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VII CONCORSO MAILING LIST HISTRIA 67 PREMI SIMPATIA Per i Premi Simpatia, poiché tutti i temi sono bellissimi, abbiamo voluto premiare tutti i piccoli alunni dalla prima classe alla classe quinta, per la loro genuinità e freschezza. anna FRliČ motto Ape Maia Classe V Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano “In Una SOffItta ScOPRI OggEttI antIchI chE IncOMIncIanO a RaccOntaRtI la lORO StORIa” Un giorno, mentre correvo libera per la campagna di mio nonno, sentii che mi stava chiamando. Io corsi subito da lui per vedere che cosa voleva. Appena arrivai mi disse: -”Mi fai un favore? Hai voglia di riordinare la soffitta?”-. Io, entusiasta, risposi subito di sì, anche se avrei preferito giocare. Quando entrai nella soffitta, notai che c’era molto disordine. Poi, ad un tratto, tutti gli oggetti cominciarono a parlarmi... Diventammo subito amici. Mi aiutarono anche a pulire ed io, inaspettatamente, mi divertii un sacco. Ma, quando stavamo per finire di mettere tutto a posto, vidi una vecchia gabbia tutta rovinata ed infelice. Era fatta a mano, con i vimini. Sicuramente l’aveva costruita mio nonno quando era ancora piccolo. Io andai da lei per vedere cosa avesse che non andava. Poi, lei cominciò a raccontarmi la sua storia, anche se si vedeva non ne aveva molta voglia perché era troppo triste. La storia cominciò quando la gabbietta venne intrecciata con vimini bianchi, sottili che si lasciavano lavorare con facilità. Il fondo era di legno profumato, c’era una porticina e due ciotoline. Il giorno che fu finita era molto felice, allora era ancora nuova e bella. Un bel giorno sentì un piacevole frescolino e iniziò a dondolare perché l’avevano appesa all’ aperto: in veranda, sentiva i profumi della natura, della campagna. Dopo un pò di tempo sentì che qualcuno entrò dalla minuscola porticina dentro di lei e si spaventò perché non sapeva chi o cosa fosse. Era molto curiosa di vedere chi era, ma purtroppo era cieca ed il suo desiderio era quello di poter vedere. Mentre pensava, questo “qualcuno” cominciò a cinguettare e lei capì subito che si trattava di un uccellino, non sapeva di che razza fosse, ma non importava perché cantava così bene, così tanto da far emozionare la gabbia. Le piaceva ascoltare ogni giorno quella fantastica voce. Però era un pò triste perché nonostante lei gli parlasse lui non le rispondeva perché non la capiva. Ma, in un brutto giorno, quando pioveva e la gabbia si sentiva più vecchia e scricchiolante, l’uccellino perse la voce: neanche le vitamine lo aiutavano più. Il proprietario lo portò dal veterinario, che disse che non c’era più niente da fare, oramai l’uccello era vecchio e doveva morire. La gabbia che gli stava vicino ascoltava attentamente le parole del veterinario e appena allora, quand’era oramai troppo tardi, scoprì che si trattava di un lucherino. Nato nel verde bosco dietro la casa ma catturato con un bastoncino spalmato di vischio. Si rattristò. La gabbia era veramente tristissima perché quello era il suo unico migliore amico e soprattutto perché non avrebbe più sentito quella dolcissima vocina. Promise a se stessa che non avrebbe mai più sorriso in vita sua. Finì così la sua triste storia. La gabbietta voleva che andassimo a prendere un altro uccellino. Io invece ero sicura che se avessimo preso un altro uccellino non avrebbe mai cantato bene come il suo amichetto. Spiegai alla gabbia che non è giusto imprigionare un uccellino per farlo cantare per farci felici, gli uccelli vivono bene in libertà volando di ramo in ramo. Andare dove vuoi è la cosa più bella al mondo. Nessuno dovrebbe mai convincere un altro a restare in un posto se lui non ne ha voglia. Oppure andare via da un posto se non vuole. Forse la gabbietta iniziava a capire. Ma io non volevo lasciarla sola e
68 Edizione 2009 triste, la pulii e ci misi dentro alcuni giocattoli fatti da mio nonno: barchette fatte con le foglie delle canne, un asinello intagliato nel legno, una trottola fatta di vecchi ingranaggi e fischietti di legno. Ho trovato anche una bambola di pezza fatta a mano da qualcuno.Mia nonna mi regalò anche un piccolo carillon, con una musica dolcissima e l’ ho messo la dentro. Ora la gabbietta di vimini non è più in soffitta ma mi fa compagnia in camera mia, non so se sia triste, perché non mi parla più, ma io spero di no perché contiene tanti nuovi amici. Maša VoleR motto LUNA Classe IV Scuola Elementare Italiana “Vincenzo e Diego de Castro” Pirano - sez. Sicciole “In Una SOffItta ScOPRI OggEttI antIchI chE IncOMIncIanO a RaccOntaRtI la lORO StORIa” C’era una volta una bambina di nome Annamaria. Annamaria era una bambina brava ma molto vivace. Un giorno d’estate si annoiava. Andò a chiamare al telefono la sua nonna. La nonna e Annamaria amavano chiachierare. Annamaria le chiese:- ‘’ Nonna?’’- -’’Dimmi nipote cara mia.’’- -’Potrei venire in vacanza da te? ‘’-: Chiese Annamaria. La nonna rispose:-’’Certo naturalmente, mi aiuterai a riordinare gli oggetti antichi che ho in soffitta. ‘’ ‘’Va bene!’’- Disse Annamaria. -’’Ma non devi andare a scuola ?’’- -’’ No ho le vacanze, fra tre giorni!’’ - ‘’Ah! Bene allora verrà il nonno a prenderti .’’- ‘’ Va bene! Ciao! ‘’ “Ciao nonna” Annamaria non vedeva l’ora di vedere la nonna, che viveva in montagna. La nonna aveva una grande fattoria. Aveva anche una mucca. I giorni seguenti erano passati presto. Annamaria fece i bagagli con una felicità enorme . Il nonno e Annamaria sono partiti presto. Quando sono arrivati, la nonna ha stretto forte Annamaria. Il giorno dopo Annamaria si era vestita, lavata i denti ed il viso ed è corsa a mangiare la merenda. La nonna era già fuori ad aspettarla. Avevà già portato fuori gli oggetti della soffitta. La nonna disse:- “Queste cose antiche sono ancora della mia nonna. La mia nonna quando ero piccola mi ha raccontato che gli oggetti sono magici. Ma io non le credevo. Poi mi ha detto anche che gli oggetti raccontano raccontano storie. Ma che raccontano storie solo ai bambini speciali.’’ Annamaria la ascoltava molto attenta. Allora pensò dentro di sè: -’’ Forse io sono una bambina speciale. Oh! Andrò a riordinare domani mattina presto, mi metterò la sveglia .’’ La sua nonna l’ha chiamata: ‘’ Annamaria, c’è il pranzo! Vieni!” - “Vengo subito!’’: - disse Annamaria. Ed è corsa in casa. Il mattino dopo si era alzata presto. È corsa subito davanti alla soffitta e... Ha sentito delle chiacchiere. Aprì lentamente la porta della soffitta e vide gli oggetti antichi che ciacchieravano. Ad un tratto tutti gli oggetti si nascosero e Annamaria disse: -’’Non dovete avere paura, non vi farò niente!’’ ‘’Davvero?’’ - Chiesero gli oggetti antichi. ‘’Si davvero.’’- Disse Annamaria. E tutti gli oggetti vennero accanto a lei. Parlavano un pò di tutto. Il vecchio ferro da stiro incominciò a raccontare una storia:- ‘’C’era una volta un fabbro che fabbricava, con il calore del fuoco e con il suo martello, cose utili per la casa... ma erano anche tanto belle. Ad ogni oggetto sapeva dove anche un ‘ anima. Io ero stato fatto da lui. Stavo dentro alla sua bottega assieme ad altri oggetti. Tutti eravamo amici. Dopo qualche mese è venuta una donna anziana e mi ha comprato. Questa donna era la mamma della tua bis, bis, bis nonna. Era gentile con me, mi parlava sempre…
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CONCORSO MAILING<br />
LIST HISTRIA<br />
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PREMI SIMPATIA<br />
Per i Premi Simpatia, poiché tutti i temi s<strong>on</strong>o bellissimi, abbiamo voluto premiare tutti i<br />
piccoli alunni dalla prima classe alla classe quinta, per la loro genuinità e freschezza.<br />
anna FRliČ<br />
motto Ape Maia<br />
Classe V<br />
Scuola Elementare<br />
Italiana<br />
“Vincenzo e Diego<br />
de Castro” Pirano<br />
“In Una<br />
SOffItta<br />
ScOPRI OggEttI<br />
antIchI chE<br />
IncOMIncIanO<br />
a RaccOntaRtI<br />
la lORO<br />
StORIa”<br />
Un giorno, mentre correvo libera per la campagna di<br />
mio n<strong>on</strong>no, sentii che mi stava chiamando. Io corsi<br />
subito da lui per vedere che cosa voleva. Appena<br />
arrivai mi disse: -”Mi fai un favore? Hai voglia di<br />
riordinare la soffitta?”-. Io, entusiasta, risposi subito<br />
di sì, anche se avrei preferito giocare.<br />
Quando entrai nella soffitta, notai che c’era<br />
molto disordine. Poi, ad un tratto, tutti gli oggetti<br />
cominciar<strong>on</strong>o a parlarmi... Diventammo subito amici.<br />
Mi aiutar<strong>on</strong>o anche a pulire ed io, inaspettatamente,<br />
mi divertii un sacco. Ma, quando stavamo per finire di<br />
mettere tutto a posto, vidi una vecchia gabbia tutta<br />
rovinata ed infelice. Era fatta a mano, c<strong>on</strong> i vimini.<br />
Sicuramente l’aveva costruita mio n<strong>on</strong>no quando era<br />
ancora piccolo.<br />
Io andai da lei per vedere cosa avesse che n<strong>on</strong><br />
andava. Poi, lei cominciò a racc<strong>on</strong>tarmi la sua storia,<br />
anche se si vedeva n<strong>on</strong> ne aveva molta voglia perché<br />
era troppo triste.<br />
La storia cominciò quando la gabbietta venne<br />
intrecciata c<strong>on</strong> vimini bianchi, sottili che si lasciavano<br />
lavorare c<strong>on</strong> facilità. Il f<strong>on</strong>do era di legno profumato,<br />
c’era una porticina e due cioto<strong>line</strong>. Il giorno che fu<br />
finita era molto felice, allora era ancora nuova e<br />
bella. Un bel giorno sentì un piacevole frescolino<br />
e iniziò a d<strong>on</strong>dolare perché l’avevano appesa all’<br />
aperto: in veranda, sentiva i profumi della natura,<br />
della campagna. Dopo un pò di tempo sentì che<br />
qualcuno entrò dalla minuscola porticina dentro di<br />
lei e si spaventò perché n<strong>on</strong> sapeva chi o cosa fosse.<br />
Era molto curiosa di vedere chi era, ma purtroppo era<br />
cieca ed il suo desiderio era quello di poter vedere.<br />
Mentre pensava, questo “qualcuno” cominciò a<br />
cinguettare e lei capì subito che si trattava di un<br />
uccellino, n<strong>on</strong> sapeva di che razza fosse, ma n<strong>on</strong><br />
importava perché cantava così bene, così tanto<br />
da far emozi<strong>on</strong>are la gabbia. Le piaceva ascoltare<br />
ogni giorno quella fantastica voce. Però era un pò<br />
triste perché n<strong>on</strong>ostante lei gli parlasse lui n<strong>on</strong> le<br />
risp<strong>on</strong>deva perché n<strong>on</strong> la capiva. Ma, in un brutto<br />
giorno, quando pioveva e la gabbia si sentiva più<br />
vecchia e scricchiolante, l’uccellino perse la voce:<br />
neanche le vitamine lo aiutavano più. Il proprietario<br />
lo portò dal veterinario, che disse che n<strong>on</strong> c’era più<br />
niente da fare, oramai l’uccello era vecchio e doveva<br />
morire. La gabbia che gli stava vicino ascoltava<br />
attentamente le parole del veterinario e appena<br />
allora, quand’era oramai troppo tardi, scoprì che si<br />
trattava di un lucherino. Nato nel verde bosco dietro<br />
la casa ma catturato c<strong>on</strong> un bast<strong>on</strong>cino spalmato<br />
di vischio. Si rattristò. La gabbia era veramente<br />
tristissima perché quello era il suo unico migliore<br />
amico e soprattutto perché n<strong>on</strong> avrebbe più sentito<br />
quella dolcissima vocina. Promise a se stessa che<br />
n<strong>on</strong> avrebbe mai più sorriso in vita sua. Finì così la<br />
sua triste storia. La gabbietta voleva che andassimo<br />
a prendere un altro uccellino. Io invece ero sicura che<br />
se avessimo preso un altro uccellino n<strong>on</strong> avrebbe mai<br />
cantato bene come il suo amichetto.<br />
Spiegai alla gabbia che n<strong>on</strong> è giusto imprigi<strong>on</strong>are<br />
un uccellino per farlo cantare per farci felici, gli<br />
uccelli viv<strong>on</strong>o bene in libertà volando di ramo in<br />
ramo. Andare dove vuoi è la cosa più bella al m<strong>on</strong>do.<br />
Nessuno dovrebbe mai c<strong>on</strong>vincere un altro a restare<br />
in un posto se lui n<strong>on</strong> ne ha voglia. Oppure andare<br />
via da un posto se n<strong>on</strong> vuole. Forse la gabbietta<br />
iniziava a capire. Ma io n<strong>on</strong> volevo lasciarla sola e