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MAIS - Di.Pro.Ve

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USO NON<br />

ZOOTECNICO<br />

<strong>MAIS</strong>


64%<br />

1%<br />

18%<br />

11%<br />

4%<br />

2%<br />

*(dolcificanti, biopolimeri, energia)<br />

*


IMPORTANZA ECONOMICA AD USO<br />

NON ZOOTECNICO<br />

Source: Aires.<br />

In Italia Italy (2004) i prodotti products per uso alimentare for human ricavati uses dal made mais<br />

from generano maize generate un business a di business oltre 500 milioni of 592 di million euro<br />

€<br />

11%<br />

16%<br />

5%<br />

8%<br />

60%<br />

Amiderie Molini industriali Molini artigianale Trasporto Manut.ne e Comm.le


Birra<br />

USI INDUSTRIALI DEL <strong>MAIS</strong><br />

Whiskey bourbon: 70-80% mais, 15% segale, 5-10% malto<br />

Farina bramata<br />

Fioretto<br />

Fumetto


<strong>Pro</strong>dotti industriali derivati dal mais<br />

La gamma di prodotti ottenibili dal mais a secco<br />

(mulini) o per via umida (amideria) è molto<br />

ampia<br />

Dalla lavorazione a secco si ottengono spezzati<br />

più o meno fini (grits), semola, farina e crusca.<br />

Con gli sfarinati si producono fiocchi, polenta,<br />

farine precotte, semole glutinate, etc.<br />

Dalla lavorazione umida si ottiene: amido nativo,<br />

proteine, farina glutinata, corn steep liquor<br />

(un concentrato proteico frutto della<br />

fermentazione lattica del mais).


MACINAZIONE UMIDA<br />

• Lo scopo della macinazione umida è la<br />

produzione di amido puro e di vari prodotti<br />

derivati dall’amido estratto.<br />

• Il processo si basa sull’impiego dell’acqua calda<br />

(per 30-36 ore, t°


Composizione chimica dell’amido<br />

L’amido di mais è costituito da molecole di<br />

destrosio organizzate in catene:<br />

- amilosio, a struttura lineare<br />

- amilopectina, a struttura ramificata<br />

Il rapporto amilosio/amilopectina è:<br />

nel mais comune mediamente 26/74,<br />

nel mais waxy 0,2/99,8<br />

nell’amylo-mais 30/70


PRINCIPALI DERIVATI DELLA<br />

MACINAZIONE UMIDA<br />

• AMIDO, è il prodotto più importante, usato tal quale dopo<br />

essiccamento (amido nativo) o modificato con trattamenti<br />

chimici, fisici o enzimatici (sciroppi di glucosio, destrosio,<br />

fruttosio o isoglucosio), usati come dolcificanti, ingredienti<br />

nutritivi, fonte di zuccheri fermentescibili.<br />

L’amido pregelificato o precotto (trattamento a caldo in<br />

acqua e successiva essiccazione), usato come addensante in<br />

prodotti alimentari, come collante nella fabbricazione della<br />

carta (amylo-mais), come appretto nei tessuti, ecc.<br />

L’amido modificato per vari usi industriali e per additivi<br />

alimentari. Facilitano la preparazione industriale degli<br />

alimenti, rendendoli più resistenti alle sollecitazioni<br />

termiche e meccaniche durante la fase di fabbricazione.<br />

Migliorano e prolungano la conservazione e la salubrità degli<br />

alimenti. Trovano largo impiego nei prodotti cotti, congelati,<br />

in scatola, nelle zuppe istantanee e negli alimenti da cuocere<br />

con microonde. Uso farmaceutico e cosmetico


PRINCIPALI DERIVATI DELLA<br />

MACINAZIONE UMIDA<br />

I prodotti dell’amideria sono pure impiegati nella<br />

fabbricazione di colori, per la realizzazione di stampi in<br />

fonderia e nelle formulazioni di detergenti<br />

biodegradabili<br />

L’elevata fermentescibilità giustifica il largo impiego di<br />

zuccheri di mais che ne fa l’industria della<br />

fermentazione per la produzione di lieviti, bevande<br />

(birra, whisky), alcool, acidi organici, antibiotici, enzimi,<br />

ecc.<br />

È possibile trovare i derivati dell’amido nell’edilizia con<br />

funzioni di ritardante di presa nei cementi speciali o<br />

come componente di plastiche biodegradabili<br />

Il settore farmaceutico produce antibiotici, vitamine,<br />

soluzioni fisiologiche, utilizzando derivati dell’amido di<br />

mais come materie prime o come eccipienti nelle<br />

formulazioni di pastiglie


Campi d’impiego dell’amido e dei suoi<br />

derivati


PRINCIPALI DERIVATI DELLA<br />

MACINAZIONE UMIDA<br />

• GLUTINE DI <strong>MAIS</strong> (corn gluten meal) per mangimi<br />

zootecnici o usi alimentari (alto contenuto proteico,<br />

60%)<br />

• CONCENTRATO DELLE ACQUE DI<br />

MACERAZIONE (corn steep liquor) contiene<br />

sostanze azotate (21%), glucidiche e saline solubili,<br />

usato in mangimistica e nell’industria farmaceutica<br />

come substrato di fermentazione. Viene<br />

addizionato alla semola di mais per formare la<br />

farina glutinata di mais (corn gluten feed)<br />

• CRUSCA usata in mangimistica<br />

• GERME per estrazione di olio e, come<br />

sottoprodotto, il panello ad uso mangime.


OLIO DI <strong>MAIS</strong><br />

• MOLTO PREGEVOLE per alto contenuto in acidi<br />

grassi insaturi (>80%)<br />

• Alto contenuto in ACIDO LINOLEICO (55-60%)<br />

ACIDO OLEICO (30%)<br />

• Basso contenuto in ACIDO LINOLENICO (0,8%)<br />

• Alto contenuto in SOSTANZE ANTIOSSIDANTI<br />

(tocoferoli)


MACINAZIONE A SECCO<br />

• La granella viene macinata e sottoposta a tre<br />

operazioni di setacciatura, dalle quali si ricavano:<br />

BRAMATA o SEMOLINO (prodotto più grossolano),<br />

usato per preparare prodotti per la prima colazione a<br />

base di cereali (corn flakes), per mezzo di cottura,<br />

rullatura e tostatura.<br />

FIORETTO o FARINA DI MEDIA FINEZZA, così<br />

come il semolino, è cucinata in acqua bollente per<br />

preparare la polenta<br />

FUMETTO o FARINA FINE, così come la media, è<br />

usata per fare frittelle, pane di mais, vari altri<br />

prodotti da forno (dolci e biscotti) o per l’industria<br />

della birra o del whisky in sostituzione del malto.<br />

SOTTOPRODOTTI, germi, usati per estrarre olio, o<br />

unitamente ai pericarpi (crusca) per l’alimentazione<br />

degli animali.


Combustione del mais<br />

I residui (stocchi, foglie, tutoli, brattee)<br />

utilizzati tal quali, o imballati o<br />

addensati in pellet o bricchette di<br />

diverse dimensioni<br />

La granella, in sostituzione di pellet<br />

legnosi, in caldaie di piccole dimensioni<br />

I prodotti della lavorazione della granella<br />

(es. farine, amido) quali ingredienti o<br />

additivi dei pellet


(In futuro non solo da granella ma anche dagli stocchi, ricchi di cellulosa)


Raccolto a maturazione cerosa


SILO<strong>MAIS</strong>- FONTE ENERGETICA PER LA PRODUZIONE<br />

DI BIOGAS


AVVERSITÀ<br />

<strong>MAIS</strong>


AVVERSITÀ<br />

• Meteoriche: temperature, siccità, ristagno<br />

idrico, vento, grandine<br />

• Parassiti animali ipogei: elateridi<br />

(ferretti), agrotidi (nottue), miriapodi,<br />

maggiolino, grillotalpa, afidi radicali<br />

• Parassiti animali epigei: piralide,<br />

diabrotica, nottua delle graminacee, tripidi,<br />

sesamia, crambide<br />

• Parassiti vegetali: carbone,<br />

elmintosporiosi, fusariosi, marciumi stocco


Piralide<br />

Principali fitofagi


PIRALIDE (Ostrinia nubilalis)<br />

Facilità di stroncamento dello stocco<br />

Danni produttivi fino al 30%, danni qualitativi<br />

Sulle spighe danneggiate sviluppo di muffe che producono<br />

micotossine<br />

Il livello di suscettibilità cresce con lo sviluppo della<br />

pianta e con la conseguente diminuzione nelle foglie del<br />

glucoside <strong>Di</strong>mboa (V 7-9)


PIRALIDE: CICLO BIOLOGICO<br />

2<br />

I<br />

I<br />

I<br />

a generazione più dannosa<br />

Ovideposizione sulla spiga<br />

Scavano gallerie nel fusto arrivando anche al pennacchio<br />

Ovideposizione sulla pagina inferiore delle foglie


Lotta mediante trattamenti bioinsetticidi a base di Bacillus thurigensis, o<br />

chimici (deltametrina). Importante l’epoca (schiusa delle uova e prima della<br />

penetrazione nella pianta), di solito dopo una settimana dalla sfarfallamento


TRATTAMENTI ALLA PIRALIDE


APPLICAZIONI PRODOTTI ANTIPIRALIDE<br />

IGR=insect growth regulator, molecole che disturbano la muta degli insetti


La DIABROTICA rappresenta attualmente<br />

la più grave minaccia per la maiscoltura del<br />

nord Italia.


Arriva in Europa nel 1992 (Belgrado), a <strong>Ve</strong>nezia nel 1999,<br />

a Milano nel 2002


<strong>Di</strong>abrotica - ciclo


<strong>Di</strong>abrotica – Ciclo in Nord Italia<br />

(400 uova per femmina)


Piante con conformazione a ‘collo d’oca’


DIFESA:<br />

Rotazioni,<br />

Semine precoci,<br />

Scelta dell’ibrido,<br />

Geoinsetticidi,<br />

Trattamenti con insetticidi


Elateridi (gen. Agriotes)<br />

Frequenti in terreni dopo prato o medicaio<br />

Le larve completano lo sviluppo dopo numerose mute<br />

(>8), superando anche 2 inverni


Elateridi - sintomatologia<br />

Le larve, ma anche gli adulti, prima attaccano i semi in germinazione,<br />

successivamente la parte interrata della pianta e poi l’intera pianta.<br />

Lotta: concia del seme o geoinsetticidi


Nottue (delle graminacee, delle messi, dei seminativi)


Nottue- danni<br />

Lotta: trattamento con insetticidi a base di deltametrina, nel tardo<br />

pomeriggio o alla sera con abbondante bagnante


Afidi (Rhopalosiphon maidis, R. padi) e<br />

Cicaline (Metopolophium dirhodum, Laodelphax<br />

striatellus, Peregrinum maidis )<br />

Gli afidi sono particolarmente dannosi sui mais dolci


Afidi e Cicaline - virus<br />

Lotta: seme conciato e trattamenti insetticidi


Crambide<br />

(Angustalius malacellus)<br />

• <strong>Di</strong>ffuso in pianura padana<br />

• Compie saltuari attacchi, favoriti<br />

dalla soppressione di graminacee<br />

spontanee<br />

• Le larve attaccano prevalentemente<br />

i mais dolci e di secondo raccolto<br />

• La pianta reagisce con emissione di<br />

culmi secondari<br />

• Depone le uova nel terreno<br />

• Tre generazioni/anno. La seconda è<br />

la più dannosa


Sesamie (Sesamia cretica e S. nonagrioides)<br />

Sono diffuse al centro ed al sud.<br />

Le larve scavano gallerie nello stocco, nell’asse delle<br />

pannocchie e delle spighe e danneggiano le cariossidi.<br />

La S. cretica svolge 2-3 generazioni, la S. nonagrioides, 4.<br />

Svernano come larve nei residui degli stocchi.<br />

Le piante attaccate in uno stadio<br />

giovanile disseccano; quelle già<br />

sviluppate, minate nello stocco,<br />

si indeboliscono e si stroncano<br />

facilmente


PRINCIPALI MALATTIE FUNGINE<br />

• Carbone (Ustilago maydis)<br />

• Marciume del seme e delle plantule (Pythium spp.,<br />

Helmintosporium spp.)<br />

• Elmintosporiosi (Helmintosporium turcicum, H.<br />

maydis)<br />

• Peronospora (Sclerospora macrospora)<br />

• Marciume dello stocco (Fusarium graminearum)<br />

• Fusariosi della spiga (Fusarium verticillioides)<br />

• Marciumi da Aspergillus flavus<br />

• Marciumi delle spighe e delle cariossidi (Penicillium<br />

spp.)<br />

• Mosaico del mais (Maize Mosaic Virus)<br />

• Nanismo ruvido del mais (Maize Rough Dwarf Virus)<br />

• Nanismo giallo dell’orzo (Barley Yellow Dwarf Virus)


Carbone (Ustilago maydis)<br />

Causa la formazione di galle<br />

su varie parti della pianta,<br />

ma soprattutto sulla spiga.<br />

Le galle sono bianche ma dopo<br />

circa 20 gg si trasformano in<br />

una massa nera pulverulenta.<br />

La malattia è favorita da un andamento climatico<br />

caldo-asciutto.<br />

Danno produttivo ridotto


Marciume del seme e delle plantule (Pythium<br />

spp., Helmintosporium spp.)<br />

Funghi presenti nel terreno o sul seme.<br />

È spesso causa di morte della pianta<br />

L’infezione prende avvio sulle parti della<br />

pianta a contatto con il terreno, causando<br />

imbrunimenti e successivi fenomeni di<br />

marcescenza<br />

La gravità della malattia è influenzata da<br />

terreni mal drenati, compatti, freddi e umidi<br />

I mais dolci sono più sensibili


Elmintosporiosi (Helmintosporium turcicum,<br />

H. maydis)<br />

Malattia fogliare che causa disseccamenti<br />

con conseguente indebolimento della pianta.<br />

La malattia è favorita da condizioni di<br />

umidità molto alta.<br />

La specie maydis comprende due razze:<br />

- razza "O";<br />

- razza "T" (più pericolosa; attacca le<br />

foglie, le guaine, il culmo determinando<br />

il marciume del tutolo).<br />

Questi patogeni vengono controllati<br />

mediante la concia del seme.


Peronospora o cima pazza (Sclerospora<br />

macrospora)<br />

Causa alterazioni in varie parti della pianta.<br />

La più caratteristica e quella a carico del<br />

pennacchio che si trasforma in una massa di<br />

strutture fogliari.<br />

L’infezione è favorita da condizione di<br />

sommersione delle giovani piantine (fino allo<br />

stadio di 4-5 foglie)<br />

Sintomi: abbondanti accestimenti, arricciamenti<br />

e arrotolamenti delle foglie superiori, foglie<br />

strette e nastriformi, piante più piccole


Marciume dello stocco<br />

(Fusarium graminearum)<br />

Il rammollimento del culmo, soprattutto<br />

nella parte basale, e la sua disgregazione<br />

sono i sintomi tipici del marciume che<br />

causa indebolimento della pianta fino<br />

alla morte nei casi più gravi<br />

Causa allettamenti e stroncature<br />

del culmo, spighe ridotte, cariossidi<br />

piccole e striminzite e ammuffimenti<br />

sulla spiga


Fusariosi della spiga (Fusarium<br />

verticillioides)<br />

Causa marciumi all’apice o su piccoli gruppi di cariossidi in<br />

altre parti della spiga<br />

Spore trasportate dal vento<br />

o dalla pioggia, l’infezione<br />

avviene attraverso le sete o<br />

ferite da grandine o da insetti,<br />

oppure da seme infetto


MARCIUME DELLO<br />

STOCCO, DELLA SPIGA<br />

E DELLE CARIOSSIDI<br />

DA FUSARIUM/<br />

GIBBERELLA (Fusarium<br />

graminearum/Gibberella<br />

zeae/,<br />

F. verticillioides/G.<br />

fujikuroi) Fusarium. Stadio iniziale F. Stadio avanzato<br />

F. Infezioni sulla foglia, Danno da Gibberella<br />

nello stocco


MARCIUME DELLO<br />

STOCCO, DELLA SPIGA<br />

E DELLE CARIOSSIDI<br />

DA FUSARIUM/<br />

GIBBERELLA<br />

<strong>Pro</strong>ducono MICOTOSSINE:<br />

tricoteceni e zearalenone (F.<br />

culmorum e F. graminearum);<br />

T2, HT2 (F. sporotrichiodes)<br />

fumosine (F. verticilliodes e<br />

F. proliferatum)<br />

F. Infezione tardiva.<br />

Il bianco indica micelio<br />

non ancora maturo<br />

Evidenti danni alla granella


F. verticilliodes produce micotossine, in particolare le<br />

fumosine


Marciumi da Aspergillus flavus<br />

L’infezione avviene attraverso le sete o le ferite delle<br />

cariossidi, specialmente quando l’umidità della<br />

granella scende sotto il 28%<br />

La loro moltiplicazione avviene specialmente in condizioni<br />

di stress idrico.<br />

<strong>Pro</strong>duce una muffa verde sulle<br />

cariossidi e può produrre<br />

aflatossine, la cui produzione<br />

può continuare anche in<br />

post-raccolta


MARCIUMI DELLA<br />

SPIGA E DELLE<br />

CARIOSSIDI DA<br />

ASPERGILLO<br />

(Aspergillus flavus<br />

A. parasiticus)<br />

Si sviluppano<br />

anche in magazzino con<br />

umidità > 15%.<br />

Danni da piralide con infezione da Aspergillus<br />

Granelle danneggiate da Aspergillus


MARCIUME DELLA<br />

SPIGA E DELLE<br />

CARIOSSIDI DA<br />

PENICILLIUM<br />

(Penicillium spp.)<br />

Sviluppo prevalente<br />

in magazzino se seme<br />

danneggiato.<br />

<strong>Pro</strong>ducono ocratossine<br />

Spiga e cariossidi danneggiate


Micotossine<br />

• Sono sostanze naturali, prodotte da funghi<br />

microscopici, in grado di causare effetti<br />

tossici, acuti o cronici, sugli animali e sull’uomo<br />

• I funghi tossigeni sono dei Deuteromiceti e<br />

tra essi le secie più pericolose sono comprese<br />

nei generi Aspergillus, Fusarium e<br />

Penicillium, oltre ad Alternaria e Claviceps<br />

• Essendo sostanze stabili si accumulano<br />

nell’organismo e causano tossicità una volta<br />

raggiunto un certo livello nei tessuti<br />

• La loro pericolosità è elevata perché:


• <strong>Pro</strong>vocano gravi danni a diversi organi del<br />

corpo (alcune possono essere cancerogene)<br />

• Riescono ad agire a basse concentrazioni<br />

• Alcune passano attraverso l’apparato<br />

digerente e si possono ritrovare, variamente<br />

modificate, nei prodotti zootecnici<br />

• Non esistono metodi efficaci per eliminarli dai<br />

prodotti contaminati<br />

• Permangono anche dopo che è stato eliminato<br />

l’organismo che le ha prodotte<br />

• Possono essere presenti anche dove la muffa<br />

non è visibile


• La produzione di micotossine è condizionata<br />

da fattori ambientali tra cui i più importanti<br />

sono umidità e temperatura<br />

• I funghi tossigeni sono diffusi in modo quasi<br />

ubiquitario nei nostri ambienti; sono dotati di<br />

grande capacità saprofitaria e vivono e si<br />

riproducono a spese di tutti i tipi di s.o. non<br />

vivente.<br />

• Le micotossine si possono sviluppare sia nelle<br />

piante infette in campo, sia nelle derrate<br />

immagazzinate.<br />

• In campo si possono sviluppare soprattutto<br />

quando le piante sono soggette a stress e su<br />

ibridi/varietà suscettibili.


• La tecnica colturale può influire sullo sviluppo<br />

dei funghi tossigeni.<br />

• Nella fase di raccolta ed essiccazione i danni<br />

meccanici al seme ed i tempi lunghi di<br />

riduzione dell’umidità possono favorire lo<br />

sviluppo dei funghi.<br />

• In fase di conservazione, con presenza di<br />

superfici di condensazione e nuclei di<br />

riscaldamento si può avere un ulteriore<br />

sviluppo dei funghi e delle micotossine<br />

• Alcune micotossine sono labili al calore ed il<br />

rischio di assunzione nell’uomo si riduce per<br />

effetto della cottura degli alimenti, mentre è<br />

rilevante nella formulazione dei mangimi per<br />

l’allevamento del bestiame, utilizzati senza<br />

trattamento


• La completa sanità è considerata oggi la base<br />

per ogni prodotto destinato all’alimentazione.<br />

I limiti di contaminazione tollerati divengono<br />

sempre più restrittivi sia perché la tecnica<br />

permette di evidenziare quantitativi sempre<br />

più bassi di contaminanti, sia perché sono<br />

sempre di più le sostanze che vengono<br />

studiate e che risultano dannose.<br />

• Le micotossine sono un problema di filiera


• <strong>Di</strong>verse micotossine sono implicate<br />

nell’insorgenza di malattie nell’uomo (effetto<br />

cancerogeno). Il meccanismo d’azione si<br />

esplica a livello degli acidi nucleici, inibendo la<br />

sintesi del DNA o alterando la trascrizione e<br />

la traduzione dell’informazione genetica e la<br />

sintesi proteica.<br />

• Nei bovini da latte, suini e pollame le<br />

micotossine provocano danni al fegato o in<br />

altri organi, riducendo l’efficienza della<br />

crescita, la conversione del mangime in carne,<br />

il livello di fertilità, la resistenza alle<br />

malattie, l’efficacia delle vaccinazioni, etc.


• Aspergillus spp: molto termofilo (da 7 a<br />

42°C), resiste al secco, predilige clima<br />

caldo, è tipico del post-raccolta<br />

• Penicillium spp: predilige ambienti<br />

freschi ed umidi, è tipico del postraccolta<br />

• Fusarium spp: preferisce temperature<br />

fresche ed elevati livelli di umidità,<br />

diffuso nelle aree settentrionali, è<br />

tipico del campo


FUSARIUM-TOXINS IN EUROPA<br />

Fumonisine B1-B2<br />

Media 1999-2003<br />

Fumonisins are higher in South Europe<br />

da 0 a 75% della media Europea<br />

1999 - 2003<br />

da 75 a 125%<br />

da 125 a 250%<br />

più di 250%<br />

dati non sufficienti<br />

Source: Indagine Europea di Syngenta Seeds<br />

M edia di tutte le località 1999 - 2003<br />

Zearalenone 0.06 ppm<br />

Deossinivalenolo 0.82 ppm<br />

Fumonisine B1 e B2 1.59 ppm<br />

Deossinivalenolo<br />

Media 1999-2003<br />

DON and ZEA are higher in Center-North Europe<br />

Zearalenone<br />

Media 1999-2003


aflatossine<br />

fumosine


Misure di contenimento delle<br />

micotossine<br />

• Punto chiave della strategia di<br />

contenimento dello sviluppo di patogeni<br />

tossigeni è la gestione integrata<br />

dell’agrotecnica, dal momento che sullo<br />

sviluppo delle malattie fungine incide<br />

largamente l’andamento climatico, ma<br />

risultano fattori determinati anche le<br />

scelte agronomiche, varietali e la<br />

protezione fungicida.


Gli ibridi più precoci (300-400) sono maggiormente suscettibili alla contaminazione da aflatossine, mentre gli ibridi<br />

più tardivi (600-700) sono più predisposti alla contaminazione da fumosine.<br />

(Miglioramento genetico)


EFFETTI DEI TRATTAMENTI ALLA PIRALIDE


TECNICA<br />

COLTURALE<br />

DIFESA<br />

<strong>MAIS</strong>


DIFESA<br />

• Per limitare lo sviluppo di malattie si può agire in modo<br />

preventivo attraverso la scelta degli ibridi e delle<br />

tecniche colturali (avvicendamento, sfibramento e<br />

interramento con aratura dei resti colturali) o in modo<br />

curativo applicando agrofarmaci ad azione specifica<br />

contro i patogeni.<br />

• Una corretta scelta del seme è alla base della<br />

prevenzione delle malattie, così come una buona semina<br />

• Il diserbo e la concimazione possono svolgere un ruolo<br />

importante nel controllo delle malattie, perché piante<br />

vigorose sono in grado di affrontare meglio gli attacchi<br />

dei patogeni<br />

• La concia del seme garantisce buona protezione delle<br />

plantule da insetti e patogeni presenti nel seme e nel<br />

terreno


STRATEGIE DI DIFESA<br />

Concia del<br />

seme<br />

Concia del<br />

seme<br />

Concia del<br />

seme<br />

Concia del<br />

seme<br />

Trattamento<br />

fogliare<br />

Concia del Trattamento<br />

seme fogliare<br />

Trattamento<br />

fogliare<br />

Trattamento<br />

fogliare<br />

Trattamento<br />

fogliare


EFFETTI DI<br />

UN MODERNO<br />

CONCIANTE

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