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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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158<br />

Vincenzo Orsomarso<br />

suadano che noi siamo l’embrione del futuro partito socialista, e perché i proletari<br />

si abituino a questo sentimento, che se la democrazia sociale esclude i capi, nel<br />

senso giacobino della parola, non esclude maestri. Anzi! 94<br />

Maestri «come il nostro […] Socrate» che ritorna nella già citata lettere<br />

al Sorel del 1897 e che <strong>di</strong>venta, nelle con<strong>di</strong>zioni date dalla liberazione<br />

dal giogo del lavoro salariato, la prefigurazione <strong>di</strong> un’umanità profondamente<br />

<strong>di</strong>versa, che riqualifica se stessa in un insieme <strong>di</strong> attività e relazioni<br />

non mercificate. Un’umanità alla cui formazione è chiamata a partecipare<br />

una «<strong>di</strong>dattica» che non «produce un nudo effetto <strong>di</strong> cosa fissa<br />

(come nudo prodotto)»; ma attività «che generi altra attività» 95 .<br />

Ma alla <strong>di</strong>mensione utopica del comunismo <strong>Labriola</strong> contrappone il<br />

presente rispetto al quale al «movimento socialistico […] non è dato per<br />

ora dalle circostanze altro ufficio da quello in fuori <strong>di</strong> preparare la educazione<br />

democratica del popolo minuto» 96 .<br />

La pedagogia quin<strong>di</strong> deve sollecitare la ricerca ma «non deve sollecitare<br />

le cose; non intervenirvi, non tentare […] <strong>di</strong> mutarne il corso. Questo<br />

non è compito del magister» a cui spetta «quello, invece, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrarle,<br />

spiegarle, interpretarle, cioè <strong>di</strong> assicurarne l’andamento. Magari polemicamente,<br />

ma niente <strong>di</strong> più <strong>di</strong> questo» 97 .<br />

Una pedagogia vincolata ad una concezione della storia che non esclude<br />

per il «papuano» la schiavitù, anzi ne fa «la pedagogia del caso»;<br />

ed è così che a questo proposito il punto <strong>di</strong> vista del <strong>Labriola</strong> per il<br />

Gramsci è «da avvicinare anche al modo <strong>di</strong> pensare del Gentile per ciò<br />

che riguarda l’insegnamento religioso nelle scuole primarie. Pare che si<br />

tratti <strong>di</strong> uno pseudo–storicismo, <strong>di</strong> un meccanicismo abbastanza empirico<br />

e molto vicino al più volgare evoluzionismo» 98 . Il modo <strong>di</strong> pensare<br />

del Cassinate si <strong>di</strong>mostra «meccanico e retrivo», al pari del pensiero<br />

94 A. LABRIOLA, Carteggio. III. 1890–1895, a cura <strong>di</strong> S. Miccolis, Napoli, Bibliopolis,<br />

2003, p. 33.<br />

95 LABRIOLA, Discorrendo <strong>di</strong> socialismo e <strong>di</strong> filosofia, cit., p. 280.<br />

96 Ivi, p. 285.<br />

97 SICILIANI DE CUMIS, Il principio “<strong>di</strong>alogico” in <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong>, cit., p. 184.<br />

98 GRAMSCI, Quaderni del carcere, cit., p. 1366.

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