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31.05.2013 Views

VII CONCORSO MAILING LIST HISTRIA in vibrazione il timpano, su come, sempre nelle nostre orecchie, si trasforma in impulso elettrico e attraverso i nervi uditivi arriva al cervello, e li, nel nostro cervello viene elaborato e percepito come suono. Guardandolo da questo punto di vista, è tutto fuorché banale. Ma guardiamo il tutto da un altro punto di vista: quello degli strumenti. I primi strumenti musicali nascono ancora nell’antichità’, quando gli uomini primitivi scoprirono che se soffiavano in un osso con qualche foro, si produceva un suono. Da quel momento, gli strumenti non hanno fatto altro che svilupparsi. Uno strumento, per produrre un suono «gradevole” deve essere semplicemente perfetto. I violini, ad esempio, non potranno mai suonare se non vengono prodotti con legni diversi da ebano, acero e abete rosso. Soltanto con questi tre tipi di legni un violino può diventare uno strumento musicale. Contano, naturalmente, anche le dimensioni del violino, le varie proporzioni, lo spessore della cassa armonica eccetera. Ma, anche se il violino fosse perfetto in ogni sua parte, potremmo ugualmente sentire un suono? Si. Perché? Perché Madre Natura, o Dio, o chicchessia ci ha dato l’orecchio. Senza l’orecchio e tutte le sue parti (orecchio esterno, orecchio medio, timpano, martello, incudine, staffa, orecchio interno, labirinto osseo, coclea, labirinto membranoso, eccetera eccetera) noi non sentiremmo un bel niente. Dobbiamo essere grati di avere una tale capacità. Basti pensare a come sarebbe non sentire niente: ne la musica, ne la macchina che passa davanti casa, nel il battere delle dita sulla tastiera,... Un mondo senza suoni sarebbe un mondo vissuto per metà. Parliamo della musica: ci sono vari significati della parola musica. Musica come suono, che definisce la musica come l’arte dei suoni e come un susseguirsi di più suoni. È l’arte del saper esprimere concetti, emozioni, sensazioni attraverso le note, organizzando i suoni ma anche il silenzio. Infatti la musica non è fatta soltanto di suoni continui, ma anche di pause tra le varie note che conferiscono maggiore ..musicalità “ al brano. Musica come linguaggio, che definisce la musica come un vero e proprio linguaggio, capace di trasmettere messaggi. Musica come esperienza soggettiva, dove la musica 41 viene vista in modo diverso in base al soggetto: una persona può’ apprezzare un susseguirsi di suoni senza nessuna apparente relazione tra essi, mentre un altra persona può lo può disprezzare. Musica come una categoria della percezione, che afferma che la musica non è semplicemente un insieme di suoni, ma un insieme di reazioni” che avvengono nel nostro cervello. Musica come storia e antropologia, nel senso che la musica è collegata a doppio filo sia all’evoluzione storica che a quella dell’uomo. Musica come cura, come cura del corpo e dello spirito, come ad esempio la musicoterapia. Musica come una potenza sovrannaturale, che tratta la musica come qualcosa che deriva dalle divinità e che è in grado di controllare la natura. Qualcosa di mistico, di magico. La musica è qualcosa che cambia continuamente, si evolve, si sviluppa, regredisce, poi si evolve nuovamente. Niente in questo universo rimane sempre lo stesso, tutto cambia, cosi anche la musica. Per questo i grandi musicisti e compositori contemporanei si distinguono dagli altri: perché permettono quest’evoluzione costante della musica. I grandi compositori non sono quelli che compongono musica seguendo precisamente i canoni del periodo, ma sono quelli che trasgrediscono le regole per permettere alla musica di evolversi, di cambiare. Molti si chiedono e discutono su quale sia lo strumento musicale migliore in assoluto. Tutti gli strumenti musicali sono magnifici, alcuni piacciono di meno, altri di più, ma questo dipende dai gusti delle persone. Ma lo strumento più perfetto (non migliore, perfetto) in assoluto è la voce umana. La struttura del corpo umano, dalla laringe, alle corde vocali, passando per il glottide, tutto è perfetto. Secondo me, per poter apprezzare veramente la musica, bisogna prima imparare a conoscere e apprezzare, non dico amare, o che devono piacere per forza, soltanto apprezzare, tutti i generi musicali, e non ascoltarne soltanto uno, conoscere tutti i compositori, e conoscere e apprezzare tutti gli strumenti. Soltanto quando si conoscerà, e di conseguenza si apprezzerà, tutti i generi e tutti gli strumenti, allora si potrà dire di apprezzare la musica.

42 Edizione 2009 3° PREMIO motto VT8696 MoniCa braVar Classe III Economica Scuola Media Superiore Italiana Rovigno Motivazione - l’autrice, nella brevità dello scritto, è riuscita a trasmettere perfettamente le sue emozioni che coinvolgono il lettore, nel nostalgico e dolce ricordo dell’amata zia. ASCOLTANDO UN BRANO DI MUSICA Tra le cose di mio padre ho trovato un CD di musica italiana, e dopo averlo inserito nello stereo, premo “play” e parte. È Luccio Battisti. Ah, che meraviglia... adesso si che trovo l’ispirazione... Triste, allegra, spensierata, innamorata, delusa... ebbene si, non è mai il momento sbagliato per dedicarsi all’ascolto di questa MUSICA che...mi fa andare in estasi. Spesso riaffiorano ricordi e ci si può anche ritrovare nei vari testi che in certi casi parlano di fatti comuni a tutti noi. Trovo molto rilassante ascoltare componimenti di un certo tipo, soprattutto mentre ci si è distesi sulla poltrona, come mi ci trovo io ora. Intanto i brani si susseguono. Tutto tace per qualche secondo, chiudo gli occhi per sentir meglio questo infinito silenzio, riapro gli occhi e mi guardo attorno, mi pare di essere tornata qualche anno indietro. Uno dei vestiti che indossava mia zia per il giorno di festa stava al solito posto: era stirato per bene e il suo odore di vaniglia invadeva tutta la casa, e la stellina che vi era applicata, rifletteva dei raggi cristallini sulla parete. Ancora immersa nei miei pensieri qualcuno sfiora la mia spalla; mi fa rabbrividire e ne rimango intimorita. Provo un’intensa paura di voltarmi, quel terrore che si prova quando ci si trova davanti la morte. Comunque, cerco di farmi coraggio e tra me e me faccio il conto „uno…due…e…tre!“ Mi trovo muta come un pesce e per qualche secondo mi sembra di non aver saputo mai parlare in vita mia…Lei invece, bella come me la ricordavo, truccata per bene come ai vecchi tempi, mi sussurra nell’orecchio Mi ricordo montagne verdi, e le corse di una bambina“. Era la canzone che cantavamo sempre assieme! Con occhi pieni di lacrime, cerco di abbracciarla ma la sua immagine tende a sparire. Non riesco a vedere più le sue bellissime guance rosse, le perfette linee corporee, ma sono in grado di sentire la sua voce cristallina che prosegue a cantare la canzone Montagne verdi“. Ora c’è il silenzio di prima riesco a sentire solo il rumore del venticello che mi sfiora i capelli. Richiudo gli occhi per qualche secondo, che sembra durare un’eternità era solo un sogno, frutto della mia immaginazione. Intanto alla radio c’è la canzone “Di sole e d’azzurro”, canzone che mi trasmette emozioni intense “nel blu dei sogni tuoi più fragili io ci sarò”… e mi pare di sentirla cantare di nuovo.

VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

in vibrazi<strong>on</strong>e il timpano, su come, sempre nelle<br />

nostre orecchie, si trasforma in impulso elettrico<br />

e attraverso i nervi uditivi arriva al cervello, e li, nel<br />

nostro cervello viene elaborato e percepito come<br />

su<strong>on</strong>o. Guardandolo da questo punto di vista, è<br />

tutto fuorché banale.<br />

Ma guardiamo il tutto da un altro punto di vista:<br />

quello degli strumenti. I primi strumenti musicali<br />

nasc<strong>on</strong>o ancora nell’antichità’, quando gli uomini<br />

primitivi scoprir<strong>on</strong>o che se soffiavano in un osso<br />

c<strong>on</strong> qualche foro, si produceva un su<strong>on</strong>o. Da quel<br />

momento, gli strumenti n<strong>on</strong> hanno fatto altro<br />

che svilupparsi. Uno strumento, per produrre un<br />

su<strong>on</strong>o «gradevole” deve essere semplicemente<br />

perfetto. I violini, ad esempio, n<strong>on</strong> potranno mai<br />

su<strong>on</strong>are se n<strong>on</strong> veng<strong>on</strong>o prodotti c<strong>on</strong> legni diversi<br />

da ebano, acero e abete rosso. Soltanto c<strong>on</strong><br />

questi tre tipi di legni un violino può diventare<br />

uno strumento musicale. C<strong>on</strong>tano, naturalmente,<br />

anche le dimensi<strong>on</strong>i del violino, le varie proporzi<strong>on</strong>i,<br />

lo spessore della cassa arm<strong>on</strong>ica eccetera. Ma,<br />

anche se il violino fosse perfetto in ogni sua parte,<br />

potremmo ugualmente sentire un su<strong>on</strong>o? Si.<br />

Perché? Perché Madre Natura, o Dio, o chicchessia<br />

ci ha dato l’orecchio. Senza l’orecchio e tutte le sue<br />

parti (orecchio esterno, orecchio medio, timpano,<br />

martello, incudine, staffa, orecchio interno, labirinto<br />

osseo, coclea, labirinto membranoso, eccetera<br />

eccetera) noi n<strong>on</strong> sentiremmo un bel niente.<br />

Dobbiamo essere grati di avere una tale capacità.<br />

Basti pensare a come sarebbe n<strong>on</strong> sentire niente:<br />

ne la musica, ne la macchina che passa davanti<br />

casa, nel il battere delle dita sulla tastiera,... Un<br />

m<strong>on</strong>do senza su<strong>on</strong>i sarebbe un m<strong>on</strong>do vissuto per<br />

metà.<br />

Parliamo della musica: ci s<strong>on</strong>o vari significati<br />

della parola musica. Musica come su<strong>on</strong>o, che<br />

definisce la musica come l’arte dei su<strong>on</strong>i e come un<br />

susseguirsi di più su<strong>on</strong>i. È l’arte del saper esprimere<br />

c<strong>on</strong>cetti, emozi<strong>on</strong>i, sensazi<strong>on</strong>i attraverso le note,<br />

organizzando i su<strong>on</strong>i ma anche il silenzio. Infatti la<br />

musica n<strong>on</strong> è fatta soltanto di su<strong>on</strong>i c<strong>on</strong>tinui, ma<br />

anche di pause tra le varie note che c<strong>on</strong>ferisc<strong>on</strong>o<br />

maggiore ..musicalità “ al brano. Musica come<br />

linguaggio, che definisce la musica come un vero e<br />

proprio linguaggio, capace di trasmettere messaggi.<br />

Musica come esperienza soggettiva, dove la musica<br />

41<br />

viene vista in modo diverso in base al soggetto: una<br />

pers<strong>on</strong>a può’ apprezzare un susseguirsi di su<strong>on</strong>i<br />

senza nessuna apparente relazi<strong>on</strong>e tra essi, mentre<br />

un altra pers<strong>on</strong>a può lo può disprezzare. Musica<br />

come una categoria della percezi<strong>on</strong>e, che afferma<br />

che la musica n<strong>on</strong> è semplicemente un insieme di<br />

su<strong>on</strong>i, ma un insieme di reazi<strong>on</strong>i” che avveng<strong>on</strong>o nel<br />

nostro cervello. Musica come storia e antropologia,<br />

nel senso che la musica è collegata a doppio filo sia<br />

all’evoluzi<strong>on</strong>e storica che a quella dell’uomo. Musica<br />

come cura, come cura del corpo e dello spirito,<br />

come ad esempio la musicoterapia. Musica come<br />

una potenza sovrannaturale, che tratta la musica<br />

come qualcosa che deriva dalle divinità e che è in<br />

grado di c<strong>on</strong>trollare la natura. Qualcosa di mistico,<br />

di magico.<br />

La musica è qualcosa che cambia c<strong>on</strong>tinuamente,<br />

si evolve, si sviluppa, regredisce, poi si evolve<br />

nuovamente. Niente in questo universo rimane<br />

sempre lo stesso, tutto cambia, cosi anche la<br />

musica. Per questo i grandi musicisti e compositori<br />

c<strong>on</strong>temporanei si distingu<strong>on</strong>o dagli altri: perché<br />

permett<strong>on</strong>o quest’evoluzi<strong>on</strong>e costante della<br />

musica. I grandi compositori n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o quelli che<br />

comp<strong>on</strong>g<strong>on</strong>o musica seguendo precisamente<br />

i can<strong>on</strong>i del periodo, ma s<strong>on</strong>o quelli che<br />

trasgredisc<strong>on</strong>o le regole per permettere alla musica<br />

di evolversi, di cambiare.<br />

Molti si chied<strong>on</strong>o e discut<strong>on</strong>o su quale sia lo<br />

strumento musicale migliore in assoluto. Tutti<br />

gli strumenti musicali s<strong>on</strong>o magnifici, alcuni<br />

piacci<strong>on</strong>o di meno, altri di più, ma questo dipende<br />

dai gusti delle pers<strong>on</strong>e. Ma lo strumento più<br />

perfetto (n<strong>on</strong> migliore, perfetto) in assoluto è la<br />

voce umana. La struttura del corpo umano, dalla<br />

laringe, alle corde vocali, passando per il glottide,<br />

tutto è perfetto.<br />

Sec<strong>on</strong>do me, per poter apprezzare veramente la<br />

musica, bisogna prima imparare a c<strong>on</strong>oscere e<br />

apprezzare, n<strong>on</strong> dico amare, o che dev<strong>on</strong>o piacere<br />

per forza, soltanto apprezzare, tutti i generi<br />

musicali, e n<strong>on</strong> ascoltarne soltanto uno, c<strong>on</strong>oscere<br />

tutti i compositori, e c<strong>on</strong>oscere e apprezzare tutti<br />

gli strumenti. Soltanto quando si c<strong>on</strong>oscerà, e di<br />

c<strong>on</strong>seguenza si apprezzerà, tutti i generi e tutti<br />

gli strumenti, allora si potrà dire di apprezzare la<br />

musica.

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