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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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86<br />

Remo Fornaca<br />

<strong>di</strong> Croce e con la coincidenza, quasi l’inchiodatura, tra filosofia e pedagogia<br />

<strong>di</strong> Givanni Gentile, con l’annesso sistematico attacco, a partire non<br />

solo dal 1900, alla pedagogia ed alla psicologia herbartiana e la proposta<br />

<strong>di</strong> un concetto della pedagogia scientifica che tutto era tranne che scientifica<br />

19 .<br />

Non sono queste considerazioni a margine perché <strong>Labriola</strong> non sta al<br />

gioco delle parole, pretende l’esplicitazione delle impostazioni e delle<br />

interpretazioni (anche in questo la sua attualità è fuori dubbio), specie<br />

quando, tra l’altro, sono in <strong>di</strong>scussione le questioni relative alle concezioni<br />

dello Stato, ai rapporti tra Stato e Chiesa, alle implicazioni del <strong>di</strong>ritto<br />

alla citta<strong>di</strong>nanza, alla rappresentatività, al ruolo del Parlamento.<br />

Quanto mai precisa è la sua attenzione alla storia del <strong>di</strong>ritto, all’ideologia<br />

del <strong>di</strong>ritto naturale, al <strong>di</strong>ritto romano, al <strong>di</strong>ritto canonico, alle costituzioni<br />

(da chi, in che modo sono scritte, con quali finalità). Le questioni<br />

relative all’insegnamento della religione nelle scuole (la sua è una panoramica<br />

internazionale), al <strong>di</strong>vorzio, sono importanti, però vanno rapportate<br />

all’identità ed al ruolo delle forze sociali e delle istituzioni: «Ogni <strong>di</strong>ritto<br />

fu ed è la <strong>di</strong>fesa, o consuetu<strong>di</strong>naria, o autoritaria, o giu<strong>di</strong>ziaria, <strong>di</strong><br />

un determinato interesse; e <strong>di</strong> qui alla riduzione all’economia non c’è<br />

che un passo» 20 .<br />

In un periodo storico e culturale che si avviava all’avvento del movimento<br />

modernista <strong>Labriola</strong> (2 luglio 1897) a proposito del cristianesimo<br />

scriveva: «Il problema più grave e più scabroso in tutta la storia del cristianesimo<br />

è appunto questo: d’intendere, cioè come dalla setta degli assolutamente<br />

eguali sia nata, nel termine <strong>di</strong> men che due secoli, una associazione<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziati per gerarchia, in guisa, che da una parte sta il<br />

popolo dei credenti e dall’altra stanno gl’investiti <strong>di</strong> potestà sacra. Questa<br />

<strong>di</strong>fferenziazione gerarchica si completa col dogma, il che vuol <strong>di</strong>re<br />

con un dettame, che sopprime la imme<strong>di</strong>atezza del credere nei singoli<br />

fedeli quale fatto <strong>di</strong> personale vocazione… Ciò che io vedo chiaro è solo<br />

questo; che il cristianesimo, che nel suo complesso è la religione dei po-<br />

19 B. CROCE, Materialismo storico ed economia marxistica (1900), Bari, Laterza, 1961;<br />

G. GENTILE, La filosofia <strong>di</strong> Marx, Pisa, 1899; ID., Il concetto scientifico della pedagogia<br />

(1900). Cfr. R. FORNACA, La pedagogia filosofica del ‘900, Milano, Principato, 1993.<br />

20 LABRIOLA, La concezione materialistica della storia, cit., p. 123.

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