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VII<br />
CONCORSO MAILING<br />
LIST HISTRIA<br />
15<br />
Ci s<strong>on</strong>o stati numerosi interventi durante l’annuale raduno della Mailing List Histria che si è tenuto nel<br />
pomeriggio. L’argomento trattato è stato:<br />
“MEMORIA CONDIVISA: uNA pOSSIbILITà O uN’uTOpIA?”<br />
Maria Luisa Botteri ha d<strong>on</strong>ato alla Comunità degli<br />
Italiani di Capodistria un pannello fotografico sulla<br />
Cappella di S. Giacomo di Vicovaro nella parte adornata<br />
c<strong>on</strong> sculture da Domenico da Capodistria.<br />
Il Tempietto di San Giacomo di Vicovaro venne eretto per<br />
la famiglia orsini da Domenico da Capodistria morto a<br />
Vicovaro e completato da Giovanni Dalmata.<br />
L’ottag<strong>on</strong>ale Cappella è la più bella testim<strong>on</strong>ianza del<br />
passato splendore di Vicovaro ( cittadina a 40 km da<br />
Roma ) ed è c<strong>on</strong>siderata uno dei più significativi esempi<br />
architett<strong>on</strong>ici e scultorei del periodo di transizi<strong>on</strong>e (sec. XV)<br />
che questa z<strong>on</strong>a presenti. l pannello è stato realizzato dalla<br />
valente fotografa Maria adelaide Stortigli<strong>on</strong>e .<br />
Lino Vivoda, direttore del periodico istria europa<br />
prendendo la parola Lino Vivoda, direttore del periodico<br />
istria europa e sostenitore del c<strong>on</strong>corso della MLH<br />
c<strong>on</strong> il premio per il tema che di più si avvicina agli<br />
ideali europeistici del giornale, ricorda i primi passi del<br />
riavvicinamento esuli-rimasti rallegrandosi dei progressi<br />
fatti in questi anni in merito al problema. Infatti quando egli<br />
era Sindaco del Libero Comune di pola in esilio diede il via<br />
nella sede del Circolo degli Italiani di pola c<strong>on</strong> la presidente<br />
Olga Milotti, al ripristino dei rapporti tra gli italiani<br />
dell’Istria in tempi ancora molto difficili.<br />
Si rallegra poi per il fatto che da Trieste a Capodistria si sia<br />
potuti venire oggi senza più sbarre c<strong>on</strong>finarie tra Italia e<br />
Slovenia, dal momento che siamo tutti in europa. Segno<br />
del mutare dei tempi, ma anche grande soddisfazi<strong>on</strong>e per<br />
chi come il suo giornale auspica l’Istria in europa, senza più<br />
c<strong>on</strong>fini tra Istriani. Attende quindi ora che anche la Croazia<br />
entri nella comune casa europea in modo che sparisca<br />
anche il c<strong>on</strong>fine sul Dragogna.<br />
Infine si complimenta c<strong>on</strong> i docenti delle scuole istriane e<br />
dalmate (ma anche m<strong>on</strong>tenegrine) che hanno assistito e<br />
spr<strong>on</strong>ato i loro alunni a partecipare al c<strong>on</strong>corso della MLH,<br />
avendo notato la soddisfazi<strong>on</strong>e dei premiati.<br />
una larga partecipazi<strong>on</strong>e che vede premiati gli intenti<br />
della MLH per aiutare la diffusi<strong>on</strong>e della cultura e della<br />
lingua italiana.<br />
una grande soddisfazi<strong>on</strong>e per Axel, Gianclaudio,<br />
Marialuisa, Walter, e Mariarita, ma anche molti altri.<br />
Guido Rumici, insegnante, ricercatore di Storia ed<br />
ec<strong>on</strong>omia regi<strong>on</strong>ale, cultore di diritto dell’Uni<strong>on</strong>e europea e<br />
di organizzazi<strong>on</strong>e internazi<strong>on</strong>ale nell’Università di Genova;<br />
premio carb<strong>on</strong>etti nel 1998 c<strong>on</strong> “l’istria cinquant’anni<br />
dopo il grande esodo”; premio Tanzella nel 2001 c<strong>on</strong> “la<br />
scuola italiana in istria” e nel 2006 c<strong>on</strong> “infoibati”.<br />
Tra i suoi ultimi lavori: “Un paese nella bufera: pedena<br />
1943/1948” lavoro dedicato al periodo dell’occupazi<strong>on</strong>e<br />
tedesca e del dopoguerra in una località dell’istria interna<br />
e “Storie di deportazi<strong>on</strong>e” testim<strong>on</strong>ianze di pers<strong>on</strong>e<br />
sopravvissute alle carceri jugoslave.<br />
La recente istituzi<strong>on</strong>e in Italia del Giorno del Ricordo, in<br />
occasi<strong>on</strong>e dell’anniversario del Trattato di pace firmato<br />
a parigi il 10 febbraio 1947, c<strong>on</strong> cui venne sancita la<br />
cessi<strong>on</strong>e della sovranità alla Jugoslavia delle province di<br />
pola, di Fiume e di Zara e di gran parte di quelle di Gorizia<br />
e di Trieste, ha fatto tornare alla ribalta dell’opini<strong>on</strong>e<br />
pubblica nazi<strong>on</strong>ale alcune pagine poco c<strong>on</strong>osciute della<br />
storia italiana del Novecento.<br />
La Venezia Giulia e la Dalmazia, terre di c<strong>on</strong>fine e<br />
di inc<strong>on</strong>tro tra popoli e culture diverse, s<strong>on</strong>o state<br />
il palcoscenico di notevoli eventi storici che hanno<br />
modificato a più riprese l’immagine e l’essenza di questi<br />
territori c<strong>on</strong> diversi spostamenti delle <strong>line</strong>e di c<strong>on</strong>fine<br />
che hanno provocato traumi e lacerazi<strong>on</strong>i in parte delle<br />
popolazi<strong>on</strong>i qui residenti. N<strong>on</strong> sarebbe giusto però ridurre<br />
la storia di queste regi<strong>on</strong>i ai soli periodi e momenti di<br />
sc<strong>on</strong>tro e di tensi<strong>on</strong>e, perché l’insieme delle relazi<strong>on</strong>i<br />
umane e sociali ha prodotto anche lunghi periodi di<br />
c<strong>on</strong>vivenza e di collaborazi<strong>on</strong>e tra le diverse etnie presenti<br />
nell’area interessata.<br />
Il recupero della memoria del passato che da anni la