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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Riflessioni e documentazioni <strong>di</strong> e su <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong><br />

poli fino ad ora più civili, non lascerà luogo dopo <strong>di</strong> sé ad alcun’altra religione<br />

nuova. Chi d’ora innanzi non sarà cristiano, sarà irreligioso» 21 .<br />

Altre due importanti costanti: la laicità ed il panorama internazionale.<br />

Una laicità che non gli impe<strong>di</strong>sce, anzi lo sollecita a stu<strong>di</strong>are il ruolo delle<br />

religioni sotto l’aspetto sociale ed istituzionale in Europa e specie nel<br />

mondo anglosassone. Un panorama internazionale presentato alla luce<br />

della <strong>di</strong>ffusione della tecnica e del mercato: «Se la tecnica moderna può<br />

portarsi da ogni dove, se tutto l’uman genere apparisce come un solo<br />

campo <strong>di</strong> concorrenza, e tutta la terra come un solo mercato, che meraviglia<br />

c’è se la ideologia, che codeste con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> fatto intellettualmente<br />

riflette, è venuta nell’affermazione, che la presente unità storica sia<br />

stata preparata da tutto ciò che la precede?» 22 .<br />

La sua impostazione educativa, pedagogica, scolastica è strettamente<br />

legata alla molteplicità dei problemi in<strong>di</strong>viduati, fatti emergere, approfon<strong>di</strong>ti<br />

alla luce <strong>di</strong> una situazione umana molto complessa. Alcune citazioni<br />

esemplari: «Perché il genere umano, nel rigido corso del suo <strong>di</strong>venire,<br />

non ebbe mai tempo e modo <strong>di</strong> andare a scuola da Platone o da<br />

Owen, da Pestalozzi o da Herbart. Anzi ha fatto come gli è stato forza <strong>di</strong><br />

fare. Gli uomini, che presi in astratto sono tutti educabili e perfettibili, si<br />

son perfezionati ed educati sempre quel tanto, e nella misura che essi<br />

potevano, date le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita in cui è stato loro necessità <strong>di</strong> svolgersi.<br />

Se mai, questo è appunto il caso in cui la parola ambiente non è<br />

metafora, e l’uso del termine accomodazione non è <strong>di</strong> traslato» 23 . Si confrontava<br />

con le posizioni <strong>di</strong> quando «la psicologia non era ancora una<br />

scienza», quando «gli spiritualisti <strong>di</strong> ogni maniera potevano sbizzarrirsi<br />

a fare dell’io l’attributo extratemporale <strong>di</strong> uno spirito sovrastante ad ogni<br />

genesi, quando gli idealisti che ripetevano Fichte potevano far dell’io<br />

una trascendente autoposizione, o il noi non si affacciava, o si presentava<br />

nella immaginazione <strong>di</strong> un preteso spirito collettivo ed extrain<strong>di</strong>viduale…<br />

Ma questi in<strong>di</strong>vidui, venendo al mondo, non si svolgono come<br />

isolati subbietti <strong>di</strong> fronte alla natura e nella natura soltanto. Si svolgono<br />

21 LABRIOLA, La concezione materialistica della storia, cit., p. 274. Problemi già affrontati<br />

in Morale e religione (Napoli, Tip. Ferrante, 1873) e in Della libertà morale,<br />

(Napoli, Tip. Ferrante, 1873).<br />

22 LABRIOLA, La concezione materialistica della storia, cit., p. 147.<br />

23 Ivi, p. 128.<br />

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