel loro divenire, nel loro essere «divenienti». Altro concetto fondamentale è quella di previsione morfologica, non previsione cronologica ma delle forme sociali successive alla presente società capitalistica, da cogliere nello svolgersi delle contraddizioni presenti. 15 A. LABRIOLA, I problemi della filosofia della storia, a cura di N. Siciliani de Cumis, Napoli, Morano, 1976, p. 51n.

La laurea in filosofia A questo proposito va detto che, a differenza dei marginalisti ma anche di tanta parte del marxismo della Seconda Internazionale, Labriola non esprime alcuna concezione naturalistica dell’economia. La storia è storia del lavoro, l’uomo nel corso della sua esistenza costruisce un ambiente artificiale, uno strato che tende a modificare la stessa natura, ma allo stesso tempo nel corso di questa attività l’uomo stabilisce una serie di relazioni e rapporti con i propri simili ai fini della produzione. È questa la base su cui si articola la «sottostante struttura economica», costituita da rapporti sociali di produzione, dai rapporti che si stabiliscono tra gli uomini nella sfera della produzione 16 . Al Labriola non va rimproverata una concezione economicistica della storia, altri sono i limiti della riflessione del Cassinate e in primo luogo una previsione morfologica segnata in profondità da necessità 17 , infatti, nella dottrina del comunismo critico, è la società tutta intera, che in un momento del suo processo generale scopre la causa del suo fatale andare, e, in un punto saliente della sua curva, la luce a se stessa per dichiarare la legge del suo movimento. La previsione, che il Manifesto per la prima volta accenna, era, non cronologica, di preannunzio o di promessa; ma era, per dirla in una parola, che a mio avviso esprime tutto in breve, morfologica 18 . Ancora, Questo [il socialismo scientifico] non è più la critica soggettiva applicata alle cose, ma è il ritrovamento dell’autocritica che è nelle cose stesse. La critica vera 16 Il sovvertimento del presente, il comunismo deve assumere le forme del «self– government del lavoro», dell’autogoverno dei produttori, dell’autogestione del tempo liberato dal lavoro salariato e riempito di momenti di formazione e auto–formazione: «le droit à la paresse — la felicissima trovata del nostro Lafargue — farà spuntare ad ogni angolo di strada dei perditempo di genio, che, come il nostro maestro Socrate, saranno operosissimi di operosità non messa a mercede» (A. LABRIOLA, Discorrendo di socialismo e di filosofia, in ID., La concezione materialistica della storia, a cura di E. Garin, Bari, Laterza, 1969, p. 179). Labriola fa riferimento al testo, del genero di Marx, Paul Lafargue, Il diritto all’ozio, pubblicato sotto forma di articoli su «L’egalité» nel 1880. 17 Cfr. N. SICILIANI DE CUMIS, Il criterio “morfologico” secondo Labriola, in Antonio Labriola e la sua Università, cit., pp. 27–39. 18 A. LABRIOLA, In memoria del Manifesto dei Comunisti, in ID., La concezione materialistica della storia, cit. p. 27. 171

La laurea in filosofia<br />

A questo proposito va detto che, a <strong>di</strong>fferenza dei marginalisti ma anche<br />

<strong>di</strong> tanta parte del marxismo della Seconda Internazionale, <strong>Labriola</strong><br />

non esprime alcuna concezione naturalistica dell’economia. La storia è<br />

storia del lavoro, l’uomo nel corso della sua esistenza costruisce un ambiente<br />

artificiale, uno strato che tende a mo<strong>di</strong>ficare la stessa natura, ma<br />

allo stesso tempo nel corso <strong>di</strong> questa attività l’uomo stabilisce una serie<br />

<strong>di</strong> relazioni e rapporti con i propri simili ai fini della produzione. È questa<br />

la base su cui si articola la «sottostante struttura economica», costituita<br />

da rapporti sociali <strong>di</strong> produzione, dai rapporti che si stabiliscono tra<br />

gli uomini nella sfera della produzione 16 .<br />

Al <strong>Labriola</strong> non va rimproverata una concezione economicistica della<br />

storia, altri sono i limiti della riflessione del Cassinate e in primo luogo<br />

una previsione morfologica segnata in profon<strong>di</strong>tà da necessità 17 , infatti,<br />

nella dottrina del comunismo critico, è la società tutta intera, che in un momento<br />

del suo processo generale scopre la causa del suo fatale andare, e, in un punto<br />

saliente della sua curva, la luce a se stessa per <strong>di</strong>chiarare la legge del suo movimento.<br />

La previsione, che il Manifesto per la prima volta accenna, era, non<br />

cronologica, <strong>di</strong> preannunzio o <strong>di</strong> promessa; ma era, per <strong>di</strong>rla in una parola, che<br />

a mio avviso esprime tutto in breve, morfologica 18 .<br />

Ancora,<br />

Questo [il socialismo scientifico] non è più la critica soggettiva applicata alle<br />

cose, ma è il ritrovamento dell’autocritica che è nelle cose stesse. La critica vera<br />

16 Il sovvertimento del presente, il comunismo deve assumere le forme del «self–<br />

government del lavoro», dell’autogoverno dei produttori, dell’autogestione del tempo<br />

liberato dal lavoro salariato e riempito <strong>di</strong> momenti <strong>di</strong> formazione e auto–formazione:<br />

«le droit à la paresse — la felicissima trovata del nostro Lafargue — farà spuntare ad<br />

ogni angolo <strong>di</strong> strada dei per<strong>di</strong>tempo <strong>di</strong> genio, che, come il nostro maestro Socrate,<br />

saranno operosissimi <strong>di</strong> operosità non messa a mercede» (A. LABRIOLA, Discorrendo <strong>di</strong><br />

socialismo e <strong>di</strong> filosofia, in ID., La concezione materialistica della storia, a cura <strong>di</strong> E. Garin,<br />

Bari, Laterza, 1969, p. 179). <strong>Labriola</strong> fa riferimento al testo, del genero <strong>di</strong> Marx, Paul<br />

Lafargue, Il <strong>di</strong>ritto all’ozio, pubblicato sotto forma <strong>di</strong> articoli su «L’egalité» nel 1880.<br />

17 Cfr. N. SICILIANI DE CUMIS, Il criterio “morfologico” secondo <strong>Labriola</strong>, in <strong>Antonio</strong><br />

<strong>Labriola</strong> e la sua Università, cit., pp. 27–39.<br />

18 A. LABRIOLA, In memoria del Manifesto dei Comunisti, in ID., La concezione materialistica<br />

della storia, cit. p. 27.<br />

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