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124 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

sempre di sì e mi raccomanda sempre di stare<br />

attenta, perché Pola è una città grande e allo stesso<br />

tempo anche pericolosa. A volte, mi annoia c<strong>on</strong><br />

questi suoi avvertimenti; so benissimo quali s<strong>on</strong>o i<br />

posti pericolosi dove si riunisc<strong>on</strong>o le bande, anche<br />

perché ci s<strong>on</strong>o passata, perlustrandola un pochino.<br />

Cerco di deviare strada appena so di avvicinarmi a<br />

quei territori o se proprio devo passare per di lì, lo<br />

faccio quando è giorno e c’è gente „ normale“ in giro.<br />

Dopotutto ho sempre il cellulare c<strong>on</strong> me in caso di<br />

pericolo.<br />

Esplorare Pola mi diverte perché mi piace inoltrarmi<br />

in avventure a rischio. Naturalmente ho il tempo<br />

prestabilito entro il quale devo tornare a casa, ma<br />

posso lodarmi perché fino adesso s<strong>on</strong>o sempre stata<br />

puntuale.<br />

Il giorno che vi voglio racc<strong>on</strong>tare era un giorno quando<br />

il mio papà doveva andare ad una cena di lavoro<br />

molto importante e mia madre è stata trattenuta<br />

più a lungo sul lavoro. Così dopo scuola il papà mi ha<br />

portato dalla n<strong>on</strong>na che, naturalmente, era felice di<br />

vedermi. Avevo per compito solo matematica, che<br />

n<strong>on</strong> avevo capito molto bene. La n<strong>on</strong>na essendo<br />

stata insegnante di matematica, mi ha aiutato c<strong>on</strong> il<br />

compito e mi ha spiegato un pochino il procedimento.<br />

Finché risistemavo i quaderni in borsa, sentii un grosso<br />

fracasso provenire dalla soffitta. Al momento presi<br />

paura, ma poi mi incuriosiva sempre più e volevo<br />

sapere cosa fosse. Così decisi di saltare l’esplorazi<strong>on</strong>e<br />

di Pola e di esplorare la soffitta. N<strong>on</strong> potevo dirlo alla<br />

n<strong>on</strong>na, perché sapevo che n<strong>on</strong> mi avrebbe permesso,<br />

anche se n<strong>on</strong> mi ha mai detto il perché. In quanto era<br />

un’esplorazi<strong>on</strong>e segreta, dovevo racc<strong>on</strong>tare una bugia<br />

e in più rubarle le chiavi. L’ idea n<strong>on</strong> mi piaceva, perché<br />

mia n<strong>on</strong>na è sempre stata bu<strong>on</strong>a c<strong>on</strong> me, ma n<strong>on</strong><br />

avevo altra scelta. Presi il mio cellulare e feci il numero<br />

di casa della n<strong>on</strong>na e in questo modo costringerla<br />

ad andare per un attimo in corridoio a risp<strong>on</strong>dere al<br />

telef<strong>on</strong>o. Affinché la chiamata duri più a lungo facevo<br />

muovere il cellulare in modo che lei n<strong>on</strong> capisca chi<br />

ci fosse dall’altra parte del filo. L’ esperimento“ riuscì<br />

perché sentivo mia n<strong>on</strong>na dire per tutto il tempo „<br />

Pr<strong>on</strong>to ?! Pr<strong>on</strong>to?!“ Presi lentamente le chiavi dal<br />

cassetto e le misi in tasca della giacca. Giusto in quel<br />

momento rientrò nel soggiorno la n<strong>on</strong>na:<br />

- Ehi n<strong>on</strong>na, chi era? – Dissi nasc<strong>on</strong>dendo in fretta le<br />

chiavi in tasca.<br />

- Mah, di sicuro dei giovani che n<strong>on</strong> hanno cosa<br />

fare e perciò si mett<strong>on</strong>o a chiamare la gente per<br />

prenderla in giro. E tu, dove vai c<strong>on</strong> quella giacca?<br />

- Ho finito il compito. Posso andare fuori?<br />

- Oh, cara mia ...<br />

- Farò la brava, lo prometto! So come mi devo<br />

comportare! – dissi prima che la n<strong>on</strong>na inizi a<br />

parlarmi di nuovo dei pericoli di Pola.<br />

- Guarda che entro le sei devi essere a casa, perché<br />

altrimenti ...<br />

- Sì, sì, sarò puntuale, come sempre!<br />

Chiusi automaticamente la porta dietro di me di<br />

modo che la n<strong>on</strong>na n<strong>on</strong> possa aggiungere nient’altro.<br />

L’unica cosa che sentii attraverso la porta era il<br />

commento di mia n<strong>on</strong>na: -„Ah, questi ragazzi d’oggi!“<br />

Sorrisi al suo commento e poi scesi le scale, aprii il<br />

port<strong>on</strong>e, uscii sulla strada e proseguii per la via. Dopo<br />

aver percorso qualche metro, girai a destra andando<br />

a finire dietro l’edicola, dove iniziava la via parallela<br />

alla via dove abita mia n<strong>on</strong>na. Mi rigirai, e di nascosto<br />

ritornai verso la casa della n<strong>on</strong>na e vidi quello che<br />

sospettavo: mia n<strong>on</strong>na che stava c<strong>on</strong>trollando dalla<br />

finestra per vedere quale via avessi imboccato. Ero<br />

sicura che avrebbe c<strong>on</strong>trollato dove stavo andando,<br />

per questo n<strong>on</strong> mi s<strong>on</strong>o subito diretta verso la<br />

soffitta. Appena la via era libera e mia n<strong>on</strong>na aveva<br />

chiuso la finestra, tornai indietro. Lentamente<br />

aprii il port<strong>on</strong>e e in punta di piedi salii le scale che<br />

portavano alla soffitta. Per arrivare alla soffitta di mia<br />

n<strong>on</strong>na basta proseguire per le scale fino all’ultimo<br />

piano.<br />

Da piccola avevo sempre paura di salire quel tratto<br />

di scala, n<strong>on</strong> sicuramente per paura dell’altezza,<br />

ma molto probabilmente perché mi metteva<br />

un po’ di soggezi<strong>on</strong>e il fatto che portava in un<br />

posto per me sc<strong>on</strong>osciuto, pieno di roba vecchia<br />

e abband<strong>on</strong>ata chissà per quale motivo, o forse<br />

perché la immaginavo la dimora di qualche orrendo<br />

mostro. Adesso che s<strong>on</strong>o cresciuta, nella soffitta mi<br />

aspettavo di vedere solo qualche mobile vecchio e<br />

tante ragnatele.<br />

Quando arrivai davanti alla porta, tentai di<br />

indovinare quale potesse essere la chiave giusta, ma<br />

sfortunatamente sul portachiave c’erano un sacco<br />

di chiavi. N<strong>on</strong> indovinai subito al primo tentativo, ma<br />

neanche all’ultimo. Quando mi stufai di provare, decisi<br />

di analizzarle tutte per bene. Cercavo una chiave che si<br />

potesse adeguare ad una porta talmente vecchia che<br />

persino il suo colore bianco era diventato giallastro.<br />

Esaminando ogni singola chiave, ne trovai finalmente<br />

una strana: era di un colore d’orato e di forma

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