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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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<strong>Labriola</strong>, la filosofia, l’Università e il socialismo<br />

Annunciatasi «con impeto <strong>di</strong> poesia» l’era liberale, intenta nell’esaltare<br />

democrazia e principio nazionale, ha trovato quale ostacolo il «grande intrigo<br />

della storia», <strong>di</strong> cui le «tracce del passato» sono motivi rilevanti degli<br />

«arresti» della «civiltà».<br />

A questo proposito<br />

chi vorrà negare esser tuttora vivo e forte il <strong>di</strong>vario fra popoli attivi e passivi.<br />

Dov’è che gli europei, e i loro derivati d’America nel rapido ciclo della conquista<br />

tecnico–capitalistica del mondo, abbiano trovato emuli ed alleati, fuori che<br />

nel Giappone […]. Chi crederà mai […] che dall’accampamento ottomano si<br />

trarrà ancora una moderna nazione turca? E in che altro ha messo capo la kedhivale<br />

rinnovazione dell’Egitto, se non che, tout court, nell’ingerenza del capitale<br />

europeo, tradotta poi senza tanti complimenti, […] nel dominio preve<strong>di</strong>bilmente<br />

perpetuo dell’Inghilterra da Alessandria fin verso le fonti del sacro Nilo?<br />

Non una sola delle genti, non un solo dei varii conglomerati <strong>di</strong> genti, non un<br />

solo dei quasi popoli, sui quali l’Islam esercitò per più <strong>di</strong> un millennio la sua<br />

forte influenza, s’è visto ad assorgere <strong>di</strong> recente a nuova vita per ispontanea e<br />

rigeneratrice appropriazione degli elementi che il mondo europeo è andato offrendo.<br />

E poi non è forse l’Europa stessa sud<strong>di</strong>visa alla sua volta in un suo proprio<br />

Oriente e Occidente? […] la Russia, al confronto [degli] stati dell’Europa me<strong>di</strong>ana<br />

ed occidentale, sorti e svoltisi da costanti rivoluzioni, che han rimescolato<br />

così spesso tutti gli elementi sociali dall’imo alla superficie, e dalla periferia al<br />

centro, e viceversa, rimane per noi come qualcosa <strong>di</strong> straniero, che sa sempre <strong>di</strong><br />

bizantino e <strong>di</strong> mongolico tuttora. La posizione attiva è sempre tenuta, alla fin<br />

delle fini e nel tutt’insieme, dai neo–germani e dai neo–latini: e ci troviamo perciò<br />

rimandati alla lunga tra<strong>di</strong>zione della civiltà me<strong>di</strong>terranea antica, continuatasi<br />

nella unità cattolica del Me<strong>di</strong>oevo.<br />

Qual maraviglia, dunque, se la politica della conquista, della supremazia,<br />

della sopraffazione, dell’intervento <strong>di</strong> paese e paese, e della guerra, o fatta o soltanto<br />

minacciata, sia stata e rimanga l’inevitabile conseguenza, il potente ausilio<br />

e l’istrumento decisivo della espansione capitalistico–borghese? 84<br />

Le uscite del <strong>Labriola</strong> in tema <strong>di</strong> colonialismo «sono tutt’altro che un<br />

incidente, un caso <strong>di</strong> “spregiu<strong>di</strong>catezza critica” in atto <strong>di</strong> “degenerare”,<br />

meritevole <strong>di</strong> un <strong>di</strong>scorso “a parte”» 85 , si tratta delle <strong>di</strong>fficoltà del pen-<br />

84 Ivi, pp. 324–325.<br />

85 G. MASTROIANNI, <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> e la filosofia in Italia, Urbino, Argalìa, 1976, p. 64.<br />

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