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VII<br />

ma lasciata completamente vuota. Così la gente<br />

n<strong>on</strong> criticherebbe i pensieri altrui e n<strong>on</strong> litigherebbe<br />

c<strong>on</strong>tro ogni parola. Ognuno potrebbe pensare ciò<br />

che vuole e nessuno potrebbe obbiettare qualcosa.<br />

Così tutto sarebbe più bello. Niente critiche, insulti,<br />

ingiustizie, crudeltà. Solo il bello della parola. Il<br />

silenzio della parola. La parola che si fa silenzio.<br />

Ma noi n<strong>on</strong> siamo capaci di farlo, n<strong>on</strong> resistiamo<br />

... Imbrattiamo e riempiamo i fogli di tutto, anche<br />

e soprattutto di bugie e di cose completamente<br />

inutili ... Ma perché avviene ciò? N<strong>on</strong> c’è una risposta.<br />

Almeno io n<strong>on</strong> so darla, anzi n<strong>on</strong> la vorrei nemmeno<br />

dare, perché so che a qualcuno la mia risposta<br />

n<strong>on</strong> piacerebbe, ci sarebbe sicuramente sempre<br />

qualcuno che n<strong>on</strong> accetterebbe la mia idea o il mio<br />

giudizio. C<strong>on</strong> questo potenziale individuo, incapace<br />

di rispettare la libertà di pensiero altrui si potrebbe<br />

arrivare anche ad un c<strong>on</strong>flitto. Comunque n<strong>on</strong> c’è<br />

niente da fare. I fogli bianchi c<strong>on</strong>tinueranno ad<br />

essere riempiti e le pers<strong>on</strong>e e le idee giudicate e<br />

stigmatizzata, finché la gente n<strong>on</strong> impari a rispettare<br />

e c<strong>on</strong>siderare le idee altrui.<br />

Spero che questo accada presto, così i fogli bianchi<br />

saranno finalmente riempiti di cose giuste e c<strong>on</strong>crete<br />

anche se credete che stia giudicando e riempiendo<br />

questo foglio di cose assolutamente sbagliate, n<strong>on</strong> vi<br />

do torto, perché so che tanti n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>divid<strong>on</strong>o i miei<br />

pensieri. Io perlomeno ci ho provato, per me questa<br />

è la realtà, la mia realtà, c’è troppa crudeltà in questo<br />

m<strong>on</strong>do... e lo so che n<strong>on</strong> posso cambiare niente,<br />

nemmeno queste parole, n<strong>on</strong> poss<strong>on</strong>o farlo... ma<br />

almeno vorrei che i fogli bianchi n<strong>on</strong> venissero riempiti<br />

di bugie, ingiustizie e crudeltà, ma solo di cose belle,<br />

edificanti... se no... che vengano lasciati bianchi... così...<br />

vuoti... e che ognuno pensi per sé quello che vuole...<br />

I pensieri s<strong>on</strong>o liberi e nessuno può scrutarli...<br />

AnnA kAić<br />

motto GAZZELLA<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

Classe VIII b<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

Giuseppina Martinuzzi” Pola<br />

Una pagina bianca SU cUi pUoi Scrivere<br />

qUello che vUoi<br />

Cari lettori, lo so che questo n<strong>on</strong> e’ un argomento<br />

111<br />

di cui dovrebbe parlare una quattordicenne<br />

ma rischiero’ comunque. Oggi n<strong>on</strong> ci pensiamo<br />

molto, ma che cosa successe veramente tra gli<br />

anni 1939 e il 1945?Una bu<strong>on</strong>a domanda !Tutti<br />

risp<strong>on</strong>derebbero “la sec<strong>on</strong>da guerra m<strong>on</strong>diale”!<br />

Pero’, provate ad approf<strong>on</strong>dire... Va beh, andiamo<br />

passo per passo. Come vi sentireste ad essere<br />

discriminati e perseguitati per la vostra fede o per la<br />

vostra nazi<strong>on</strong>alita’? Sicuramente n<strong>on</strong> vi sentireste<br />

bene. Adesso vi racc<strong>on</strong>tero’ la storia di una ragazza<br />

tredicenne che la guerra l’ha provata sulla sua pelle.<br />

»Voglio ballare, voglio diventare scrittrice e voglio<br />

scivolare sul ghiaccio... » quanta speranza in queste<br />

parole, eppure vennero scritte (da Anna Frank) nel<br />

bel mezzo della GRANDE GUERRA.<br />

Tutti gli ebrei in quegli anni venivano deportati<br />

massicciamente nei campi di c<strong>on</strong>centramento. N<strong>on</strong><br />

riesco nemmeno ad immaginarmi la scena... Venivano<br />

spinti, picchiati a sangue e trattati come delle bestie.<br />

Chiudo gli occhi e provo ad immaginarmi la scena.<br />

»Achtung»il respiro mi si fermo’, erano arrivati,<br />

erano pr<strong>on</strong>ti. Il cuore inizio’ a battermi a mille. N<strong>on</strong><br />

sapevamo che cosa ci sarebbe successo ma eravamo<br />

certe che n<strong>on</strong> era niente di bu<strong>on</strong>o. Il comandante<br />

SS ci fece sedere in fila. Eravamo ancora stremate<br />

dal lungo viaggio che ci aveva portato fino a questo<br />

posto. Ogni tanto sentivo qualche spiffero di vento<br />

gelido che passava dalle fessure della baracca di<br />

legno. N<strong>on</strong> lo so, ma mi sentivo talmente soffocata<br />

in quel posto, era come se qualcuno mi tenesse per<br />

la gola e n<strong>on</strong> mi permettesse di gridare. Mia madre<br />

era seduta accanto a me e mi teneva per mano. Mio<br />

padre n<strong>on</strong> sapevo dove fosse perché ci avevano divisi<br />

quando eravamo scesi dal treno. Quel maledetto<br />

treno che ci aveva portato fino all’inferno. Il viaggio<br />

era estenuante, eravamo circa in 60 in un piccolo<br />

vag<strong>on</strong>e ed eravamo costretti a restare in piedi. N<strong>on</strong> ci<br />

avevano dato altro che due tozzi di pane e un barile<br />

di acqua. Mi sembrava che ci trovassimo in Pol<strong>on</strong>ia, a<br />

giudicare dalla lunghezza del viaggio e dalla freddezza<br />

del vento. Prima della cattura ci eravamo nascosti in<br />

un nasc<strong>on</strong>diglio c<strong>on</strong> altre 8 pers<strong>on</strong>e ma le spie SS ci<br />

trovar<strong>on</strong>o ugualmente. Fummo subito scaraventati<br />

in un vag<strong>on</strong>e di ferro e spediti chissa’ dove. Noi siamo<br />

ebrei e per qualcuno n<strong>on</strong> siamo degni di essere liberi.<br />

Ma ritorniamo in quella gelida baracca. Ad un tratto<br />

sentii una forte mano afferrarmi per il polso e tirarmi.<br />

Era un sergente che mi guardo’ dritto negli occhi. »<br />

Name»grido’. Un brivido mi passo’ lungo la schiena,

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