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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Socialista fuori concorso ∗<br />

Tullio Gregory<br />

La principale — forse unica — utilità delle celebrazioni per i centenari<br />

<strong>di</strong> personalità <strong>di</strong> primo e secondo piano della nostra storia nazionale, è<br />

quella <strong>di</strong> offrire occasione per nuove ricerche storiche, soprattutto per<br />

rie<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> opere rare, per la pubblicazione <strong>di</strong> scritti ine<strong>di</strong>ti e <strong>di</strong> documenti<br />

d’archivio.<br />

È il caso felice delle celebrazioni per il centenario della morte <strong>di</strong> <strong>Antonio</strong><br />

<strong>Labriola</strong> (1904–2004), solennemente inaugurate in Parlamento alla<br />

presenza del Capo dello Stato: è stata l’occasione per un’originale raccolta<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong> e una ricca Mostra documentaria con un massiccio catalogo,<br />

tutto a cura <strong>di</strong> Nicola Siciliani de Cumis che del <strong>Labriola</strong> è assiduo e acuto<br />

stu<strong>di</strong>oso. Con lui hanno collaborato illustri autori — da Ferrarotti a<br />

Tessitore, da Sasso a Giarrizzo, da Olivetti a Manacorda, per <strong>di</strong>r solo <strong>di</strong><br />

alcuni — e istituzioni come la Facoltà <strong>di</strong> Filosofia dell’Università <strong>di</strong> Roma<br />

<strong>«La</strong> <strong>Sapienza»</strong>, l’<strong>Archivi</strong>o Gentile, l’<strong>Archivi</strong>o <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Roma e<br />

l’<strong>Archivi</strong>o Centrale dello Stato.<br />

Tessitore ha aperto le celebrazioni in Parlamento prendendo le mosse<br />

dal famoso <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> su «L’Università e la libertà della<br />

scienza» pronunciato in apertura dell’anno accademico 1896–97: <strong>di</strong>scorso<br />

del quale Tessitore analizza i tratti salienti, collocandolo nell’evoluzione<br />

del pensiero labrioliano, nella situazione storica <strong>di</strong> quegli anni e<br />

sottolineandone l’attualità per l’analisi critica dell’università e per la delineazione<br />

dei compiti del professore nella formazione culturale e civile<br />

del paese. Chiara in <strong>Labriola</strong> la consapevolezza che «la libertà del conoscere<br />

garantisce la vita, perché questa non è fondata da qualcosa o da<br />

qualcuno ma si autofonda grazia all’agire responsabile dell’uomo in<strong>di</strong>viduo,<br />

degli uomini associati, che, vichianamente, fanno la storia e la conoscono.<br />

Credo — conclude Tessitore — sia questa l’ultima parola <strong>di</strong><br />

<strong>Labriola</strong> che, in tal modo, mostrava <strong>di</strong> avvertire, pur embrionalmente, i<br />

∗ Pubblicato in «Il Sole 24 Ore/Domenica», n. 194, 17 luglio 2005, p. 35.

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