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116 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

imbarcazi<strong>on</strong>e e pretesero dal capitano di vedere il<br />

permesso di pesca. Tutto sembrava in regola, eccetto<br />

il documento che permetteva la pesca di balene:<br />

era scaduto da quindici anni. Le due coraggiose<br />

guardie fecero liberare il povero cetaceo che era<br />

stato anche ferito e appioppar<strong>on</strong>o una salatissima<br />

multa al capitano . Il manigoldo però, per vendicarsi,<br />

diede uno spint<strong>on</strong>e al n<strong>on</strong>no. Questi, pur essendo un<br />

ottimo nuotatore, venne strordito dall’ impatto c<strong>on</strong><br />

l’ acqua gelida. N<strong>on</strong> seppe mai cosa esattamente<br />

fosse successo, ma capì che la vita la doveva alla<br />

balena che, ormai libera, lo aveva riportato in<br />

superficie, vicino alla piccola imbarcazi<strong>on</strong>e delle<br />

guardie costiere. Alla fine del racc<strong>on</strong>to Mary<br />

n<strong>on</strong> seppe trattenere un „wow“ di entusiasmo e<br />

incredulità. Il n<strong>on</strong>no le rivelò che quello era stato il<br />

più bel giorno della sua vita, anche perché in seguito<br />

seppe che la balena era stata curata ed era riuscita a<br />

raggiungere l’ amato oceano, mentre il capitano era<br />

stato arrestato.<br />

„Accidenti“ disse Mary „guarda, il tempo è volato, la<br />

mamma e già qua. Devo andare. A domani n<strong>on</strong>no!“<br />

„A domani, Mary“ – rispose il n<strong>on</strong>no- „a domani“.<br />

AnnA Buić<br />

motto VAMPIRE CHILD<br />

Classe VII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

prof. Ingrid Ukmar Lakoseljac<br />

in Una Soffitta Scopri oggetti antichi<br />

che cominciano a narrare la loro<br />

Storia<br />

Quello che sto per racc<strong>on</strong>tarvi è una storia<br />

intrecciata di fatti, a volte anche spaventosi. Quel<br />

giorno era un giorno speciale, il vento sollevava<br />

le foglie secche da terra e le faceva volteggiare<br />

in cerchio per la città, come se qualcuno avesse<br />

ordinato loro di spiare noi umani, di leggere dall’<br />

alto gli SMS che noi teenager ci mandavamo e<br />

scrivevamo, di ascoltare i nostri padri e le nostre<br />

madri tutti indaffarati che parlavano al telef<strong>on</strong>ino,<br />

prendendo appuntamenti di qua e di là, dal medico,<br />

dal dentista, oppure, i più sfortunati dai loro avvocati.<br />

Il tempo era nuvoloso e freddo. D’un tratto cominciò<br />

a piovere. Era uno di quei temporali violenti ed<br />

improvvisi che sembrava doversi trasformare d’un<br />

momento all’ altro in diluvio universale. Le foglie<br />

a quel punto caddero a terra improvvise, come se<br />

qualcuno le avesse uccise c<strong>on</strong> un colpo rapido e<br />

mortale. La gente era preparata alla pioggia, anche<br />

perché il cielo era stato molto nuvoloso, comunque<br />

la città fu testim<strong>on</strong>e di un aprirsi simultaneo di una<br />

miriade di ombrelli dai più svariati colori. I poveri<br />

sfortunati come me invece, sprovvisti di ombrello,<br />

cercavano di n<strong>on</strong> bagnarsi, proteggendosi sotto i<br />

portici. Il tutto risultava alquanto improbabile. In<br />

effetti avrei semplicemente dovuto raggiungere<br />

la fermata degli autobus dove sarei stata al sicuro<br />

e protetta. Avrei preso il mio autobus che poi mi<br />

avrebbe scaricata praticamente davanti a casa.<br />

Giunta a casa avrei fatto un breve spuntino e avrei<br />

c<strong>on</strong>tinuato a leggere le letture domestiche.<br />

Arrivò finalmente anche la corriera che, passando per<br />

una pozzanghera mi bagnò tutta, da cima a f<strong>on</strong>do.<br />

Del resto ne ero abituata, dato che la fermata dell’<br />

autobus stava in una lieve incavatura del terreno<br />

che sembrava creata apposta per raccogliere le<br />

acque piovane le quali, manco a dirlo finiva sempre<br />

che bagnavano qualche povero passante. Arrivata<br />

a casa fradicia e speranzosa di n<strong>on</strong> ricevere un bel<br />

raffreddore feci uno spuntino, c<strong>on</strong>sistente in una bella<br />

tazza di latte caldo al quale avevo aggiunto del cacao<br />

e dei biscotti alla panna e al cioccolato. La tentazi<strong>on</strong>e<br />

era troppo grande e così decisi di guardare il mio<br />

cart<strong>on</strong>e preferito, „Naruto“. So che può sembrare<br />

strano, ma io adoro i cart<strong>on</strong>i animati. Finito il cart<strong>on</strong>e,<br />

ma ne tornai in camera mia, rifeci il letto e quatta<br />

quatta mi infilai sotto le coperte a leggere.<br />

La mia stanza era sicuramente il posto più caldo di<br />

tutta la casa. Stavo leggendo“ Il giro del m<strong>on</strong>do in<br />

80 giorni“ di Jules Verne e facendo anche una serie<br />

d’appunti, giusto così, per scrivere qualcosa, quando<br />

improvvisamente sentii un rumore inquietante che<br />

fece salire i brividi dalla punta dei miei piedi fino<br />

alla cima dell’ ultimo lungo capello bi<strong>on</strong>do della mia<br />

piccola testolina. Quello che sentivo era un rumore<br />

che rompeva i timpani, penetrava nella testa. Avevo<br />

finito di leggere il libro. Per questo motivo andai<br />

un po’ alla finestra e vedere qual era la situazi<strong>on</strong>e<br />

fuori. Stava piovendo a dirotto e un fulmine fece le<br />

sua apparizi<strong>on</strong>e spaventandomi a morte. La nostra

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