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Leggi pubblicazione on line - Arcipelago Adriatico

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VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Sebbene, quel c<strong>on</strong>fine fosse definito “il più aperto d’Europa”<br />

– slogan c<strong>on</strong>facente alla propaganda jugoslava –, in realtà<br />

soleva distinguere, c<strong>on</strong>trollare, c<strong>on</strong>tenere. D’altra parte il<br />

c<strong>on</strong>fine è sin<strong>on</strong>imo di barriera.<br />

Per un periodo era difficile addirittura portare in Istria<br />

determinati libri in lingua italiana a causa del loro<br />

c<strong>on</strong>tenuto “eretico” e guai al m<strong>on</strong>do lasciare in bella vista<br />

“Il Piccolo” perché significava come minimo il sequestro<br />

del giornale triestino e incappare in situazi<strong>on</strong>i a dir poco<br />

fastidiose. Al giorno d’oggi tutto questo appartiene ormai<br />

solo alla storia, anche se a quella appena trascorsa, le<br />

giovani generazi<strong>on</strong>i n<strong>on</strong> immaginano nemmeno cosa<br />

avesse rappresentato quella <strong>line</strong>a c<strong>on</strong>finaria, “el bloco”<br />

come si soleva definire il c<strong>on</strong>fine di Stato medesimo. Le<br />

sofferenze che quella <strong>line</strong>a divisoria ha prodotto sulla pelle<br />

delle popolazi<strong>on</strong>i locali n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o essere fatte proprie<br />

dai più giovani, perché s<strong>on</strong>o nati molto dopo, per fortuna.<br />

Chi è oggi adolescente c<strong>on</strong>osce solo il processo che ha<br />

portato all’eliminazi<strong>on</strong>e della fr<strong>on</strong>tiera e oggi si sposta<br />

tranquillamente per il vecchio c<strong>on</strong>tinente (faceva un certo<br />

effetto, qualche anno fa, transitare dall’Austria in Italia e<br />

viceversa senza fermarsi per i c<strong>on</strong>trolli).<br />

Il c<strong>on</strong>fine sul Dragogna, invece, per molti aspetti oggi è<br />

solo una formalità – il c<strong>on</strong>tenzioso tra Slovenia e Croazia<br />

è un’altra faccenda – anche se, n<strong>on</strong> scordiamolo, esso,<br />

comunque, rappresenta il limite meridi<strong>on</strong>ale dell’Uni<strong>on</strong>e<br />

europea e quindi per forza di cose determinate procedure<br />

dev<strong>on</strong>o esistere. La prossima entrata di Zagabria nella<br />

famiglia europea cancellerà anche quella divisi<strong>on</strong>e e per la<br />

penisola istriana inizierà a soffiare un nuovo vento. Sì perché<br />

il suo venir meno comporta un cambiamento, o meglio un<br />

risveglio che possiamo parag<strong>on</strong>are alla ripresa primaverile<br />

dopo il s<strong>on</strong>no invernale. È successo anche nei territori tra<br />

l’Italia e la Slovenia. Chi osserva la quotidianità n<strong>on</strong> può<br />

ignorarlo. Siamo testim<strong>on</strong>i di una metamorfosi, di qualcosa<br />

che per certi spetti ha un sapore inedito. Un “rilassamento”,<br />

dovuto proprio ai c<strong>on</strong>trolli che n<strong>on</strong> ci s<strong>on</strong>o più, ha portato<br />

ad una certa vivacità, ha dato nuova linfa all’ec<strong>on</strong>omia<br />

regi<strong>on</strong>ale: si può comperare come e quanto si vuole senza<br />

tema dell’incognita su come fare per oltrepassare il c<strong>on</strong>fine.<br />

I tempi nuovi però hanno introdotto anche delle novità<br />

in senso inverso. C<strong>on</strong> la modernizzazi<strong>on</strong>e della Slovenia,<br />

la liberalizzazi<strong>on</strong>e del mercato e la presenza di capitali<br />

stranieri, l’offerta è cresciuta esp<strong>on</strong>enzialmente, i centri<br />

commerciali – i “m<strong>on</strong>umenti” del nostro tempo – s<strong>on</strong>o sorti<br />

dappertutto e in gran numero, e stanno attirando anche<br />

la clientela “triestina”. È sufficiente osservare le targhe<br />

automobilistiche per rendersi c<strong>on</strong>to di tale fenomeno. Per<br />

Trieste s<strong>on</strong>o finiti gli “anni d’oro” corrisp<strong>on</strong>denti ai decenni<br />

in cui frotte di acquirenti provenienti da tutta la Jugoslavia<br />

si riversavano nella città di San Giusto. La dissoluzi<strong>on</strong>e di<br />

quello stato si è riflessa negativamente anche lungo le rive<br />

dell’<strong>Adriatico</strong> settentri<strong>on</strong>ale. Oggi il capoluogo giuliano,<br />

19<br />

dopo un periodo iniziale di quasi “smarrimento”, deve<br />

ritagliarsi un ruolo in questo nuovo pezzo d’Europa che si<br />

sta ricomp<strong>on</strong>endo, proprio come lo aveva svolto nel corso<br />

della sua importante storia.<br />

La rilassatezza fa bene a tutti, le nuove infrastrutture<br />

permett<strong>on</strong>o poi gli spostamenti, e, dato che le col<strong>on</strong>ne<br />

al c<strong>on</strong>fine s<strong>on</strong>o solo un ricordo, in mezz’ora o poco più<br />

da Trieste si arriva in una località del Capodistriano. Ecco<br />

allora che prendere un caffè o recarsi semplicemente in un<br />

cinema triestino per assistere alla proiezi<strong>on</strong>e di un film sta<br />

diventando sempre più “normale”.<br />

L’apertura rappresentata dai tempi nuovi, però, n<strong>on</strong><br />

dovrebbe essere impr<strong>on</strong>tata solo ed esclusivamente<br />

sull’ec<strong>on</strong>omia, vi dev’essere posto anche per la cultura<br />

e per i rapporti umani; solo in questo modo si potrà<br />

arrivare ad una fusi<strong>on</strong>e del territorio in cui vi sia spazio<br />

per le peculiarità. E poi dobbiamo parlare anche del<br />

rispetto per la storia, naturalmente il passato n<strong>on</strong> deve<br />

rappresentare un freno e pregiudicare l’avvicinamento<br />

delle genti, specialmente dei giovani. Il rispetto e il rifiuto<br />

delle mistificazi<strong>on</strong>i può diventare patrim<strong>on</strong>io comune solo<br />

se vi è c<strong>on</strong>oscenza, collaborazi<strong>on</strong>e, stima e desiderio di<br />

ascoltare l’altro. Dopo le tempeste del secolo scorso che<br />

si s<strong>on</strong>o abbattute sulle nostre terre è giunto, finalmente, il<br />

tempo di ricomporre i cocci di un vaso andato in frantumi.<br />

Un ric<strong>on</strong>giungimento è quanto mai auspicabile, ma deve<br />

essere sincero, l’ipocrisia va, invece, messa al bando. Le<br />

difficoltà, purtroppo, ci s<strong>on</strong>o e persist<strong>on</strong>o, è innegabile.<br />

Forse la cosa migliore è lavorare c<strong>on</strong> i giovanissimi, c<strong>on</strong> chi<br />

n<strong>on</strong> è oberato c<strong>on</strong> il passato, c<strong>on</strong> coloro che n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o<br />

e n<strong>on</strong> dev<strong>on</strong>o portarsi dietro i fardelli di alcun tipo. A loro<br />

bisogna trasmettere l’identità di chi siamo – come popolo<br />

di questa terra –, far c<strong>on</strong>oscere il ricco retaggio storicoculturale,<br />

nutrirli c<strong>on</strong> il dialetto – forte elemento identitario<br />

– e forse si eviterà che una presenza scompaia e da quelle<br />

coste e quella terra che l’hanno generata.<br />

L’iniziativa della Mailing List Histria è un piccolo c<strong>on</strong>tributo<br />

in questa direzi<strong>on</strong>e – e di anno in anno le sorprese n<strong>on</strong><br />

mancano –, quanto emerge dal c<strong>on</strong>corso è un chiaro<br />

segnale che n<strong>on</strong> tutto è scomparso. Le radici, abbarbicate<br />

come quelle degli olivi nel terreno, s<strong>on</strong>o ancora presenti, in<br />

alcuni casi si dev<strong>on</strong>o solo riscoprire, però n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o morte,<br />

n<strong>on</strong>ostante tutto e tutti. E così di edizi<strong>on</strong>e in edizi<strong>on</strong>e i<br />

ragazzi e le ragazze dell’<strong>Adriatico</strong> orientale si presentano<br />

c<strong>on</strong> i loro scritti in cui emerg<strong>on</strong>o storia, leggende, tradizi<strong>on</strong>i,<br />

pensieri, vernacoli, sapori e ricordi, anche da laddove la<br />

presenza italiana è stata più colpita e penalizzata. È un<br />

piccolo c<strong>on</strong>tributo, abbiamo detto, la saggezza popolare<br />

però ci insegna che “ogni goccia bagna”, perciò n<strong>on</strong><br />

possiamo fare altro che plaudire a questo c<strong>on</strong>corso<br />

e all’uscita del volume che raccoglie i comp<strong>on</strong>imenti<br />

dei nostri ragazzi, sempre in uno spirito d’apertura e di<br />

collaborazi<strong>on</strong>e teso a superare gli antichi steccati.

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