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104 Edizi<strong>on</strong>e<br />

2009<br />

La bambina, curiosa, seguì la palla e si ritrovò in<br />

una stanza buia, piena di ragnatele e di pipistrelli<br />

che ricoprivano tutto il soffitto. Ad un tratto sentì<br />

la voce di una bambina, forse il fantasma che<br />

custodiva la casa. Spaventata, Jennifer si mise<br />

a correre lungo uno stretto e buio corridoio che<br />

finiva in un salotto. Sul tavolo c’era un foglio c<strong>on</strong> un<br />

messaggio che diceva che chiunque avesse messo<br />

piede in quella casa sarebbe stato maledetto per<br />

sempre. La bambina terrorizzata corse subito fuori<br />

a dire a sua madre che cosa le era successo, ma<br />

la madre n<strong>on</strong> le credette, così andò a racc<strong>on</strong>tarlo<br />

agli amici, ma nemmeno loro credettero al suo<br />

racc<strong>on</strong>to.<br />

Il giorno seguente la bambina, andando a scuola,<br />

si slogò una caviglia. Rientrata a casa, si mise a<br />

giocare c<strong>on</strong> Ginger, il suo gatto. Il povero animale<br />

cadde dal divano e si ruppe la testa. Da allora le<br />

disgrazie n<strong>on</strong> le diedero più tregua.<br />

La peggior disgrazia, però, accade undici anni dopo,<br />

quando la ragazza compì 18 anni. Infatti, durante<br />

la festa per il suo diciottesimo compleanno lei<br />

inspiegabilmente morì. A nessuno era chiaro il<br />

motivo della sua morte, ma a nessuno venne in<br />

mente che fosse morta a causa della maledizi<strong>on</strong>e<br />

lanciatale dal fantasma della bambina della casa<br />

misteriosa.<br />

La povera ragazza perse la sua preziosa vita solo a<br />

causa di una palla di plastica.<br />

LArA pirjeVeC<br />

motto IL FANTASMA DEL BALDACCHINO<br />

Classe VIII<br />

Scuola Elementare Italiana<br />

“Vincenzo e Diego de Castro” Pirano<br />

prof. Franca Chersicla<br />

“Una pagina bianca piena di... qUello che<br />

vi pare”<br />

Era una notte buia e tempestosa. Sembrava quasi<br />

che il cielo e le nuvole volessero inghiottire il m<strong>on</strong>do<br />

intero. Sulla collina vidi un vecchio castello in rovina,<br />

e così cercai riparo per la notte. Raggiunsi il port<strong>on</strong>e,<br />

presi in mano il batacchio e bussai ripetutamente.<br />

Sembrava che nessuno l’avesse toccato per millenni;<br />

il port<strong>on</strong>e era di uno sbiadito color rosso ruggine<br />

ed era pieno di ragnatele. Mi guardai intorno.<br />

Scorsi dei grandi vasi di pietra al<strong>line</strong>ati lungo la<br />

parete settentri<strong>on</strong>ale c<strong>on</strong>tenenti degli alberi ormai<br />

rinsecchiti. La loro presenza mi diede un senso di<br />

solitudine e malinc<strong>on</strong>ia. Bussai di nuovo. Cominciò a<br />

piovere.<br />

Aspettai a lungo la risposta, ma niente, così entrai.<br />

All’improvviso sentii una forte brezza fredda che mi<br />

mordeva fino alle ossa. Chiusi la porta pensando che<br />

fosse il giro d’aria, ma n<strong>on</strong> cambiò nulla. Entrai in un<br />

corridoio strettissimo. Notai una sedia sgangherata,<br />

corrosa dai tarli e ricoperta di muffa. Sul davanzale<br />

di una finestra spiccava un vaso c<strong>on</strong> un amarillis<br />

appassito. Mi avvicinai al vaso e mi avvidi che quello<br />

che sembrava un fiore era in realtà una mano in<br />

carne ed ossa. Mi spaventai a morte e corsi in una<br />

stanza vicina. Quasi mi si fermò il cuore quando vidi<br />

su un letto nero, in mezzo a una stanza disadorna<br />

e poco illuminata, un vecchio che sembrava morto.<br />

All’improvviso si girò ed io, pur spaventato a morte,<br />

gli chiesi se potevo restare lì per la notte. Per tutta<br />

risposta lui mi fece cenno di seguirlo. Il suo sguardo<br />

era malinc<strong>on</strong>ico e mi accorsi che gli mancava<br />

un occhio. Mi faceva rabbrividire il suo modo di<br />

camminare, strano e zoppicante. Mi c<strong>on</strong>dusse<br />

fino a una stanza buia dove notai un baldacchino<br />

rosso sangue e tante foto di uomini e d<strong>on</strong>ne ritratti<br />

mentre stavano dormendo in quel letto. Il copriletto<br />

era rosso sangue e la testata rigata di crepe. Il<br />

materasso era vecchio ma comodo. Mi guardai<br />

intorno per ringraziare il signore, ma era sparito,<br />

così mi misi a letto e mi addormentai.<br />

Sognai dei morti che ballavano intorno a me<br />

nel fuoco: alcuni erano solo ossa, altri avevano<br />

ancora pezzi di carne e pelle e altri ancora erano<br />

interi e pallidi come un lenzuolo. All’improvviso si<br />

accese una luce rossa e bianca, mi librai in aria,<br />

sembrava che potessi volare, poi mi resi c<strong>on</strong>to<br />

che stavo diventando sempre più pallido poi quasi<br />

trasparente. Allora rividi il signore che mi aveva<br />

c<strong>on</strong>dotto al baldacchino: era un fantasma! Mi<br />

accorsi che gli stavano crescendo un paio d’ali<br />

bianche. Egli accennò un sorriso, mi ringraziò e mi<br />

spinse via. Mi svegliai di soprassalto e capii che<br />

gli avevo d<strong>on</strong>ato la pace eterna. Ora avrei dovuto<br />

aspettare il prossimo temerario visitatore del<br />

castello per trovare a mia volta la pace eterna.

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