31.05.2013 Views

Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

112<br />

Mario Alighiero Manacorda<br />

gione che ai suoi tempi molto era ancora ine<strong>di</strong>to. Per la parte ine<strong>di</strong>ta mi<br />

riferisco alle Istruzioni ai delegati per il I Congresso dell’Internazionale dei lavoratori,<br />

del 1866. Lì Marx <strong>di</strong>chiarava che «l’istruzione può essere statale<br />

senza stare sotto il controllo del governo» (dove è da rilevare che questa<br />

<strong>di</strong>stinzione “liberale” tra Stato e governo non è ancora <strong>di</strong>gerita dall’opinione<br />

<strong>di</strong>ffusa e dalla politica praticata). Di più: sosteneva che «né nelle<br />

scuole elementari né in quelle superiori si devono introdurre materie che<br />

ammettano una interpretazione <strong>di</strong> partito o <strong>di</strong> classe»; e ad<strong>di</strong>rittura, che<br />

«materie che ammettano conclusioni <strong>di</strong>fferenti non debbono essere insegnate<br />

a scuola»: esigenza sacrosanta forse, ma certamente <strong>di</strong>fficile da<br />

sod<strong>di</strong>sfare. L’altro suo testo, certamente noto al <strong>Labriola</strong>, è la Critica del<br />

programma <strong>di</strong> Gotha del Partito socialdemocratico tedesco, del 1875, dove<br />

Marx scriveva: «È assolutamente da respingere l’idea <strong>di</strong> una educazione<br />

del popolo a opera dello Stato», il quale dovrebbe limitarsi «a fissare con<br />

una legge generale i mezzi delle scuole popolari, la qualifica del personale<br />

insegnante, i rami d’insegnamento, ecc. e, come accade negli Stati<br />

Uniti, sorvegliare per mezzo <strong>di</strong> ispettori dello Stato l’adempimento <strong>di</strong><br />

queste prescrizioni legali». Che è, <strong>di</strong> nuovo, quanto prescrive la nostra<br />

Costituzione liberal–democratica. E concludeva perentoriamente che<br />

non si deve «nominare lo Stato educatore del popolo. Piuttosto si debbono<br />

egualmente escludere governo e chiesa da ogni influenza sulla scuola»<br />

16 .<br />

Sono, questi della libertà della scienza e dell’insegnamento e del rapporto<br />

Stato–Chiesa, temi <strong>di</strong> grande rilevanza politica e culturale, che<br />

contrapponevano duramente allora clericali e liberali: temi che trovavano<br />

concor<strong>di</strong> sulle posizioni liberali anche Marx e <strong>Labriola</strong>, che, semmai,<br />

vi aggiungevano le loro ragioni. Anche su questa libertà il pensiero <strong>di</strong><br />

<strong>Labriola</strong> coincide con le tesi <strong>di</strong> Marx, liberali e quasi “anarchiche”, che in<br />

generale vengono ignorate, forse perché il socialismo reale le ha poi negate.<br />

(E come non riven<strong>di</strong>care qui la tra<strong>di</strong>zione umanistica e libertaria<br />

del marxismo teorico italiano del terzo quarto del secolo scorso, con le<br />

sue varie voci, dalla riven<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> una «libertà maggiore» <strong>di</strong> Della<br />

16 Rimando per queste citazioni e osservazioni al mio Marx e la pedagogia moderna,<br />

Roma, E<strong>di</strong>tori Riuniti, 1966, pp. 14–27.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!