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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Emiliano Macinai<br />

stu<strong>di</strong>o in vista <strong>di</strong> quell’appuntamento, particolarmente sentito non solo<br />

dal corpo accademico de <strong>«La</strong> <strong>Sapienza»</strong>, ma anche, e questa è la nota più<br />

significativa, dagli studenti <strong>di</strong> filosofia e pedagogia, <strong>di</strong>rettamente coinvolti<br />

anch’essi nel lavori e nei progetti.<br />

I lavori del seminario sono iniziati nel pomeriggio del 2 febbraio, alla<br />

presenza del Preside della Facoltà <strong>di</strong> Filosofia, Marco Maria Olivetti. Sotto<br />

il coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> Gennaro Sasso, le relazioni dei partecipanti (Girolamo<br />

Cotroneo, Giuseppe Giarrizzo, Nicola Siciliani de Cumis) hanno<br />

avuto come focus con<strong>di</strong>viso la lettura <strong>di</strong> un <strong>Labriola</strong> lucidamente critico<br />

della cultura del suo tempo e hanno pertanto riproposto con forza la figura<br />

<strong>di</strong> un intellettuale attivo e impegnato con autentica passione nel<br />

suo «lavoro»; un accademico che non <strong>di</strong>menticava ma, anzi, riven<strong>di</strong>cava<br />

a sé l’elevata «missione» morale dell’insegnamento universitario e che<br />

seppe testimoniare con sguardo critico ai propri allievi la temperie culturale,<br />

italiana ed europea, <strong>di</strong> fine Ottocento.<br />

I lavori sono proseguiti il giorno successivo con la presentazione <strong>di</strong><br />

due volumi assai eterogenei tra loro. È stata questa l’occasione per allargare<br />

il <strong>di</strong>scorso intorno a <strong>Labriola</strong> e per vedere, da un lato, i suoi possibili<br />

«maestri» e, dall’altro, le sue ere<strong>di</strong>tà intellettuali e politiche. La presentazione<br />

del libro <strong>di</strong> Ignazio Volpicelli su Herbart e i suoi epigoni è stato,<br />

infatti, lo spunto per <strong>di</strong>rigere gli interventi dei partecipanti (il già citato<br />

Siciliani de Cumis, Bruno Bellerate, Giuseppe Spadafora, Giacomo Cives<br />

e lo stesso Volpicelli) su quelle che devono essere considerate le esperienze<br />

<strong>di</strong> formazione <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> e per orientare il successivo <strong>di</strong>battito<br />

intorno alle figure rappresentative per la costruzione della sua visione<br />

del mondo e della sua filosofia.<br />

Il seminario della mattina si è dunque de<strong>di</strong>cato alla ricostruzione degli<br />

elementi <strong>di</strong> attualità che la lezione <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> ha lasciato in ere<strong>di</strong>tà ai<br />

suoi successori sulla cattedra romana e, più in generale, a chiunque oggi<br />

abbia raccolto la missione <strong>di</strong> educatore per le nuove generazioni. La responsabilità,<br />

la correttezza ed il rigore morale, lo sguardo critico sulla<br />

realtà, la libertà <strong>di</strong> pensiero e la coerenza dal proprio atteggiamento docente<br />

con i valori fondanti la professionalità e il ruolo intellettuale e sociale<br />

che <strong>Labriola</strong> sentiva costantemente come l’imperativo categorico al<br />

quale conformare la propria attività accademica, costituiscono ancora

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