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VII CONCORSO MAILING LIST HISTRIA dire il vero, non vi avevo neppure fatto caso. Ho preso una scala dal retro e sono salita. La porticina nascondeva la soffitta, un posto in cui io non ho mai avuto il permesso di andare. Ero troppo piccola, dicevano. Ma ora non sono più piccola, sono grande. Mi ci intruffolai. La soffitta era tutta piena di polvere e non c’era tanta luce ma, comunque, c’ era abbastanza da vedere. Guardandomi intorno ho intravisto un baule di marinaio, grande e pesante. L’ho aperto: era tutto pieno di oggetti antichi e interessanti. C’erano oggetti molto belli, però tre sono stati erano quelli che mi piacquero di più. C’era il cannocchiale del mio bisnonno marinaio, poi un grande piatto di porcellana legato con il filo di ferro e, il più affascinante di tutti, il portagioielli con dentro il diario e la fede nuziale della mia bisnonna. La mia bisnonna era nata in America, nel 1888. I suoi genitori erano emigrati dall’isola per cercare di sfuggire alla miseria. Però, il sogno americano non era stato il destino della sua famiglia. Alla ferrovia alla quale lavorava il bis-bisnonno avvenne un grave incidente. Il bis-bisnonno morì. Sua moglie, con tutti i figli, tornò al suo paesello. La bisnonna dovette andare a lavorare. La bisnonna nella vita ha dovuto imparare quattro lingue. Essendo nata in America, nel Kentucky, sulle sponde del fiume Mississipy, parlava l’inglese. In casa si parlava un dialetto croato, il „ciunscotto“ e, quando ha cominciato a lavorare come cassiera, nel caffè di un lussuoso albergo in riva al mare, ha dovuto imparare pure il tedesco, visto che Lussinpiccolo era un posto di villeggiatura molto frequentato dalla nobiltà austriaca. Poi, un giorno, l’attraente cassiera dalle belle ciglia scure e gli occhi verdi, passeggiando per la riva, vide un bel marinaio, appoggiato sulla ringhiera della prua della sua nave. Il padrone della nave l’aveva portata a Lussinpiccolo per farla riparare. Tra di loro, nei mesi che seguirono, nacque un grande, romantico amore e decisero di sposarsi. Ma, dopo un pò di tempo, il destino si intromise nuovamente nella loro storia, e li separò. Il bel marinaio era fiumano e lei lussignana: vivevano in due stati diversi. Uno in Italia e l’altra in Austro- Ungheria. La situazione precipitò quando i due stati entrarono in guerra. Per loro era ormai inpossibile ricevere il permesso di sposarsi. Passarono mesi e, una notte oscura, la bella cassiera arrivò a Fiume, in una piccola barca a vela, guidata dai compaesani che vollero aiutarli. I novelli sposi, poveri, ma con tanto amore e speranza, iniziarono la loro vita insieme nella parte povera della Citavecia fiumana. Così lei imparò la quarta lingua: l’italiano. Poco dopo lui fù chiamato sotto le armi, e andò in guerra. Nacquero tre figli. Lei, munita di tanto coraggio, tirava su la famiglia da sola, vivendo in miseria, e venendo sfrattata ogni paio di mesi, con i figli, dagli appartamenti dove vivevano, perchè non poteva pagare l’affitto. Dopo un paio di anni, e tante preghiere della donna, lui tornò dalla guerra. Era ferito. Lei lavorava duramente nella fabbrica di tabacchi. Erano contenti di essere finalmente insieme. Ma lui non ce la fece. Morì tra le braccia di sua moglie, a trentacinque anni, stroncato da un infarto. Le ferite di guerra e la vita di stenti lo avevano sfinito. Il destino. Un’altra volta. Lei continuò da sola ad allevare i figli, avendo il suo amato sempre nel cuore. Pur essendo molto bella, non si sposò mai più. I tre ragazzi crebbero negli stenti, diventando tre muli fiumani. Uno divenne fornaio e suonava il mandolino, l’altro era impiegato con una predilezione per le opere che cantava spesso e volentieri e la figlia, una brava sarta, ha avuto una vita molto simile a quella della madre. Perciò l’anello, pegno d’amore di Angela e Luigi, venne messo nel portagioielli e rinchiuso in soffitta. Toccandolo, mi è venuta voglia di provarlo. L’ho messo al dito e per un istante, brevissimo ma intenso, ho sentito gridare il mio cuore... petrA GrDAkoVić motto STELLA 3 Classe VI Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume 121 in Soffitta ho Scoperto Un oggetto antico che mi ha raccontato la SUa Storia. Un tedioso pomeriggio mio fratello era tremendamente annoiato, e non sapeva cosa fare. Se gli dicevo di guardare la televisione mi rispondeva
122 Edizione 2009 che non c’era nulla di interessante, se gli suggerivo di disegnare qualcosa mi diceva che non ne aveva voglia. Desiderava soltanto giocare. Io gli avevo spiegato che avevo ben altro da fare ma, alzatami dal divano, iniziò ad andarmi dietro e martellarmi di giocare con lui. Allora gli proposi di giocare a nascondino e lui accettò. Quando si mise a contare mi affrettai verso la soffitta. Aprii la porta e mi chiusi dentro. Nell’attesa non sapevo cosa fare, così decisi di tirare fuori le scatole per vedere cosa nascondevano. Trovai anche un baule antico. Mi sembrava come quello dei pirati. Forse dentro c’era il tesoro! Ero molto curiosa e non vedevo l’ora di aprire il cassettone. Apertolo vi trovai dei libri dal sapore molto antico. Tra tutti rimasi colpita da un libro molto più grande e grosso degli altri. Lo sollevai con fatica e lo osservai per bene. Era marrone scuro e aveva i bordi dorati. Decisi di aprirlo. Le pagine erano piene di lettere bellissime, uguali a quelle delle immagini nel libro di storia! Uau! Avevo la sensazione di tenere in mano un libro medievale, quelli con le prime lettere enormi e verdi. Sembrava un dizionario... Non capivo. Cominciai a sfogliarlo. Le pagine erano gialle e molto sottili. Dietro all’ultima c’era un foglio sul quale si notava la scritta „nonno Giacomino“. Rimasi stupita, non conoscevo nessun nonno Giacomino... Stavo quasi per scendere in casa per chiedere a mamma chi fosse quel personaggio, ma mi ricordai di mio fratello. Dopo un pò posai il libro sul baule e pensai. Chi poteva essere nonno Giacomino? Osservai meglio il foglio e notai che sotto il nome, a caratteri minutissimi, stava scritto – „Dizionario, 1580“. Era impossibile: stavo tenendo in mano un oggetto preziosissimo! Pensai a chi era potuto appartenere e quante persone l’avevano consultato. Chissà, forse era stato di proprietà di qualche re o qualche persona importante di epoche lontane. Mi chiesi se anch’io non fossi discendente da qualche famiglia o corte importanti, dato che in casa avevo un oggetto così pregiato. Poi mi venne in mente che probabilmente era stato un regalo. Mi alzai, chiusi il dizionario e lo riposi nel baule. Provai ad esplorare ancora un pò in giro, nella speranza di trovare qualcos’ altro di interessante. Tentativo fallito. Non c’era più nulla. Delusa, chiusi il baule e scesi in casa, da mio fratello. Pensai a lungo se chiedere a mia madre spiegazioni su quell’affascinante libro. Alla fine decisi di aspettare. Un giorno, quando il momento sarà giusto ed io più pronta ad ascoltare, lo farò. VALentinA sMojVer motto OCCHI DI CIELO Classe VI Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume in Soffitta ho Scoperto Un oggetto antico che mi ha raccontato la SUa Storia. E’ accaduto due anni fa, di pomeriggio, quando i genitori mi avevano mandata dai miei nonni. Arrivata, abbiamo pranzato, gustato il dessert e chiacchierato un pò. Siccome i nonni non hanno il computer e alla televisione non c’era nulla di divertente, decisi di andare in soffitta, a curiosare un pò. Sapevo la nonna vi teneva alcuni giocattoli di quando era piccola. Arrivata, la prima cosa che ha attirato la mia attenzione è stata una culla bianca. Era fatta in legno e molto più stretta dei lettini dei neonati di oggi. Incuriosita di saperne di più, chiamai il nonno. Quando il nonno salì e vide la culla i suoi occhi brillarono. Non capivo se fosse gioia o tristezza. Mi raccontò che era stato il suo lettino da bambino. L’aveva costruito suo padre, il mio bisnonno, siccome la famiglia non si poteva permettere di comprarne una. Quando fu pronta, la bisnonna la circondò con un velo bianco come la neve, che aveva cucito durante una sera d’inverno. Lo ascoltavo affascinata e, mentre parlava, mi resi conto che quell’oggetto era preziosissimo. Pensai che, da grande, avrei dovuto conservarlo con grande cura. Era un pezzo della storia della mia famiglia. Avvolta nelle mie riflessioni, non mi resi neanche conto che gli occhi del nonno si erano riempiti di lacrime. Mi avvicinai e lo abbracciai. Rimanemmo così per un pò. Ad un certo momento la porta della soffitta si aprì. La nonna aveva preparato la cioccolata calda. L’invitante profumino ci distolse dall’abbraccio e dai ricordi. Scendemmo e, tutti insieme, bevemmo la dolcissima bevanda.
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che n<strong>on</strong> c’era nulla di interessante, se gli suggerivo<br />
di disegnare qualcosa mi diceva che n<strong>on</strong> ne aveva<br />
voglia. Desiderava soltanto giocare.<br />
Io gli avevo spiegato che avevo ben altro da fare<br />
ma, alzatami dal divano, iniziò ad andarmi dietro e<br />
martellarmi di giocare c<strong>on</strong> lui. Allora gli proposi di<br />
giocare a nasc<strong>on</strong>dino e lui accettò.<br />
Quando si mise a c<strong>on</strong>tare mi affrettai verso la<br />
soffitta. Aprii la porta e mi chiusi dentro. Nell’attesa<br />
n<strong>on</strong> sapevo cosa fare, così decisi di tirare fuori le<br />
scatole per vedere cosa nasc<strong>on</strong>devano. Trovai anche<br />
un baule antico. Mi sembrava come quello dei pirati.<br />
Forse dentro c’era il tesoro!<br />
Ero molto curiosa e n<strong>on</strong> vedevo l’ora di aprire il<br />
cassett<strong>on</strong>e. Apertolo vi trovai dei libri dal sapore<br />
molto antico. Tra tutti rimasi colpita da un libro molto<br />
più grande e grosso degli altri. Lo sollevai c<strong>on</strong> fatica<br />
e lo osservai per bene. Era marr<strong>on</strong>e scuro e aveva i<br />
bordi dorati. Decisi di aprirlo. Le pagine erano piene<br />
di lettere bellissime, uguali a quelle delle immagini<br />
nel libro di storia! Uau! Avevo la sensazi<strong>on</strong>e di tenere<br />
in mano un libro medievale, quelli c<strong>on</strong> le prime lettere<br />
enormi e verdi. Sembrava un dizi<strong>on</strong>ario... N<strong>on</strong> capivo.<br />
Cominciai a sfogliarlo. Le pagine erano gialle e molto<br />
sottili. Dietro all’ultima c’era un foglio sul quale si<br />
notava la scritta „n<strong>on</strong>no Giacomino“. Rimasi stupita,<br />
n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>oscevo nessun n<strong>on</strong>no Giacomino...<br />
Stavo quasi per scendere in casa per chiedere a<br />
mamma chi fosse quel pers<strong>on</strong>aggio, ma mi ricordai di<br />
mio fratello.<br />
Dopo un pò posai il libro sul baule e pensai. Chi<br />
poteva essere n<strong>on</strong>no Giacomino? Osservai meglio<br />
il foglio e notai che sotto il nome, a caratteri<br />
minutissimi, stava scritto – „Dizi<strong>on</strong>ario, 1580“. Era<br />
impossibile: stavo tenendo in mano un oggetto<br />
preziosissimo!<br />
Pensai a chi era potuto appartenere e quante<br />
pers<strong>on</strong>e l’avevano c<strong>on</strong>sultato. Chissà, forse era<br />
stato di proprietà di qualche re o qualche pers<strong>on</strong>a<br />
importante di epoche l<strong>on</strong>tane. Mi chiesi se anch’io<br />
n<strong>on</strong> fossi discendente da qualche famiglia o corte<br />
importanti, dato che in casa avevo un oggetto così<br />
pregiato. Poi mi venne in mente che probabilmente<br />
era stato un regalo. Mi alzai, chiusi il dizi<strong>on</strong>ario e lo<br />
riposi nel baule.<br />
Provai ad esplorare ancora un pò in giro, nella<br />
speranza di trovare qualcos’ altro di interessante.<br />
Tentativo fallito. N<strong>on</strong> c’era più nulla. Delusa, chiusi il<br />
baule e scesi in casa, da mio fratello.<br />
Pensai a lungo se chiedere a mia madre spiegazi<strong>on</strong>i su<br />
quell’affascinante libro. Alla fine decisi di aspettare.<br />
Un giorno, quando il momento sarà giusto ed io più<br />
pr<strong>on</strong>ta ad ascoltare, lo farò.<br />
VALentinA sMojVer<br />
motto OCCHI DI CIELO<br />
Classe VI<br />
Scuola Elementare Italiana “Gelsi” Fiume<br />
in Soffitta ho Scoperto Un oggetto<br />
antico che mi ha racc<strong>on</strong>tato la SUa<br />
Storia.<br />
E’ accaduto due anni fa, di pomeriggio, quando i<br />
genitori mi avevano mandata dai miei n<strong>on</strong>ni. Arrivata,<br />
abbiamo pranzato, gustato il dessert e chiacchierato<br />
un pò.<br />
Siccome i n<strong>on</strong>ni n<strong>on</strong> hanno il computer e alla<br />
televisi<strong>on</strong>e n<strong>on</strong> c’era nulla di divertente, decisi di<br />
andare in soffitta, a curiosare un pò. Sapevo la n<strong>on</strong>na<br />
vi teneva alcuni giocattoli di quando era piccola.<br />
Arrivata, la prima cosa che ha attirato la mia<br />
attenzi<strong>on</strong>e è stata una culla bianca. Era fatta in legno<br />
e molto più stretta dei lettini dei ne<strong>on</strong>ati di oggi.<br />
Incuriosita di saperne di più, chiamai il n<strong>on</strong>no.<br />
Quando il n<strong>on</strong>no salì e vide la culla i suoi occhi<br />
brillar<strong>on</strong>o. N<strong>on</strong> capivo se fosse gioia o tristezza. Mi<br />
racc<strong>on</strong>tò che era stato il suo lettino da bambino.<br />
L’aveva costruito suo padre, il mio bisn<strong>on</strong>no, siccome<br />
la famiglia n<strong>on</strong> si poteva permettere di comprarne<br />
una. Quando fu pr<strong>on</strong>ta, la bisn<strong>on</strong>na la circ<strong>on</strong>dò<br />
c<strong>on</strong> un velo bianco come la neve, che aveva cucito<br />
durante una sera d’inverno.<br />
Lo ascoltavo affascinata e, mentre parlava, mi resi<br />
c<strong>on</strong>to che quell’oggetto era preziosissimo. Pensai<br />
che, da grande, avrei dovuto c<strong>on</strong>servarlo c<strong>on</strong> grande<br />
cura. Era un pezzo della storia della mia famiglia.<br />
Avvolta nelle mie riflessi<strong>on</strong>i, n<strong>on</strong> mi resi neanche<br />
c<strong>on</strong>to che gli occhi del n<strong>on</strong>no si erano riempiti di<br />
lacrime. Mi avvicinai e lo abbracciai. Rimanemmo così<br />
per un pò.<br />
Ad un certo momento la porta della soffitta si<br />
aprì. La n<strong>on</strong>na aveva preparato la cioccolata calda.<br />
L’invitante profumino ci distolse dall’abbraccio e dai<br />
ricordi. Scendemmo e, tutti insieme, bevemmo la<br />
dolcissima bevanda.