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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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108<br />

Mario Alighiero Manacorda<br />

Stati Uniti 7 , i temi “liberali” della laicità e della libertà della scienza e<br />

dell’insegnamento sono presenti fin dagli scritti giovanili: «Noi siamo<br />

aperti fautori dell’istruzione laica, non perché avversi al principio religioso»<br />

8 . E sono affrontati in sostegno e insieme in polemica con lo Stato<br />

risorgimentale, che, secondo lui, era più liberale che altri moderni Stati<br />

europei, ma i cui ministri tuttavia non sempre si sottrassero alla tentazione<br />

<strong>di</strong> intervenire, come contro Angiulli nel 1871, contro Ar<strong>di</strong>gò nel<br />

1879, contro Ferri nel 1894 e contro lui stesso, ammonito dal ministro<br />

Gianturco nel 1896 per alcuni accenni politici nel <strong>di</strong>scorso su L’Università<br />

e la libertà della scienza 9 . (E posso aggiungere nel 1899 il Carducci, deferito<br />

al Consiglio superiore per un suo telegramma <strong>di</strong> adesione al cinquantenario<br />

della Repubblica romana. E io ricordo il caso <strong>di</strong> mio padre, Giuseppe<br />

Manacorda, deferito al Consiglio superiore per aver pubblicato<br />

sul «Giornale d’Italia» del 25 agosto 1909 un ironico telegramma <strong>di</strong> congratulazioni<br />

al ministro Rava per un suo intervento sulle questioni dei<br />

concorsi. E sorvolo sulla mancanza <strong>di</strong> libertà nella scuola elementare,<br />

dove le maestre subirono spesso gravi persecuzioni clerical–ministeriali).<br />

In questa sua battaglia liberale, che <strong>di</strong>cevo in sostegno e in polemica<br />

con lo Stato, e nella quale soleva citare il Montesquieu e il Cavour, si<br />

mostrava tuttavia ottimista: «Siamo nel terreno mondo e non nell’empireo.<br />

Può darsi anche ora il caso che la scienza abbia da lottare con temporanei<br />

abusi <strong>di</strong> una politica reazionaria; ma questo caso mi par <strong>di</strong>fficile<br />

si avveri in Italia»: un ottimismo che <strong>di</strong>rei liberal–borghese, che lo fa<br />

parlare <strong>di</strong> «tempi che corrono così or<strong>di</strong>nari e tiepi<strong>di</strong>, che non c’è luogo a<br />

temere si sia alla vigilia né del terrore rosso né del terrore bianco» 10 .<br />

Della libertà della scienza e dell’insegnamento aveva un’idea ben precisa.<br />

A proposito dell’abolizione, nel 1873, delle facoltà <strong>di</strong> teologia, che<br />

pure in Germania avevano dato laicamente luogo alla critica biblica e alla<br />

storia della chiesa, commenta che in Italia non ce n’era bisogno, perché<br />

l’università «fa esplicita professione <strong>di</strong> non riconoscere se non quelle<br />

materie sole, le quali siano oggetto <strong>di</strong> osservazione, <strong>di</strong> esperienza e <strong>di</strong><br />

esperimento, e che si prestino ad essere apprese e trattate in certi e preci-<br />

7 Cfr. ivi, pp. 312–463, 604.<br />

8 Ivi, p. 161.<br />

9 Cfr. ivi, p. 585 n.<br />

10 Ivi, pp. 606, 609.

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