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VII<br />

CONCORSO MAILING<br />

LIST HISTRIA<br />

finestra entrò, portato dal vento, un pezzo di stoffa.<br />

All’inizio n<strong>on</strong> sapevo cosa potesse essere, ma poi mi<br />

venne in mente che era parte della stoffa che aveva<br />

ricoperto la tappezzeria della mia poltr<strong>on</strong>a.<br />

L’incubo finì. Ero triste per la poltr<strong>on</strong>a, ma anche<br />

felice perché sentivo che n<strong>on</strong> mi sarebbe successo<br />

più niente di strano o pericoloso. Decisi comunque<br />

che nel periodo di Halloween sarei rimasta sempre<br />

fuori di casa c<strong>on</strong> i miei amici.<br />

AinHoA LiyAriturry ApoLL<strong>on</strong>io<br />

motto IL FANTASMA GRATO<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

Una notte buia di un l<strong>on</strong>tano inverno stavo seduta<br />

accanto al fuoco. N<strong>on</strong> si sentiva null’altro che il<br />

crepitio della legna che bruciava nel caminetto. II<br />

mio sguardo era fisso nelle fiamme che si alzavano e<br />

allargavano a sec<strong>on</strong>da di come bruciava il legno.<br />

L’aria odorava di quercia bruciata . Un filino di fumo,<br />

che ogni tanto scappava dal caminetto, si diff<strong>on</strong>deva<br />

nell’aria della stanza.<br />

Me ne stavo seduta sulla poltr<strong>on</strong>a da un bel<br />

pezzo e cercavo di trovare la voglia di alzarmi per<br />

andare a dormire, però il caldo ed il danzare delle<br />

fiamme davanti ai miei occhi mi teneva inchiodata<br />

alla poltr<strong>on</strong>a. Fuori, il silenzio era assoluto. Era<br />

cominciato a nevicare di pomeriggio e tutto era<br />

avvolto da un mantello bianco, anche i soliti rumori<br />

venivano soffocati dalla neve.<br />

Ad un tratto il silenzio si interruppe, e sentii dei passi<br />

sulla neve. Per un attimo mi irrigidii nella poltr<strong>on</strong>a,<br />

poi di scatto mi alzai e mi affrettai alla finestra. N<strong>on</strong><br />

riuscivo a vedere nulla all’esterno a causa della luce<br />

della stanza che si rifletteva sui vetri. Mi feci scudo<br />

c<strong>on</strong> la mano e appiccicai il viso al vetro freddo. Riuscii<br />

a vedere un’ombra che scivolava accanto al muro<br />

della casa e poi si perdeva tra le ombre degli alberi.<br />

Senza pensarci due volte mi misi gli stivali, presi la<br />

giacca dall’attaccapanni e cercai la torcia. Quando la<br />

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trovai, aprii la porta c<strong>on</strong> cautela e mi misi a seguire i<br />

passi sulla neve. Senza accorgermene mi inoltrai nel<br />

bosco. N<strong>on</strong> vedevo nessuno, perciò decisi di tornare<br />

a casa. Quando mi girai le mie orme n<strong>on</strong> c’erano<br />

più: la neve caduta le aveva coperte. Tutto ad un<br />

tratto la torcia si spense: le batterie erano scariche.<br />

Fui presa dal panico, n<strong>on</strong> sapevo cosa fare. Poi c<strong>on</strong><br />

calma tentai di ricordare la strada per tornare a casa,<br />

però tutto attorno a me era buio. Allora capii che se<br />

andavo a caso mi inoltravo ancora di più nel bosco.<br />

Tutto ad un tratto sentii un ululato che proveniva<br />

dalla mia destra. Mi vennero in mente le storie di<br />

lupi e di orsi che mi racc<strong>on</strong>tava sempre mia n<strong>on</strong>na<br />

aggiungendo immancabilmente: “N<strong>on</strong> andare mai<br />

da sola nel bosco perché ci s<strong>on</strong>o tantissimi animali<br />

pericolosi”. Aggiungeva pure che se mi fossi persa<br />

nel bosco di notte. dovevo provare a guardare le<br />

stelle e dirigermi verso la stella polare, e se l’avessi<br />

seguita prima o poi sarei arrivata a casa. Io ci provai,<br />

guardai in alto però le stelle appena si intravedevano<br />

a causa delle nuvole. Dopo un paio di minuti riuscii<br />

a ric<strong>on</strong>oscere la stella polare e decisi di seguirla.<br />

Camminai per circa un quarto d’ora ed arrivai a casa.<br />

Nel momento in cui vidi la mia casa il sangue mi si<br />

gelò nelle vene. Tutte le luci erano spente tranne<br />

quella di camera mia. Sentivo, la paura attraversare<br />

il mio corpo, ma mi feci coraggio e decisi di entrare<br />

in casa. Presi la mia racchetta da tennis e mi avviai<br />

verso la mia stanza. Aprii la porta di colpo, ma n<strong>on</strong><br />

vi trovai nessuno. Feci il giro di tutta la casa, però la<br />

casa era vuota. Poi mi affacciai alla finestra, e sulla<br />

neve c’era la scritta “ SEGUIMI “. Io ero terrorizzata<br />

e n<strong>on</strong> sapevo cosa fare. Dopo aver riflettuto a lungo<br />

decisi di andare nel bosco all’alba. Quando sorse il<br />

sole mi incamminai verso l’interno del bosco. Vidi la<br />

figura di un uomo d<strong>on</strong>dolarsi dal ramo di una quercia.<br />

Era un impiccato. II suo viso era candido e le sue<br />

labbra erano di un rosso scuro quasi violaceo. N<strong>on</strong><br />

potevo guardare quell’uomo, n<strong>on</strong> ce la facevo.<br />

Corsi subito in paese e dissi tutto quello che avevo<br />

visto. La gente n<strong>on</strong> mi credeva, perciò li accompagnai<br />

sul luogo. Quell’orrenda visi<strong>on</strong>e era ancora lì. Coloro<br />

che mi avevano accompagnato si affrettar<strong>on</strong>o a<br />

rimuoverlo. Quando mi girai mi sembrò di vedere<br />

tra gli alberi la stessa ombra che avevo intravisto<br />

la sera prima nel mio giardino. Istintivamente mi<br />

avvicinai, ma lì n<strong>on</strong> c’era più nessuno. Quando il mio<br />

sguardo cercò le orme per terra vidi scritto sulla neve<br />

“GRAZIE”. Capii tutto...

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