Leggi pubblicazione on line - Arcipelago Adriatico
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VII<br />
CONCORSO MAILING<br />
LIST HISTRIA<br />
Jane era una ragazza come tutte le altre. Aveva appena<br />
quattordici anni e le piaceva molto leggere, fare<br />
shopping e passare ore e ore al telef<strong>on</strong>o. Viveva c<strong>on</strong><br />
il padre John in America, a New York. John era un tipo<br />
come tutti gli altri o come avrebbe detto Jane: „Niente<br />
di speciale“. Vivevano a Manhattan. È probabile che<br />
pensiate: „Forte“. Ma Jane invece n<strong>on</strong> la pensava così.<br />
Lei sosteneva che New York n<strong>on</strong> era niente di speciale,<br />
un luogo come un altro, c<strong>on</strong> soltanto un po’ più di<br />
negozi e un certo numero di pers<strong>on</strong>e e grattacieli in<br />
eccesso. È anche probabile che Jane n<strong>on</strong> fosse troppo<br />
felice, prendendo in c<strong>on</strong>siderazi<strong>on</strong>e che n<strong>on</strong> aveva mai<br />
c<strong>on</strong>osciuto sua madre la quale, come racc<strong>on</strong>tava suo<br />
padre, era stata uccisa da una banda di criminali. Pare<br />
invece che le cose n<strong>on</strong> fossero andate prioprio così... e<br />
qui comincia la vera storia.<br />
Tornata da scuola, un giorno Jane si sentì proporre<br />
una gita nel Nevada. „Sai, un po’ di divertimento,<br />
un po’ di libertà!“ Inutile dire che la ragazza ne fu<br />
entusiasta e ringraziò il padre abbracciandolo e<br />
buttandogli le braccia al collo. Tanta era la felicita<br />
che la giovane racc<strong>on</strong>tò la novità a tutti i compagni<br />
di classe. Il giorno dopo i due partir<strong>on</strong>o. Arrivati nel<br />
Nevada, in una città tipica per il territorio, varcar<strong>on</strong>o<br />
le soglie di un bar. Ripresero il viaggio dopo essersi<br />
saziati per bene. Ad un certo punto successe un<br />
qualche cosa che i due n<strong>on</strong> seppero proprio spiegarsi.<br />
Un elicottero nero si calò davanti alla loro automobile.<br />
Jane ne fu atterrita perché il primo pensiero che le<br />
passò per la testa fu quello che la storia stesse per<br />
ripetersi, ovvero che pure lei e suo padre sarebbero<br />
stati rapiti così come era già successo a sua madre.<br />
Si dovette calmare invece quando notò che suo<br />
padre n<strong>on</strong> era per nulla spaventato. Dall’ elicottero<br />
uscir<strong>on</strong>o due pers<strong>on</strong>e, una d<strong>on</strong>na e un uomo vestiti<br />
completamente di nero. La d<strong>on</strong>na guardava John<br />
come se lo c<strong>on</strong>oscesse da sempre e lo salutò. Jane<br />
c<strong>on</strong>tinuava a n<strong>on</strong> capirci niente. Fur<strong>on</strong>o invitati<br />
ad entrare nel velivolo. L’ interno era pure nero e il<br />
centro era occupato da un enorme schermo che,<br />
a dire il vero, incuteva un certo timore. Ad un certo<br />
punto la d<strong>on</strong>na si rivolse a Jane dicendole che<br />
avrebbe dovuto spiegarle e chiarirle alcune cose.<br />
C<strong>on</strong>tinuò racc<strong>on</strong>tandole che la storia di sua mamma,<br />
almeno quella di cui lei era a c<strong>on</strong>oscenza, n<strong>on</strong> era<br />
assolutamente vera. Sua madre era viva e in quel<br />
momento le stava davanti. Lo diceva c<strong>on</strong> gli occhi<br />
arrossati e pieni di lacrime. Jane era emozi<strong>on</strong>atissima<br />
e le buttò le braccia al collo. Finalmente possedeva un<br />
113<br />
padre e una madre come tutti i compagni della sua<br />
classe. Si sentiva in paradiso, al settimo cielo. Tra Dio<br />
e santi, più felice che mai.<br />
Quando l’ elicottero si mise in moto, Jennifer, sua<br />
madre, cominciò a racc<strong>on</strong>tarle la propria storia. Le<br />
spiegò di un territorio misterioso che si trovava<br />
in Nevada, chiamato Area 51, dove venivano<br />
c<strong>on</strong>servate tutte le cose inspiegabili per la scienza.<br />
In quel luogo n<strong>on</strong> ci poteva entrare chiunque,<br />
poiché era sorvegliato da guardie e da un sistema<br />
d’allarme potentissimo. Atterrar<strong>on</strong>o entro l’ Area<br />
51 ed entrar<strong>on</strong>o in un edificio che assomigliava ad<br />
una caserma. In un laboratorio c’ erno dei ricercatori<br />
che stavano analizzando pezzi d’argilla, creature<br />
aliene e resti d’astr<strong>on</strong>avi. Le ultime analisi di Jennifer<br />
erano rivolte ad un umanoide che si differenziava<br />
dagli uomini petr la pelle grigia e la faccia allungata.<br />
Questo essere aveva quasi duecento chili ed<br />
era ancora vivo. La scienziata propose a Jane e<br />
John di trascorrere lì la notte e loro pr<strong>on</strong>tamente<br />
accettar<strong>on</strong>o. Tra l’ altro poi che la casa di Jennifer per<br />
Jane si presentò come una vera meraviglia: computer<br />
avanzatissimo, telef<strong>on</strong>o la cui bolletta n<strong>on</strong> si pagava<br />
e tante altre cose che le piacevano da morire.<br />
Quando la mattina dopo Jane si alzò, notò che<br />
davanti l’ edificio stava succedendo qualcosa di<br />
grave: tante pers<strong>on</strong>e correvano di qua e di là, prese<br />
da una frenesia terribile. Ad un tratto si sentì scattare<br />
l’ allarme. Arrivò di corsa Jennifer che, afferrata la<br />
figlia per mano, se la portò via di corsa. Inc<strong>on</strong>trando<br />
John, la d<strong>on</strong>na gli spiegò che era fuggito un mostro<br />
il quale rappresentava un gran pericolo. Ed ecco che<br />
il mostro comparve davanti a loro: era alto più di<br />
tre metri, due occhi stavano sulla sua orribile faccia<br />
mentre un altro era collocato su una sua spalla ed<br />
aveva uno sguardo terribile, il suo corpo era ricoperto<br />
di peli come quello di un ragno e le sue gambe erano<br />
possenti e massicce come dei tr<strong>on</strong>chi d’albero. Il<br />
mostro era la creatura più tremenda e pericolosa<br />
che ci fosse nel laboratorio. Grazie al cielo Jennifer<br />
era munita di pistola e sapeva manovrarla molto<br />
bene. Prese la mira, sparò e lo colpì a un occhio, il suo<br />
tall<strong>on</strong>e d’Achille. Grazie alla d<strong>on</strong>na tutte le pers<strong>on</strong>e<br />
erano salve. Tanta era la felicità che si festeggiò<br />
fino a notte f<strong>on</strong>da. Durante i festeggiamenti uno<br />
scienziato si ricordò di alcune cose racc<strong>on</strong>tate in<br />
certi papiri egiziani, appartenenti alla biblioteca di<br />
Alessandria e n<strong>on</strong> andati bruciati, nei quali si narrava<br />
di esseri simili a quello ucciso da Jennifer e che sembra