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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Nel centenario della morte <strong>di</strong> <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> ∗<br />

Mario Alighiero Manacorda<br />

Talvolta i dati autobiografici, soprattutto «a lungo scadere <strong>di</strong> anni»,<br />

come <strong>di</strong>ceva <strong>Labriola</strong>, possono assumere valore <strong>di</strong> dati della storia o,<br />

quanto meno, della microstoria. Mi sia perciò consentito <strong>di</strong> introdurre<br />

questo mio <strong>di</strong>scorso con un ricordo personale.<br />

Il mio primo incontro col <strong>Labriola</strong> avvenne nel 1938 per merito <strong>di</strong> Benedetto<br />

Croce, che, con quella che Valentino Gerratana definirà «una<br />

sorprendente iniziativa», ripubblicò i suoi scritti sul materialismo storico,<br />

aggiungendovi una sua Appen<strong>di</strong>ce intitolata Come nacque e come morì<br />

il marxismo teorico in Italia (1895–1900). E <strong>di</strong>chiarò poi <strong>di</strong> averlo voluto<br />

così <strong>di</strong>sseppellire per riseppellirlo. Insomma, dopo che la <strong>di</strong>ttatura fascista<br />

aveva ucciso il comunismo reale, a Croce parve bene <strong>di</strong> uccidere anche<br />

il marxismo ideale, o “teorico” appunto, in attesa <strong>di</strong> proporre un’alternativa<br />

positiva al fascismo in vista della sua fine. Cosa che fece cinque<br />

anni dopo, col suo Perché non possiamo non <strong>di</strong>rci cristiani, proponendo nella<br />

Chiesa cattolica un’altra e più sicura forza della conservazione anticomunista.<br />

Ma il 1938 fu anche l’anno in cui Croce pubblicò La storia come<br />

pensiero e come azione, in cui parve a me <strong>di</strong> leggere un suo ritorno <strong>di</strong><br />

interesse per gli aspetti economico–sociali; e, se è così, come non domandarsi<br />

se non vi abbia contribuito l’esser ricorso, nel ripensare la storia, a<br />

quegli scritti del suo vecchio maestro, che poi gli è venuto in mente <strong>di</strong><br />

ripubblicare con quella postilla?<br />

Ma, tornando da Croce a <strong>Labriola</strong>, <strong>di</strong> lui avevo allora una immagine<br />

come <strong>di</strong> un pensatore sistematico, organico: non è così, o almeno così<br />

non mi sembra oggi. La sua stessa biografia che, testimoniataci in tante<br />

sue lettere, ci parla del suo gusto per «una grande biblioteca», e la sua<br />

∗ Testo dattiloscritto, autografo, per una lezione tenuta il giorno 16 marzo 2005<br />

presso la Facoltà <strong>di</strong> Filosofia dell’Università <strong>di</strong> Roma <strong>«La</strong> <strong>Sapienza»</strong>, nel quadro dei<br />

“seminari <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento” organizzati dalla Prima cattedra <strong>di</strong> Pedagogia generale<br />

(Prof. N. Siciliani de Cumis) sui temi labrioliani presenti nella Mostra e nel Catalogo<br />

su <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> e la sua Università.

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