Leggi pubblicazione on line - Arcipelago Adriatico
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130 Edizi<strong>on</strong>e<br />
2009<br />
Era una femmina. E i maschi si trovavano a nord.<br />
Volando a 1 km d’altezza rilasciava il suo richiamo<br />
d’accoppiamento (a <strong>on</strong>de lunghe), ma n<strong>on</strong> riceveva<br />
nessuna risposta. Stremata dai venti c<strong>on</strong>trari e dal<br />
temporale, rischiava di cadere in mare. Ad un tratto,<br />
in l<strong>on</strong>tananza, vide una luce. Era proprio davanti a lei.<br />
Avvicinandosi n<strong>on</strong> percepì alcun pericolo, perciò si<br />
appollaiò su quello strano picco e si addormentò.<br />
Il temporale passò e Pirano si stava svegliando in una<br />
mattinata priva di nuvole ma piuttosto fresca. Grande<br />
fu la meraviglia quando videro il drago sopra il loro<br />
faro. Quasi tutti erano terrorizzati. Qualcuno ipotizzò<br />
un castigo divino, altri pensavano che il drago fosse<br />
morto. I m<strong>on</strong>aci che erano scesi in città per chiedere<br />
l’elemosina e fare opere di carità cristiana, si misero<br />
in ginocchio e incominciar<strong>on</strong>o a pregare. Temevano<br />
la fine del m<strong>on</strong>do. Era l’era del mille e n<strong>on</strong> più mille.<br />
Int<strong>on</strong>ar<strong>on</strong>o un canto di lode al signore al quale si<br />
unir<strong>on</strong>o tutti.<br />
La melodia svegliò il drago da cacciatore rapace<br />
quale era, n<strong>on</strong> mosse un muscolo, ma aprì soltanto<br />
un occhio. Degli strani esseri mai visti erano da basso<br />
e si agitavano stranamente. Li osservava da più di<br />
mezz’ora, quando i morsi della fame si fecero sentire.<br />
Il drago alzò la testa e la gente cominciò a gridare,<br />
spaventata e meravigliata allo stesso tempo. Il drago<br />
no aveva mai udito simili su<strong>on</strong>i. Quando spalancò le<br />
ali, cominciò il fuggi-fuggi generale. L’istinto predatore<br />
prese il sopravvento alla curiosità e il drago si buttò<br />
verso quelle forme strane catturand<strong>on</strong>e due. Ne prese<br />
una tra le fauci e ne ghermì un’altra stringendola<br />
nella zampa. Girandosi intorno, vide che n<strong>on</strong> avevano<br />
intenzi<strong>on</strong>e di difendersi, ma scappavano tutti<br />
chiudendosi in casa. Le fauci del drago cominciar<strong>on</strong>o<br />
a masticare. Poi deglutì. N<strong>on</strong> era il massimo, ma era<br />
commestibile. Tranciando in due la preda che aveva<br />
tra le zampe, la mangiò in due bocc<strong>on</strong>i. Il drago spiccò<br />
nuovamente il volo e si appollaiò sul faro.<br />
I piranesi erano terrorizzati. Di notte, quando il drago<br />
dormiva, si recar<strong>on</strong>o alla chiesa principale per pregare<br />
e chiedere c<strong>on</strong>siglio al vescovo che era venuto da<br />
Capodistria. Siccome era giunto nottetempo, n<strong>on</strong><br />
aveva visto il drago, ma credeva che questi villici e<br />
zotic<strong>on</strong>i di Pirano avessero di nuovo esagerato col<br />
vino e c<strong>on</strong> la grappa, probabilmente mischiando le<br />
due cose. Li rincuorò dicendo che sarebbe bastata<br />
una preghiera, o meglio due, e un sincero pentimento<br />
dei peccati commessi, e il drago sarebbe scomparso.<br />
E se ciò n<strong>on</strong> sarebbe bastato, ci avrebbe pensato<br />
lui. In nome di Dio l’avrebbe scacciato, come fece<br />
San Patrizio c<strong>on</strong> i serpenti in Irlanda. Rimase stupito<br />
dall’intensità delle preghiere. N<strong>on</strong> aveva mai visto<br />
cristiani più devoti. Dopo quattro ore di preghiere<br />
disse basta e li mandò a dormire.<br />
Al mattino si recò verso la punta di Pirano per vedere<br />
c<strong>on</strong> i suoi occhi quel che pensavano di aver visto quei<br />
sempliciotti. Siccome era miope, si era recato fin sotto<br />
il faro per vedere meglio. Ma il faro era troppo alto e<br />
fin lì n<strong>on</strong> ci vedeva. Brandendo la croce, pensava di fare<br />
un po’ di scena gridando:”Vattene, creatura imm<strong>on</strong>da!<br />
Te lo ordino, in nome di Dio nostro Signore! Vattene<br />
all’... ” e l’ultima cosa che vide fur<strong>on</strong>o delle enormi fauci<br />
spalancate. I piranesi che abitavano in punta chiusero<br />
le imposte già socchiuse, dalle quali sbirciavano<br />
intimoriti, e si rintanar<strong>on</strong>o sotto i tavoli.<br />
Attratto da quei rumori secchi, si avvicinò alla prima<br />
casa e annusò. Sentiva odore di paura. Spiccò un balzo<br />
sul tetto e questi sprof<strong>on</strong>dò. Stavolta le prede erano<br />
tre, n<strong>on</strong> avevano scampo.<br />
Il drago banchettò così per sette giorni. D’altr<strong>on</strong>de<br />
i piranesi, barricati nelle loro case, stavano finendo<br />
le scorte di cibo e acqua, e n<strong>on</strong> potendo andare più<br />
a pescare, la fame bussava anche alle loro porte. La<br />
notte tra il settimo e l’ottavo giorno si riunir<strong>on</strong>o per<br />
decidere sul da farsi. Di cavalieri, nei paraggi, n<strong>on</strong> ce<br />
n’erano. Le guardie del prefetto erano tre vecchi che,<br />
al massimo, mettevano alla gogna qualche ubriac<strong>on</strong>e.<br />
N<strong>on</strong> erano certo degli “ammazza draghi”. Poi<br />
cercar<strong>on</strong>o dei vol<strong>on</strong>tari offrendo in ricompensa dodici<br />
capre, una batana seminuova, e una casa sfitta da<br />
poco a cui bisognava rifare il tetto. L’unico che si fece<br />
avanti era Giorgio, che n<strong>on</strong> era proprio una cima (oggi<br />
lo definiremmo lo scemo del villaggio). Per tutto quel<br />
ben di Dio l’avrebbe fatto fuori lui il drago. Il c<strong>on</strong>siglio<br />
n<strong>on</strong> era troppo incoraggiato dal fatto che ci avrebbe<br />
pensato Giorgio, ma siccome nessun altro s’era fatto<br />
avanti...<br />
Giorgio andò sul molo e si addentrò nel capanno dei<br />
pescatori, dove prese il più grande e pesante arpi<strong>on</strong>e<br />
di ferro, mezzo arrugginito. Mise in moto la pietra<br />
dell’arrotino e ne affilò la punta. Poi si incamminò<br />
verso il faro. A un paio di metri da lui si fermò, guardò<br />
in alto e deglutì la saliva. Poi, facendosi forza, s’avviò<br />
verso la cima, arrampicandosi su per le scale di pietra,<br />
che a spirale portavano fino alla cima. Stava arrivando<br />
un temporale. I primi fulmini squarciar<strong>on</strong>o l’aria e la<br />
pioggia cominciò a cadere copiosamente. Giunto in<br />
cima, Giorgio si raccomandò al Signore, e c<strong>on</strong> tutte le